Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Chiesa di San Giuseppe Lavoratore

Chiesa di San Giuseppe Lavoratore. Foto di Gianfranco Casu_SarGea. ©Archivio Fotografico MuseoOristano.

La chiesa di San Giuseppe Lavoratore sorge sul finire degli anni ’60 per volontà degli abitanti del quartiere di Sa Rodia.

Via Cairoli


Lat: 39.908081 Long: 8.582645

Costruzione: XX Sec. (1900-1999)

Categorie

  • chiesa | edificio religioso

Tag

  • culto

La chiesa di San Giuseppe Lavoratore nasce per le esigenze spirituali del quartiere di Sa Rodia. Similmente a quanto accaduto per la chiesa del Sacro Cuore, il decreto di erezione canonica emesso nel 1965, precede di alcuni anni l’effettiva realizzazione della chiesa.
I lavori si avviano nel 1968 seguendo il progetto del cagliaritano Paolo Lixi, mentre la particolare struttura della copertura si deve all’ing. Mario Brotzu. La messa in opera viene eseguita dall’impresa Girat, che si trova a realizzare delle fondazioni con pilastri di sostegno siti a 19 metri di profondità, data la particolarità del terreno. L’opera viene ultimata definitivamente nel 1972.
La chiesa ha una pianta irregolare, determinata dal sovrapporsi di quarti di cerchio e semicerchi, raccordati tra loro mediante sezioni lineari. Si ottiene in questo modo un andamento complessivamente curvo delle strutture, le finiture esterne in trachite di Genoni permettono di armonizzare la struttura nel paesaggio circostante. Il campanile dalle forme austere e semplici aggiunge solennità all’edificio. Gli interni in cemento sono  coperti da laterizi e la pavimentazione è composta in travertino. Alla chiesa si affianca un’ampia canonica ed altri locali per le attività parrocchiali.
Il luogo di culto è progettato per ottenere un particolare effetto d’illuminazione, che accompagna il fedele nella contemplazione. Tra le opere di pregio si segnala il bel mosaico dell’altar maggiore, eseguito su disegno del maestro Alberto Positano, operante a Siena. Il tabernacolo del Santissimo Sacramento è invece opera dell’artista Augusto Ranocchi. La chiesa custodisce inoltre un prezioso calice argenteo di bottega genovese, che riporta l’incisione dell’anno 1778. Alla dotazione liturgica della chiesa hanno contribuito con grande impegno e devozione gli abitanti del quartiere.