Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Cinta muraria medievale di Oristano

Cinta muraria medievale di Oristano. Immagine di Mauro Ferreri

La cinta muraria medievale di Oristano, voluta nel XIII secolo dal giudice Mariano II, fu capace di proteggere la città per secoli, fino alle demolizioni della fine dell’Ottocento e del primo Novecento.

 


Lat: 39.901221 Long: 8.591932

Costruzione: XIII Sec. (1200-1299)

Categorie

  • ricostruzione | porta | giudice | mura

La fondazione

La cinta muraria medievale di Oristano viene realizzata per volontà del giudice Mariano II de’ Bas-Serra alla fine del XIII secolo. Grazie alle due epigrafi dedicatorie delle torri di Porta Ponti e Porta a Mari, è possibile circoscrivere la durata dei lavori tra il 1290 e il 1293. Della grande opera di fortificazione rimangono purtroppo pochi tratti: le torri di piazza Roma e di Portixedda, la torretta di via Mazzini, e alcuni tratti della cinta muraria in via Cagliari, via Solferino e via Diego Contini. il cardine difensivo della città sito nella piazza Manno è stato completamente demolito, comprendeva la torre di San Filippo con annesso castello e una porta dotata di ponte levatoio.
Grazie alla pianta dell’ing. Rocco Capellino, che nel 1557 presenta un progetto per adeguare le opere di fortificazione oristanesi alle moderne esigenze belliche date dalle armi da fuoco, è possibile ricostruire il percorso delle mura. Il tracciato si estende per circa due chilometri lineari di perimetro, per una superficie di trentadue ettari. Ogni 65/70 metri circa si innalza una torretta difensiva, mentre gli ingressi Nord e Sud, con le porte cittadine, possiedono torri alte e possenti. Le torrette edificate sono 28, cosicché nessuna porzione del circuito murario ne rimane sprovvista.

 

Avancorpi e barbacani

Ulteriori fortificazioni, come avancorpi e barbacane, rinforzano in alcuni tratti la cinta muraria protetta da un fossato e dagli acquitrini che fino a poco più di cent’anni fa circondavano Oristano.
Le murature hanno uno spessore medio compreso tra 1,50 e 2 metri, per un’altezza di circa 8 metri. L’opera muraria, visibile ancora oggi in tutte le porzioni superstiti, è composta da una muratura a sacco con pietrame misto unito da abbondante malta,  sui lati esterni viene rifinita con conci in arenaria di grandi dimensioni, disposti in opera isodoma. Il materiale è estratto dalle cave locali, ancora attive nel Medioevo. Talvolta il basamento degli edifici, come nel caso di Porta Ponti, è realizzato in blocchi di basalto di grandi dimensioni, ben squadrati e modanati.
Alcune opere di completamento o di rafforzamento del circuito vengono realizzate per munificenza del giudice Mariano IV, intorno al 1353, in previsione delle offensive della Corona di Aragona. Nel corso del XVI secolo l’intero sistema di fortificazioni versa in un grave stato di degrado, che impone grandi riparazioni e stravolgimenti, tali da mutare l’aspetto delle mura e rendere l’opera illeggibile.

 

Ipotesi ricostruttive

Di una cinta muraria precedente non si ha notizia, nonostante la città altomedievale di Oristano, compresa tra le attuali via Mazzini, via Angioi, via Vittorio Emanuele/via Duomo e via De Castro, dovesse godere di alcune opere di difesa. A strutture di questo genere rimanda la porzione di un fossato regolare scavato nel terreno nei pressi dell’attuale via Duomo, rinvenuto durante le indagini archeologiche del 1987. A una cinta muraria più antica o a robusti edifici precedenti l’età medievale sembrano ricondurre alcuni documenti del XV e XVI secolo, nei quali vengono citati avanzi di possenti fabbricati sparsi per la città, non identificabili coi tratti delle mura del XIII secolo.
Quanto alle maestranze che progettano e realizzano queste imponenti mura, poco o nulla si conosce. Alcuni confronti possibili si ritrovano nelle fortificazioni di Iglesias, realizzate negli stessi anni, oltre che nelle torri civiche e mura della seconda metà del XIII secolo del centro Italia, come Barbarano Romano, Rieti, Viterbo e Cascina. Secondo le ipotesi più recenti, si tratta di costruttori locali che operano seguendo i modelli più recenti noti nell’Isola, ma con rielaborazioni del tutto autonome.
La gran parte della cinta muraria scompare tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, in seguito alle decisioni del Consiglio Civico che vede nelle strutture medievali sparse per la città un costo eccessivo per le riparazioni necessarie e un grande impedimento nei progetti di riassetto urbanistico.