Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Torre di Portixedda

Foto di Gianfranco Casu_SarGea. ©Archivio Fotografico MuseoOristano

La torre di Portixedda di origine medievale, si presenta oggi come un torrione d’Età Spagnola. Il suo compito principale si esplicita nella difesa dell’accesso Est che dalla città  porta alla villa di Silì.

Via Mazzini


Lat: 39.904857 Long: 8.595332

Costruzione: XIII Sec. (1200-1299)

Categorie

  • porta | mura | edificazione | torre

Tag

  • giudicato | torre medievale | cinta mu | torre giudicale

Descrizione

La torre di Portixedda o “piccola porta”, è una delle torri minori della cinta muraria realizzata dal giudice d’Arborea Mariano II de’ Bas-Serra tra il 1290 e il 1293. Il suo nome deriva dalla porta che permette l’ingresso Est alla città, di cui rimangono purtroppo solo i pilastri d’imposta dell’arco di accesso. Dell’impianto del XIII secolo sono rimasti alcuni tratti della torre quadrangolare, inglobata in epoca post-medievale nell’odierno torrione a pianta circolare. La compone la stessa tecnica costruttiva del resto delle mura cittadine: una muratura a sacco con pietrame misto e malta, rifinita esternamente con blocchi squadrati in arenaria provenienti dalle vicine cave del Sinis.

Nei documenti del XV e XVI secolo, la zona viene denominata Su Castellanu, termine che ha dato origine a diverse ipotesi. Non un vero e proprio castello, ma una struttura di guardia robusta identificabile nel caseggiato ancora esistente di fronte alla torre, che ospita una guarnigione stabile a controllo di questo accesso. La struttura mostra notevoli avanzi del suo originario aspetto medievale: sono ancora visibili lungo la muratura prospicente la torre due oculi circolari monolitici di foggia gotica e un piccolo frammento con decorazione floreale. La via ad Est risulta infatti particolarmente importante perché conduce alla villa di Silì, tanto che nei documenti il quartiere di Su Castellanu e la borgata di Silì sono spesso ricordati insieme.

La Torre di Portixedda è visitabile su prenotazione chiamando al 0783791262

Le modifiche cinquecentesche

Alcuni elementi di recupero, tra cui la stessa pietra da taglio dalla torre precedente, vengono reimpiegati nell’attuale costruzione. Anche le feritoie, i piombatoi e le caditoie, non più necessarie in una struttura difensiva di epoca moderna, vengono comunque riutilizzate nella nuova struttura circolare. La pronunciata zoccolatura a scarpa della torre la rende adatta a sostenere l’offesa degli attacchi d’artiglieria.
Per inquadrare cronologicamente queste modifiche strutturali, è necessario rivolgersi ai piani difensivi in corso nell’Isola nella seconda metà del Cinquecento: infatti la nuova pianta del torrione si ispira alle torri costiere sarde, come quella della borgata di Torre Grande. Si ha notizia di alcuni lavori di restauro e risistemazione della cinta muraria di Oristano attorno al 1580, successivi alla realizzazione dei progetti dell’ing. Rocco Capellino che prevedono un totale riassetto delle mura, mai realizzato. In questa occasione è plausibile la risistemazione del baluardo di Portixedda.
In alcune foto di repertorio è possibile rilevare la presenza di piccoli locali addossati alla torre sul lato esterno, poi demoliti nel corso di restauri.

 

ENGLISH - Torre di Portixedda

Portixedda (literally “little door”) is one of the minor structures belonging to the city walls, built by order of judge Mariano II de’ Bas-Serra d’Arborea between 1290 and 1293. The defensive building controlled the important eastern access point, which lead to the Villa of Silì, continued down the ancient roman path of Forum Traiani and finally to the Barbagie in the North-eastern area of the island. The 13th‑century structure was built as a quadrangular tower using a mixed stone and mortar masonry technique and was finished with an external layer of sandstone blocks. There is no evidence from the medieval era referring to the structure, but it is mentioned in a document from 1512 as the tower of Xeaguessu, while the surrounding neighborhood is called Su Castellanu. It was probably not a castle, but a defensive bulwark that housed a garrison to guard the entrance. This building, located in front of the tower, still shows traces of medieval elements along the original brick masonry, through two gothic circular holes and in a small fragment with floral decorations. In the second half of 16th century, fear of invasion of Sardinia by the Ottoman Empire called for an operation to modernize the defensive structures. To this end, the upper section of the medieval tower was demolished, while the lower section was incorporated into a new solid tower with a circular base. The cut stone from the previous structure were reused, along with other elements, such as the machicolations and embrasures, which were adapted for the use of firearms. Among the key elements of military evolution was the creation of a decorative external layer of scarp, built precisely around the base in order to support offensive artillery attacks. Puerta de Levante was the name given to the new solid, due to its role supervising the street leading eastward. However, it was more commonly known as Portixedda, to distinguish it through its small size from the largest doors as Porta Ponti. On the side of the tower was an equilateral arch lowered, supported by solid sandstone doorjambs, which blocked a wooden double shutter door, with a gate used to close the entrance at night in order to protect the city. During the same period, a number of small premises intended for public use were built on the external side of the tower, while new houses were built along the internal side. In this way, the tower’s function underwent the same change as that of the all the other defensive structures in Oristano. In the middle of the 19th century, the door arch partially collapsed due to weather conditions. Owing to the fact that the Council did not have sufficient funds to restore the structure, and that it was no longer necessary to close the entrance at night, a decree for its demolition on 18th September 1862 gave the tower its current form.

 

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