Antonio Taramelli parte 3 Nuraghe Giurreddu

Antonio Taramelli parte 3

Siamo arrivati alle attività relative agli anni 1907. Per questo anno scopriremo con il Soprintendente uno dei luoghi più affascinanti dell’Isola: l’altipiano della Giara di Gesturi, una vera nicchia ecologica ancora oggi, ricca di testimonianze antiche a riprova dell’interesse che ha sempre avuto questo vasto territorio che domina sul vicino Campidano; seguiamo il suo resoconto...

 

“ Sin dai primi tempi che mi fu affidata la direzione degli scavi e delle ricerche di antichità dell’Isola di Sardegna, ebbi chiara innanzi al pensiero la necessità di portare un contributo di osservazioni metodiche e coordinate alla soluzione di un contrastato problema, qual è quello della destinazione dei nuraghi, dello scopo cioè per cui furono eretti questi monumenti preistorici, indagare come essi si dispongano sopra una determinata regione, quale la distribuzione in rapporto alla struttura geografica, alla topografia, studiare insomma minutamente un determinato distretto, percorrendolo in modo da cogliere, per quanto possibile, come il monumento primitivo si connetta con le condizioni, le difficoltà, i vantaggi del suolo su cui sorge. […] A raggiungere questo mio intento scelsi uno dei distretti che per la sua collocazione nel cuore dell’isola, per il suo aspetto caratteristico, come il suo isolamento e la delimitazione precisa, si presentava più adatto ad uno studio monografico ed analitico nello stesso tempo. Tale regione è l’altipiano detto la Giara di Gesturi, nel mandamento di Isili, in provincia di Cagliari. […] Il La Marmora, in varie parti della sua mirabile opera sulla Sardegna[1], parla dell’altipiano e dei suoi nuraghi e dopo aver detto che la topografia dell’altipiano e la corona dei monumenti che ne circonda l’orlo concorrono a dare l’idea di una fortezza. […] Il prof. Pais accennando all’importanza particolare della Giara di Gesturi, con i margini sporgenti occupati da 17 nuraghi, è portato a credere che essa fosse un grandioso rifugio, nel quale, come nelle arci italiche, potevano trovare rifugio, in caso di grande bisogno e pericolo grave, molte migliaia di persone e ricorre alla mente ai confronti con la fortezza di Drili, sul Ponte Eusino, ricordata da Senofonte.[…]Uno studio molto diligente sulla regione fu fatto nell’opera poco conosciuta, ma pure non priva di importanza, del P. Centurione[2]edita nel 1884 dalla Civiltà Cattolica. Egli si trattenne varii mesi a Genoni, sulla pendice settentrionale dell’altipiano, lo visitò e percorse, e pure accogliendo nel suo scritto tutta una marea di visioni e di fantasie fluttuanti intorno ad ogni nuraghe, ha però una serie di osservazioni locali di qualche interesse; per cui molte volte, nel corso del presente scritto, mi avverrà, pure combattendole, di ricordare le opinioni del fervido sacerdote, di cui dobbiamo rispettare, se non altro, la appassionata ricerca. Il padre Centurione esclude che in genere gli edifici preistorici della Giara siano stati monumenti sepolcrali: insiste invece sul carattere religioso e soprattutto difensivo della maggior parte di essi. A conclusioni poco diverse giunge anche il sig. Perrot, nel suo capitolo sulla Sardegna primitiva, inserito nella monumentale Histoire de l’Art dans l’antiquité. Egli, abbracciando la tesi della abitabilità e difendibilità dei nuraghi, anche dei più semplici, trova un conforto a quella opinione appunto nell’esempio offerto dall’altipiano della Giara, da lui definito come una specie di campo trincerato, ove diverse tribù tenevano al sicuro i loro armenti.[…] Le pendici della Giara hanno dolce e regolare pendio, solcato da ampi valloni in tutto il lato occidentale e meridionale, raggiungendo ivi il piano delle valli, che in qual punto è di 200 metri sul livello del mare. Sul lato nord, invece, all’altipiano della Giara , o meglio alle sue pendici, si annette, presso la sua fonte verso occidente, lo sperone, o piccolo altipiano bicipite del Monte Guerru…[…] Al lato orientale l’altipiano, solcato da sporgenze e da insenature, scende a gradoni e pianori e si connette alla regione, ondulata ed interrotta abbastanza profondamente da valloncelli affluenti verso sud al Riu Mannu, regione che forma il territorio di Gesturi e Nuragus…[…] Verso occidente le pendici dell’altipiano vanno gradatamente a finire al piano percorso dai vari affluenti del Rio Isca, che con vari nomi di Boatteri e Mannu, mette foce in Rio Mogoro. […] Esaminiamo dapprima i monumenti disposti sul ciglione dell’altipiano, cominciando da quelli del lato nord e prendiamo le mosse dal poderoso nuraghe detto Su Corrazzu. Esso è collocato all’estremità di quel lungo e sottile sperone dell’altipiano diretto dal sud al nord, che si protende verso Genoni e che appare come un tratto della colata di lava basaltica la quale, interrotta dalla incavatura di Genoni, doveva continuare a far da cappello al fronteggiante Monte di S. Antine…[…] L’accesso al nuraghe è dato da una rampa tortuosa, che sale da occidente e raggiunge la sommità di un contrafforte semicircolare, disposto innanzi alla fronte del cono, diviso in due parti, cortiletti e cellette laterali…Il contrafforte frontale appare aggiunto al cono del nuraghe qualche tempo dopo che questo già esisteva, ma la tecnica della struttura è quella del cono centrale.[…] Il Nuraghe Cardilloni è situato a qualche distanza dall’orlo dell’altipiano, perché il grande vallone era già guardato su ciascuno dei lati da due speroni del Corrazzu ad est e del Giuru ad ovest, dove si conserva il nuraghe Casa Sanna, presso la casa del fu cav. Sanna-Borro, allora sindaco di Genoni, che fu largo a noi di cortesie e di aiuti ed a cui ci è grato porgere pubbliche grazi e ed reverente ricordo.

Prosegue la preziosa e puntuale elencazione dei monumenti che per ovvi motivi riportiamo solo i nomi di seguito; abbiamo imparato a conoscere un Taramelli oramai rapito e affascinato dalla sua nuova casa, lui che aveva precedentemente partecipato ai grandi scavi di Cnosso a Creta e ora si ritrova circondato dalla incredibile quantità di monumenti preistorici, protostorici e storici spesso inseriti nella stessa area di ricerca.

Questi i loro nomi: Nuraghe Mummuzzula; Nuraghe Pranu Omus; Nuraghe Cuili Frughesu; Nuraghe Sinipei; Nuraghe Serra Armas; Nuraghe Procilis; Nuraghe Turri Piccinnu; Nuraghe Giurreddu; Nuraghe Sassaioni; Nuraghe Riu Crabas; Nuraghe Sa Girra; Nuraghe Bingias; Nuraghe Terremonte; Nuraghe Nieddu; Nuraghe Bruncu’e Putzu; Nuraghe Nurafà; Nuraghe Murafiu; Nuraghe Bucca Scala; Nuraghe Pedrosu; Nuraghe Scala’e Brebeis; Nuraghe Corte Merrus; Nuraghe Nurazzassu.

Proseguiremo ancora con quanto l’archeologo Taramelli pubblicherà nell’anno seguente 1908



[1] Deve intendersi Itineraire de l’Ile de Sardaigne

[2] P. Centurione, Recenti studi sui nuraghi della Sardegna, 1884.