In questa composizione Ferreri ritrae Gesù insieme ai due ladroni nel momento del trapasso. Il quadro presenta due registri uniti dalla presenza delle tre croci. Il cielo nello scorcio più alto della tela si è già scurito di un grigio uniforme. Più in basso ai piedi delle croci invece la scena appare concitata e confusa. Lo sgomento e lo strazio si concretizzano con segni pesanti e veloci. Dalla mischia emergono sagome di soldati, alcuni protetti da scudi, che sembrano mantenere a fatica l’ordine pubblico. Il tono della tavolozza tende verso il viola, colore della Quaresima, simbolo di penitenza e preannunciatore di Resurrezione. Le forme sono accennate nei contorni o composte da macchie cromatiche. È un colore che prevale sulla forma lineare attraverso un gesto autonomo e spontaneo con cui astrae un momento, la sua rappresentazione, dal fluire della narrazione. In questa spazialità non vi è peso né spessore, tutto sembra perdere consistenza ma non coesione. In questo lavoro di Ferreri ritornano echi di importanti maestri della generazione precedente attivi a Oristano, come Antonio Corriga. La tela è frutto di un fortuito ritrovamento in una intercapedine di un armadio appartenuto al pittore.