Archeo Monte Arci 1

Arche Monte Arci - 1

Con questo contributo inizia una miniserie di due report archeo-bike-escursionistico/naturalistici per raccontare il Monte Arci vissuto “da dentro”. Questo itinerario parte dal confine orientale del territorio comunale di Oristano, ma percorre stradelli e sentieri, tra boschi e sorgenti, del territorio comunale di Villaurbana.

 

Partenza
Il punto di partenza dell’escursione è fissato nello spiazzo sorvegliato dall’alto dalla mole del nuraghe Bau Mendula, i cui scavi risalenti ai primi anni 90’ hanno rivelato la sua complessità oltre a mettere in luce altre strutture pertinenti al villaggio che lo circondava, con un probabile riutilizzo in epoca romana e medievale.
Sono chiaramente visibili due torri (curiosità: una torre ricade nel territorio comunale di Oristano, l’altra nel territorio del comune di Villaurbana), e anche da lontano è evidente la differenza della tecnica costruttiva tra le due fabbriche; tale differenza è presumibilmente dovuta al fatto che le due torri sono state erette in tempi diversi. Più precisamente gli archeologi parlano di "torri aggiunte e raccordate".
Il nuraghe è costruito sopra un colle ai piedi del quale scorre il Rio Tumboi (che incontreremo nuovamente a fine giro). Da fine novembre 2020 il sito è oggetto di nuovi lavori di scavo curati dall'Università di Sassari, con l’obiettivo di rendere finalmente fruibile questo sito, da cui si ha una stupenda visuale panoramica sul golfo di Oristano.
Coordinate: 39°52'39"N / 8°43'42"E

 

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Dopo circa 5 km di salita non troppo impegnativa, ma costante, si giunge ad uno spiazzo sulla propria sinistra. Qui è presente la fonte di "Is Arutas Santas", dove è possibile approvvigionarsi d'acqua per la prosecuzione dell'escursione.
Lo spiazzo, una volta attrezzato per piacevoli scampagnate, versa ora in uno stato di abbandono. Fa eccezione un sentiero in leggera salita che viene periodicamente pulito e reso agibile.
C'è tempo per una breve e necessaria digressione: seguendo il sentiero sopra citato per poche centinaia di metri si giunge davanti al monumento naturale che da il nome alla fonte sottostante; un geologo direbbe che siamo davanti a una testimonianza del passato vulcanico del Monte Arci, specificando che si tratta di "andesiti basaltiche a fessurazione colonnare", ma al di là delle parole e della scienza resta l'emozione di poter osservare da vicino uno dei tanti piccoli gioielli nascosti di questo territorio.
Coordinate:   39°51'33"N / 8°44'48"E - sorgente
Coordinate:   39°51'29"N / 8°44'53"E - Is Aruttas Santas

 

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Le leggende, talvolta, hanno un fondo di verità.
Nel caso del sito conosciuto come "Su segretu de sa conch'è s'omini" la verità è data dai ritrovamenti di ossa umane (tra cui un teschio) e di frammenti ceramici al suo interno, poi comincia la parte leggendaria e, se vogliamo, anche abbastanza inquietante.
Nel paese di Villaurbana si narrava infatti che questo fosse un luogo di espiazione per le ragazze madri, le quali venivano qui sepolte vive; il ritrovamento delle ossa è probabilmente all'origine della leggenda e del toponimo del sito.
In realtà siamo davanti a una piccola grotta, utilizzata in età neolitica, che gli archeologi definiscono come "riparo sotto roccia".
È possibile che si tratti di un'area di sepoltura preistorica utilizzata da genti che, in quel lontano passato, frequentò in maniera più o meno stabile questo versante del Monte Arci.
Coordinate:   39°50'30"N / 8°45'58"E

 

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Sulla via del ritorno, dal sentiero in discesa che porta dalla pineta di "Mitza Simione" all'area di sosta di "S’Aranzu Aresti (l’agrifoglio)", non si può fare a meno di notare un tozzo pinnacolo basaltico che caratterizza il panorama, rappresentando un punto di riferimento per l'escursionista che debba raggiungere quest'ultima località.
Sopra quel tozzo pinnacolo si trova una torre nuragica nota con il nome di "Nuraghe Turriu".
Raggiungere il sito non è agevole perché bisogna percorrere a piedi uno stretto sentiero in salita, con alcuni gradini irregolari che ne interrompono la continuità, e scalare qualche roccia; quindi, una volta raggiunto il pianoro, procedere con cautela sul terreno irregolare e individuare il nuraghe tra la vegetazione che lo circonda. Una volta giunti in cima si verrà ripagati dalla scoperta di un piccolo e affascinante monotorre in un discreto stato di conservazione e da un panorama a 360°
Coordinate:   39°50'52"N  / 8°46'58"E

 

Conclusione
Qualche dato tecnico per chi volesse visitare uno o più dei siti che hanno rappresentato i punti di interesse dell'escursione. Il giro in mountain bike descritto misura 21 km circa con un dislivello positivo totale di circa 500 metri.
Il fondo è quasi totalmente sterrato e l'escursione in mountain bike, pur non prevedendo un grande dislivello, richiede un buon allenamento e una buona capacità di controllo del proprio mezzo.
È possibile arrivare in auto (meglio se si tratta di un fuoristrada) nei pressi dei siti visitati, ma per raggiungerli sarà necessario muoversi a piedi e, nel caso del Nuraghe Turriu, arrampicarsi sulle rocce; non si scalano pareti da “free climbers”, tuttavia occorre essere in buona forma fisica e avere un minimo di abbigliamento tecnico; essere prudenti e consapevoli di sé stessi permetterà di godersi appieno l'escursione.
Due ulteriori annotazioni per i mountain bikers:

- per tornare al punto di partenza si percorre un sentiero in discesa che prevede l’attraversamento diversi guadi (nove) sul summenzionato Rio Tumboi; d'inverno è certo che ci si bagnerà i piedi pertanto sarà opportuno avere in auto un ricambio di calze e scarpe.
- percorrendo la traccia si passa accanto a due aziende nelle quale possono essere presenti cani, è quindi opportuno adottare comportamenti adatti alla circostanza.

Le coordinate sono state rilevate dal sito wikimapia e verificate tramite navigatore GPS.
In rete purtroppo non ho trovato molti riferimenti ai siti visitati, qualche informazione può essere reperita tramite gli hyperlink nel testo, tuttavia è possibile avere notizie e approfondimenti sul libro "Il Monte Arci" di Gianni Paba (PTM Editrice)

Un'ultima segnalazione riguarda il paese di Villaurbana che con orgoglio, porta avanti la propria tradizione nella produzione del pane.