Tombe Bizantine
Ai piedi del sagrato della Cattedrale una robusta struttura preserva alcune evidenze archeologiche, riemerse nel corso dei lavori del 1987.
Via Duomo
La scalinata del sagrato della Cattedrale di Santa Maria Assunta viene interrotta da una piccola costruzione in cemento armato rifinita in arenaria, il cui accesso è limitato da un cancello. La struttura viene progettata e realizzata per preservare alcune evidenze archeologiche emerse durante dei lavori di risistemazione del sagrato.
Nel 1987, quando si decise di eliminare il vecchio terrapieno della Cattedrale, le ruspe intaccarono dei grossi blocchi di arenaria. Vennero immediatamente riconosciute delle sepolture e si sospesero i lavori per dare il via a una campagna di scavo d’emergenza.
L’esame dei reperti permette la ricostruzione delle vicende del sito. Sul dosso alluvionale sul quale sorge la Cattedrale, ai margini dell’abitato tardoantico e altomedievale di Oristano, intorno al V secolo (periodo di frequentazione vandala della Sardegna) si accumulano i materiali di una discarica, prevalentemente costituita da resti di pasti.
L’epoca bizantina
Tra il VI e il VII secolo, nel momento in cui l’Isola è ritornata sotto la protezione di Bisanzio, il dosso diventa un luogo adatto per scavare delle sepolture: alcune “a cassone”, realizzate con blocchi di arenaria e basalto, altre semplici fosse. Diverse decine di sepolture disposte su tutta l’ampiezza del dosso, costituiscono il cimitero di una piccola chiesa cruciforme. Di quest’ultima non conosciamo nulla, anche se documenti del XII secolo ricordano un edificio intitolato a San Michele nei pressi della Cattedrale: per alcuni la primitiva intitolazione del Duomo, per altri una chiesa distrutta nel corso del medioevo. Le tombe non hanno restituito corredi, eccetto degli orecchini globulari in bronzo.
Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, in seguito allo spostamento della capitale del regno da Tharros a Oristano, essendo necessaria l’edificazione della nuova Cattedrale viene prescelto questo sito. Della Cattedrale rimangono pochi resti come i Plutei, conservati nella cappella dell’Annunziata; l’unica struttura superstite è una porzione della scalinata dell’antico sagrato, realizzata letteralmente sopra il cimitero altomedievale, impiegando talvolta le lastre di arenaria come rinforzo. Un letto di malta ancora visibile fa da appoggio a blocchi in arenaria perfettamente squadrati che costituiscono i gradini. Pochissimi materiali si sono conservati, poiché nelle varie fasi di modifica e ricostruzione del Duomo anche questi blocchi si rivelano un utile materiale da costruzione.
Bibliografia
- R. ZUCCA, L’Aristiane dei bizantini, in: Quaderni Oristanesi: bollettino bibliografico dell’editrice Sa Porta, nn° 13-14 1987
- AA. VV, La ceramica artistica, d’uso e da costruzione nell’oristanese dal Neolitico ai giorni nostri: Atti del Convegno, S’Alvure, Oristano 1995
- A. PILLITTU, La chiesa nell’Arcidiocesi di Oristano, Zonza, Sestu 2003
- S. SEBIS, Testimonianze archeologiche del sagrato della cattedrale di Oristano. Scavo 1987, in: “…in ecclesia Sancte Marie de Arestano, in basilica videlicet Sancti Micaelis, que dicitur Paradisus”, Atti del Seminario di Studi, Oristano 29 settembre 2013, Camelia Edizioni, Oristano 2014
- N. DANIELI, Per una rilettura delle fasi architettoniche dell’area della cattedrale di Oristano nei secoli VIII-XIV, in: “…in ecclesia Sancte Marie de Arestano, in basilica videlicet Sancti Micaelis, que dicitur Paradisus”, Atti del Seminario di Studi, Oristano 29 settembre 2013, Camelia Edizioni, Oristano 2014