Un elmo da Cornus - Elmo della battaglia di CornusRestauro del FUNZIONARIO RESTAURATORE LUIGI PIRas  del Centro di Restauro di Li Punti

Un elmo da Cornus

Il Comune di Oristano, acquisì nel 1970 la raccolta archeologica di Felice Cherchi Paba, composta da pregevoli materiali, ora  conservati presso l’Antiquarium Arborense. Fanno parte della Collezione i frammenti  di due elmi in bronzo provenienti  dall’area tra San Vero Milis e Riola Sardo, ai margini del Sinis. I frammenti  più cospicui, riconducono ad un elmo di tipo etrusco italico  denominato  Montefortino corrispondente alla tipologia A di H. Robinson e  la tipologia D di F. Coarelli.

I frammenti  più cospicui, riconducono ad un elmo di tipo etrusco italico  denominato  Montefortino corrispondente alla tipologia A di H. Robinson e  la tipologia D di F. Coarelli. L’importanza del reperto è costituita nello specifico dal luogo di rinvenimento, poiché sappiamo dallo storico romano Tito Livio che, nel corso della seconda guerra punica, nel 215 a. C., si combatté una battaglia tra i Sardi, comandati da Osto, il figlio di Amsicora, e i Romani guidati da Tito Manlio Torquato, nella piana agricola a sud del Montiferru occidentale, dove si ergeva Cornus, capoluogo della regione. Il reperto, potrebbe essere legato ad un altro ritrovamento della metà del XX secolo, avvenuto casualmente durante lavori agricoli nelle campagne di Riola,  facente parte di una collezione privata,  nel quale, si evince dalle testimonianze, si rinvennero armi non specificate ed una serie di urne cinerarie, una di queste urne, individuata da Raimondo  Zucca, è di produzione locale, rapportabile al III secolo a.C., menziona il nome del defunto, Pu(blios) Caios, verosimilmente il nome di un soldato latino che partecipò alla battaglia di Cornus.

Potrebbe provenire da un sepolcreto romano, tale eventualità, insieme al fatto che venga utilizzata un urna locale per deporre le ceneri, testimonia senza dubbio un evento eccezionale. Pur non escludendo altre interpretazioni, entrambi i reperti potrebbero appartenere  a legionari oppure a socii (alleati) dell’esercito romano  di Tito Manlio Torquato caduti nella battaglia di Cornus che coinvolse nel 215 a. C. Romani e Cartaginesi.  Inoltre, possiamo segnalare dalla pianura di Narbolia verso il Sinis il rinvenimento  di una glans plumbea esposta nell’Antiquarium Arborense. Tali dati potrebbero avvalorare l’ipotesi di una collocazione dell’evento bellico tra Riola, San Vero Milis , Narbolia, a nord del Mare Foghe. Non può tuttavia escludersi, vista la circolazione in ambito ellenistico dell’elmo Montefortino, la pertinenza del nostro esemplare anche al contesto del mercenariato punico, sicchè è possibile che mercenari sardi abbiano potuto portare nell’isola elmi di tipo Montefortino in occasione del bellum del 215 a.C  che oppose i romani e i sardi filopunici presso Cornus.

 

Bibliografia

F. Coarelli, Un elmo con iscrizione latina arcaica al Museo di Cremona, Aa. Vv. , Mélanges offerts à Jacques Heurgon. L’Italiepréromaine et la Rome républicaine -I, (Collection de l'ÉcoleFrançaise de Rome- 27), Rome 1976, pp. 157- 179; U.Schaaff, Etruskisch-römischeHelme, in A. Bottini et Alii,AntikeHelme. SammlungLipperheide und AndereBestände des Antikenmuseums Berlin( RGZM-Monographien- Band 14), Mainz 1988, pp. 318 – 326; M. Feugère, Casques antiques. Visages de la guerre de Mycènes à  l'Antiquité tardive, Paris 1994, pp. 37- 41.

Zucca 2009 : R. Zucca Navibus longis ad Carales subductis, in A. Mastino, P. G.  Spanu, R. Zucca ( a cura di ) Naves plenis velis euntes, Roma 2009, pp. 11 – 42.