Antonio Taramelli 7

Antonio Taramelli 7

Accompagniamo il Soprintendente nel cuore della Sardegna; nella sub-regione compresa tra il Mandrolisai e la Barbagia troviamo Tonara, il piccolo centro reso celebre per la produzione del torrone e per la genuina ospitalità.

Ai piedi del monte Mungianeddu, che lo protegge. Tonara è un borgo a sud-ovest del parco del Gennargentu, tra i più ‘alti’ dell’Isola (tra 800 e 900 metri), che deriva il nome da toni toneri, rupi calcaree su cui poggia. Nasce dalla fusione degli antichi rioni di ArasulèTeliseriToneri, caratterizzati da viuzze su cui si affacciano i balconi in legno di case costruite in pietra. Ai tre rioni si è aggiunto il quartiere su Pranu: oggi il centro è popolato da duemila abitanti. Attorno una lussureggiante distesa boschiva con castagni millenari, noccioli e noci: per esplorarla fino alle cime più alte.

Questa è una descrizione in chiave moderna del paese e del suo territorio, ma a noi oramai abituati allo stile di Taramelli, interessa scoprire come fosse oltre un secolo orsono…

“Ricerche di antichita’ preistoriche e romane nel territorio di Tonara; Il villaggio di Tonara è uno dei più elevati dell’isola di Sardegna (m. 935 sul livello del mare). E’ addossato alle falde della bella montagna detta Mungianeddu, uno degli ultimi contrafforti, verso sud-ovest, della catena del Gennargentu, in una posizione quanto mai pittoresca e dominante sopra una fiera e solenne contrada, che conserva ancora in parte la ricchezza dei suoi boschi secolari di lecci e di roveri, e si allieta di castagneti e di noccioleti e di discreti tratti di coltivi.

La posizione del villaggio è fra le più salubri dell’isola, così da farne una residenza estiva attraente; ma certo prina della costruzione delle attuali arterie ferroviarie e stradali, quell’abitato, relegato quasi a cavaliere del valico tra la valle dell’Isera, affluente dell’Araxisi, e quella di Bau Codina, affluente del Rio Taloro, si presentava di difficile accesso e naturalmente forte e ben difesa. […] In età romana il territorio, tanto nella vallata che su per gli altipiani, fu sparso di abitanti; un’antica via romana, forse un diverticolo della maggiore via che da Caralis traeva a Biora Valentia e Sorabile, doveva certamente penetrare, per ragioni strategiche, entro la Barbagia di Belvì dal valico di Gennargentu, dove restano alcune tracce. In età romana, più o meno tarda, si riferiscono alcuni idoli rinvenuti, di cui è memoria per il territorio di Tonara, sia in regione di Matalà che a Pedra Lobadas, a Su Marmù e finalmente in regione Tonai, un vasto e boscoso altipiano a 1000 m. sul mare, un vero parco di grande bellezza, tra il Riu Bau Codina,e la sierra di Su Lampu, dove in varie occasioni, mediante lavori casuali di boscaioli e di agricoltori, si ebbero avanzi di stoviglie di età romana; anzi qui, per la scoperta di alcuni grossi ziri in terracotta, di cui io vidi conservato presso la famiglia di Giovanni Tore…[…] Ma per contrario, di costruzioni e di avanzi riferibili ad età più antiche, il territorio di Tonara non aveva dato sinora che scarse tracce, a differenza di altre parti della zona del Gennargentu…[…] Nelle varie perlustrazioni che vi praticai nei mesi di agosto e  settembre dell’anno corrente, non potei rintracciare che i resti di una sola costruzione nuragica, già segnalata in un primo elenco ufficiale dei monumenti della Sardegna, redatto dall’ufficio dei monumenti di Cagliari, sino dal tempo in cui questo era diretto dal compianto prof. F. Vivanet.

Tali resti sono ridotti a poche pietre della base del nuraghe, disposte per un tratto di curva, le quali sorgono in vetta ad un acuto tacco di calcare giurassico, che troneggia di fronte all’abitato di Arasulè…[…] Il nuraghe dominava quel valico e tutti gli altri minori…[…] Era in posizione di dominio e di vedetta fra le più evidenti a dimostrare il carattere e lo scopo strategico della maggior parte delle costruzioni nuragiche. All’estremo lembo settentrionale di questo pianoro, dove questo degrada verso la via principale, affiora un arido banco di puddinga quarzosa, dalla superficie a grossi mammelloni tondeggianti, inciso alla base da molte frane e da cave di sabbia. In questo tratt0, in regione Maddì, ad un chilometro circa da Arasulè, si nota una grotta artificiale, una domus de gianas, o come dicono nel luogo, un forreddu de gianas, scavata in un mammellone di puddinga […] Rinettata completamente la tomba si rivelo di essere stata completamente spazzata dalla sua suppellettile primitiva. La presenza di varii frammenti di stoviglie romane lascia a supporre che in questa età l’antica tomba fosse stata violata per dar luogo a nuove sepolture.

Lasciamo Taramelli a esplorare una delle subregioni più belle ed aspre dell’Isola…