ARCHEO TIRSO BIKE
Il fiume Tirso è, per noi moderni oristanesi, una presenza che scorre silenziosa alla periferia nord della città, domato dalla diga Eleonora, in territorio di Busachi, da quella di Pranu Antoni, a monte di Fordongianus, e da quella di Santa Vittoria, tra Ollastra e Villanova Truschedu, e infine racchiuso tra i due argini che lo accompagnano fino alla foce.
Oggi il Tirso si presenterà a noi nell'inedita veste di guida: il suo corso infatti ci condurrà alla scoperta di un piacevole e affatto difficile itinerario storico/archeologico.
PARTENZA
Analogamente a quanto fatto in occasione di una precedente escursione faccio partire il mio GPS dalla chiesa della Maddalena, alla periferia di Silì, e da qui, grazie a una provvidenziale sterrata, raggiungo subito l'argine sinistro, sul quale, pedalando, risalgo il corso del fiume.
Coordinate: 39°54'57"N / 8°36'49"E
SIMAXIS
Lasciatomi sulla destra l'edificio della dismessa stazione ferroviaria di Simaxis raggiungo, dopo circa 6 km, il "ponte in ferro", sulla SP 15, risalente alla seconda metà del XIX secolo, e all'ingresso del paese imbocco uno stradello sterrato che mi porta al mio primo waypoint.
Coordinate: 39°55'40"N /8°40'2"E - stazione ferroviaria dismessa
Coordinate: 39°55'58"N / 8°40'20"E - ponte in ferro
SAN VERO CONGIUS
In realtà non siamo nella odierna ubicazione del paese, sulla SS 388, ma nell'area dove questo era anticamente situato, lungo la SP 9, come dimostra la presenza di ben due edifici chiesastici.
Nell'Angius-Casalis si trova menzione della chiesa intitolata a "San Nicolao, vescovo di Mira" mentre non viene citata l'antica chiesa di San Teodoro, sul bordo della già citata SP 9, distante solo poche decine di metri.
Nel 2014 entrambe le chiese sono state inserite nella lista dei "Beni dichiarati di interesse culturale" e fatte oggetto di una "Relazione storico-artistica" completa di blibliografia.
Su questo villaggio abbandonato c'è un ultimo aneddoto da raccontare: il commediografo oristanese Antonio Garau scrisse un'opera (Basciura) nella quale raccontava le vicende di un immaginario paese del Campidano inondato da una piena del fiume e pare che a ispirargli tale opera fu proprio la vicenda di San Vero Congius.
Coordinate: 39°56'48"N / 8°42'29"E - chiesa di San Teodoro
Coordinate: 39°56'48"N / 8°42'28"E - chiesa di San Nicola o Nicolò
Con un breve trasferimento su asfalto di 2 km circa, raggiungo la periferia meridionale dell'abitato di...
ZERFALIU
La chiesa di San Giovanni Battista fu eretta nel XIII sec. sull'area di una necropoli romana.
Ciò che della chiesa salta subito all'occhio è l'ampliamento a cui questa fu sottoposta: la differenza tra le due fabbriche è talmente netta da consentire anche a un osservatore distratto di ipotizzare le dimensioni originarie dell'edificio.
Al muretto che delimita il sagrato della chiesa sono posate diverse antiche lapidi, a testimoniare la continuità d'uso come area cimiteriale, come riportato nel già citato "Angius-Casalis". Di questa chiesa ne parla anche il Coroneo nel libro "Architettura romanica" del 1998, edito da Ilisso.
All'interno del paese segnalo anche il così detto "arco pisano" a sesto acuto con il campanile a vela, ultimo residuo visibile della chiesa originaria, risalente al XI secolo.
Coordinate: 39°57'23"N / 8°42'27"E - San Giovanni
Coordinate: 39°57'30"N / 8°42'26"E - Arco pisano
Attraverso il paese in direzione nord, dirigendomi verso l'agro di Solarussa, dove è ubicato il mio prossimo obiettivo.
SOLARUSSA
Il mio obiettivo è l'area archeologica di Pidighi, situata a nord-est del paese, raggiungibile grazie a una comoda sterrata; il sito si compone di una fonte sacra, di un esteso villaggio e di un nuraghe (ma a meno di 400 metri a ovest ce n'è un altro...).
L'area è stata parzialmente scavata e documentata da diverse pubblicazioni che ne hanno descritto le cronologia e la probabile, notevole estensione. Purtroppo la vegetazione e l'incuria non sempre permettono una agevole e esaustiva visita di tutto ciò che, a suo tempo, fu riportato alla luce.
Coordinate: 39°59'57"N / 8°42'4"E - villaggio
Coordinate: 39°59'57"N / 8°42'8"E - fonte
Comincia il tragitto di ritorno verso Oristano: percorro a ritroso un tratto della sterrata che mi ha condotto a Pidighi, poi devio a destra per entrare nel territorio di Siamaggiore da nord ovest, attraversare l'abitato e raggiungere il mio ultimo obiettivo.
SIAMAGGIORE
La piccola chiesa campestre di San Ciriaco (Santu Triagus, in lingua sarda) si trova a poco più di 1 km a sud del paese. Ne fa menzione, come scritto per le precedenti chiese, il solito "Angius-Casalis".
Analogamente a quanto scritto per le chiese di San Vero Congius, anche questo edificio, nel 2014, è stato inserito di una "relazione storico-artistica" da parte del Ministero dei beni culturali; anche in questa relazione è elencata una bibliografia essenziale. Altre notizie e qualche foto degli interni possono essere reperiti qui e qui.
Coordinate: 39°56'40"N / 8°38'8"E
DATI TECNICI
Il percorso completo misura poco più di 30 km, quasi tutto su comode sterrate, alternate a rari, ma necessari, tratti d'asfalto. Il dislivello accumulato si aggira attorno ai 100 metri.
Trattandosi di "attività sportiva" rientra tra le attività consentite anche in zona rossa, come disposto dal DPCM del 3 dicembre 2020.
Come di consueto si raccomanda il rispetto del codice della strada e prudenza, in specie nei tratti asfaltati e dentro i centri abitati.
Durante la percorrenza non ho incontrato cani, ma si attraversano zone in cui sono presenti aziende e qualche possibile gregge al pascolo.
Sul sito Sardegna Cultura è possibile prendere visione del libro "Città e Villaggi della Sardegna dell’ottocento (Pabillonis / Zuri)", terzo volume della più ampia opera di Angius/Casalis (ed. Ilisso), nel quale sono citate le località del presente articolo.
Per chi volesse approfondire uno o più argomenti, tramite i vari hyperlink disseminati nel testo è possibile accedere ai siti e, tramite essi, alla bibliografia a cui fanno riferimento.
Le foto a corredo fanno parte dell’archivio personale dell’autore.