Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Portali della proprietà Sotgiu

Portali della proprietà Sotgiu

I due portali della proprietà Sotgiu segnano un collegamento tra i modi della fine del XVIII e quelli del secolo successivo, inserendosi perfettamente nel contesto cui appartengono.

 


Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799) - XIX Sec. (1800-1899)

Categorie

  • strada | portale

I due portali disposti sullo stesso asse viario lungo la strada per Donigala Fenughedu, consentono l’accesso alla vasta proprietà Sotgiu, coltivata prevalentemente ad oliveto. Il possidente dispone di cospicue risorse per poter realizzare i due portali, entrambi collocabili tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX , probabilmente realizzati con lieve distacco temporale l’uno dall’altro.
Il primo portale mostra affinità con quello monumentale di Don Peppi, sito in territorio di Cabras. Realizzato in grossi blocchi d’arenaria e rinforzi in basalto, le forme vengono in questo caso “ridotte”, ma affatto immiserite. L’opera è quella consueta oristanese: laterizi e malta di calce, semplicemente intonacata. Un ampio e proporzionato arco a pieno centro garantisce l’accesso, con una semplice cornice-ghiera che prosegue sui fianchi, rinquadrando l’ordine. Una seconda cornice, terminale, sovrasta il portale. Sui fianchi l’intonaco definisce dei leggeri reincassi, unico smorzamento della piatta mole del portale.
Il secondo portale, del tutto simile al primo, mostra nelle sue doppie cornici  rette da esili paraste che non si interrompono fino alla sommità, una gradonatura che è stata osservata dal progettista nei cantieri oristanesi della fine del XVIII secolo, come la chiesa di Sant’Efisio o quella della Madonna del Carmine, disegnata dal Viana. Il fornice, ampio come nel caso del primo portale, ha qui un reincasso che percorre interamente l’apertura. Non si tratta di opere di grande originalità, ma perfettamente inserite nel contesto locale e realizzate con perizia.
Dello stesso periodo sono anche il portale della proprietà Tolu-Cadoni, quello della proprietà Cabitza e quello dei padri Carmelitani di Oristano.
I portali non possiedono alcuna funzione: si tratta di un simbolo per celebrare le fortune di alcuni facoltosi personaggi coinvolti nel rinnovato impulso della coltura dell’olivo tra il XVIII e il XIX secolo. Il fenomeno è peculiare dell’oristanese, dove si possono contare una ventina di strutture monumentali, mentre più rari esempi si trovano nel sassarese e nelle campagne algheresi.