Chiesa di San Nicola di Gurgo
La chiesa di San Nicola, tra le numerose chiese sorte ai margini di Oristano, è affiliata a un’abbazia, scompare nell’Ottocento.
Via del Porto
La chiesa di San Nicola di Gurgo vIene edificata da Costantino d’Arborea, uno dei primi giudici del regno, sul principio del XII secolo. Come ricorda suo nipote Barisone, nell’atto di donazione della chiesa ai Benedettini di Montecassino nel 1181, la chiesa viene retta precedentemente dal padre Comita.
Grazie al prezioso bozzetto di Alfonso Garovaglio, datato 1862, è possibile conoscere il preciso aspetto dell’edificio poco prima della sua scomparsa. La chiesa aveva pianta a croce commissa, ovvero un’aula mononave alla quale si innestava un transetto, terminante con abside semicircolare. L’intero corpo di fabbrica era scandito da archetti sommitali contenenti oculi o rombi, generanti dalle paraste angolari. Due portali, uno sulla facciata e uno sul transetto, si presentavano nella più classica delle fogge romaniche: stipiti monolitici, architrave su mensole modanate e lunetta data da arco rialzato di un concio. Dal disegno si rileva chiaramente quella sorta di cupola descritta da un viaggiatore ottocentesco, che può spiegarsi sia come giustapposizione all’edificio medievale, sia come residuo di un precedente impianto altomedievale a pianta centrale, del quale non si ha però altro riscontro. La copertura dell’edificio doveva consistere nelle consuete capriate lignee, ad eccezione forse del transetto, che potrebbe aver avuto copertura voltata sull’esempio del San Paolo di Milis, databile allo stesso periodo. Al medesimo contesto e quasi certamente alle stesse maestranze fa riferimento anche la ex-cattedrale di Santa Giusta, ultimata ante 1144, le cui forme sembrano replicate nel vicinissimo San Nicola.
Dopo alterne vicende la chiesa, da cui dipendeva un titolo abbaziale con cospicue rendite, viene demolita nel 1875. L’area e l’edificio passati al Demanio in seguito alle Leggi Eversive, vengono infatti ceduti a un privato che provvede a smantellare completamente l’edificio religioso, vendendo poi il materiale da costruzione alle Ferrovie dello Stato.
Dal disegno si rilevano inoltre le rovine di altre strutture nelle vicinanze, ivi comprese alcune murature addossate alla chiesa, probabile memoria dell’antico monastero cassinese. La chiesa si ergeva su un poggetto, detto monte San Nicola, ancora rintracciabile nei primi decenni del Novecento e sul quale gli oristanesi usavano assistere al Palio di Santa Croce e altre corse equestri.
Bibliografia
- R. BONU, Oristano nel suo Duomo e nelle sue chiese, STEF, Cagliari 1973
- R. CORONEO, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, Ilisso, Nuoro 1993
- M. G. MELE, Oristano Giudicale: topografia e insediamento, CNR, Cagliari 1999
- N. DANIELI, Per una rilettura delle fasi architettoniche dell’area della cattedrale di Oristano nei secoli VIII-XIV, in: “…in ecclesia Sancte Marie de Arestano, in basilica videlicet Sancti Micaelis, que dicitur Paradisus”, Atti del Seminario di Studi, Oristano 29 settembre 2013, Camelia Edizioni, Oristano 2014