Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Portale dei Carmelitani

Portale dei Carmelitani

Il portale permette l’accesso all’antico oliveto dei Carmelitani di Oristano.

 


Lat: 39.929224 Long: 8.583291

Costruzione: XIX Sec. (1800-1899)

Categorie

  • portale

Il possente portale consente l’accesso agli oliveti di proprietà dei padri Carmelitani, presenti e attivi nel convento della Madonna del Carmine a Oristano tra gli anni’30 e ’60 del Settecento. Il portale sovrasta un’ampia area rinomata per  la fertilità del terreno, in gran parte di proprietà ecclesiastica.
La monumentale struttura è realizzata prevalentemente in laterizi e malta di calce, rifiniti da intonaci. Il notevole basamento con cornice modanata è dato da conci in arenaria e basalto, che assicurano stabilità all’intera struttura. Lesene sormontate da una semplice cornice gradonata, delimitano idealmente il primo ordine. La parte terminale è data da un arco a pieno centro la cui corda è tesa tra le prime due paraste; inoltre è sormontato da una cornice che corre lungo i fianchi. Un piccolo oculo cieco ospita un’immagine sacra andata perduta, verosimilmente la Vergine del Carmelo. L’accesso al podere è garantito da un elegante apertura centinata, con cornice modanata, il cui arco a tutto sesto genera dei piccoli capitelli. Un elemento in stucco centrale si mostra come una chiave litica dell’arco. Il cancello e la croce che sormonta il portale sono in ferro battuto, opera di artisti locali.
Questo portale può considerarsi, insieme a quello degli Scolopi disposto sullo stesso asse viario, la matrice del modello replicato negli altri portali minori del primo Ottocento. In quel periodo sono attivi gli architetti Giuseppe Cominotti, Gaetano Cima e Antonio Cano, tutti intervenuti in altre fabbriche oristanesi come il San Francesco, la stessa chiesa di San Vincenzo e la Cattedrale di Santa Maria. I portali non avevano possiedono alcuna funzione: si tratta di un simbolo dell’aristocrazia locale, che celebra le fortune di alcuni facoltosi oristanesi coinvolti nella coltura dell’olivo tra il XVIII e il XIX secolo. Il fenomeno è peculiare dell’oristanese, dove si possono contare una ventina di strutture monumentali, mentre più rari esempi si trovano nel sassarese e nelle campagne algheresi.