Villaggio distrutto di Nuracraba
Il villaggio di Nuracraba si trovava nei pressi dell’attuale Santuario di Nostra Signora del Rimedio. I rinvenimenti archeologici e documentari attestano una continuità d’insediamento dall’età del bronzo al XVIII secolo.
L’antica villa
La villa di Nuracraba, le cui prime attestazioni risalgono al medioevo, si forma attorno ad un piccolo centro abitato sito al di là del Ponti Mannu, nelle immediate vicinanze di Oristano.
L’esatta ubicazione è accertabile grazie alla documentazione d’archivio: ancora nell’Ottocento si può stabilire che l’antico villaggio si trova a pochi passi dall’attuale Basilica di Nostra Signora del Rimedio, nell’area di un terreno di proprietà privata. Secondo le indicazioni del canonico Raimondo Bonu, l’attuale santuario era in effetti la parrocchiale del piccolo paese.
Il sito diventa oggetto di un’indagine archeologica negli anni 1983-84, che riporta alla luce i resti di un interessante insediamento dell’età del bronzo. Si tratta di un nuraghe polilobato, del quale emergono le tracce di due torri con circa 7-8 metri di diametro unite da una cortina muraria di 6 metri di lunghezza. Stando al materiale rinvenuto e ai confronti tipologici, il nuraghe è stato paragonato al complesso di S’Uraki presso San Vero Milis.
I primi documenti nei quali Nuracraba è citata esplicitamente con questo nome risalgono alle convocazioni parlamentari del 1553. Sembra comunque possibile riconoscere l’origine giudicale del villaggio, citato nel 1388 come Nurau Albu (letteralmente “nuraghe bianco”) nell’atto di pace tra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona. Il dato è confermato anche dai rinvenimenti di materiali ceramici ascrivibili al XII-XIII secolo sul sito del vicinissimo villaggio di Fenugheda, ugualmente scomparso. Ancora nel 1580, Nuracraba viene menzionata dallo storico Giovanni Francesco Fara tra i paeselli nelle immediate adiacenze di Oristano. Durante l’invasione francese dei lidi e della città di Oristano nel febbraio 1637, il villaggio viene saccheggiato e distrutto, cosi come riportato negli atti del Parlamento 1641/1643 del Regno di Sardegna.
La peste del 1652
In seguito alla peste del 1652 che sconvolge il Campidano mietendo centinaia di vittime, il villaggio di Nuracraba subisce un progressivo abbandono, sino al 1698 dove viene registrata la totale assenza di abitanti. Nonostante le franchigie concesse dal Regno affinché si ripopolasse questo centro, nel 1736 risulta completamente disabitato. Nel corso dell’Ottocento il territorio della villa passa ad amministrazione privata, sotto forma di feudo della Corona; si tenta anche in questo caso di ripopolare Nuracraba, ma gran parte dei terreni che una volta appartenevano al villaggio e ne costituivano le rendite, dopo il fallimento di questo ennesimo tentativo, vengono acquisiti come pertinenza della città di Oristano e lasciati a coltivazione di vigne e frutteti.
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