Festa della Madonna del Rimedio
Santuario Basilica di Nostra Signora del Rimedio. Foto di Gianfranco Casu_SarGea. © Archivio Fotografico MuseoOristano.
La Festa in onore della Madonna del Rimedio si svolge nell’omonima Basilica situata nella frazione di Donigala Fenugheddu, distante pochi chilometri dal centro di Oristano.
Origini storiche
Le origini della devozione e del culto della Beata Vergine del Rimedio risalgono al periodo a cavallo tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e sono legati alla figura di S. Giovanni de Matha, teologo francese fondatore dell’Ordine Trinitario. Il documento storico più antico da cui si può ricavare la presenza del culto della Madonna del Rimedio in Sardegna è il testo ottocentesco “Le delizie delle torture in Sardegna nel sec. XVI” del Canonico Giovanni Spano. Qui si racconta un episodio datato al 1590 in cui un tale di nome Nicolò Manca, sedilese, sottoposto a tortura perché accusato di aver collaborato con dei malavitosi, si rivolge proprio alla Vergine del Rimedio per chiederle la grazia: “Sa Virgine Maria de su Remediu, proite qustu a mie!”.
La Basilica sorge sui resti della chiesa parrocchiale dell'antico villaggio di Nuracraba. Mentre la borgata, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento si spopolava a causa di alluvioni e di un’epidemia di peste, la chiesa era già meta di pellegrinaggio e non fu abbandonata come invece accadde al piccolo centro abitato. Gli interventi strutturali di ampliamento, cura e restauro della Basilica iniziati nell’Ottocento e arrivati fino ai giorni nostri e il diffondersi della devozione mariana hanno contribuito ad affermare la centralità della città di Oristano nel panorama religioso sardo. Tra i vari interventi spiccano la solenne consacrazione dell’altare maggiore del 1893 da parte di Mons. Paolo Maria Serci Serra Arcivescovo, l'incoronazione del Simulacro della Vergine avvenuto il 7 Settembre 1952 e la consacrazione del Santuario nel 1957 che ha elevato la chiesa a Basilica minore.
Celebrazioni
La festa del Rimedio cade l’8 settembre, giorno in cui si celebra la natività della B. V. Maria, ma le liturgie cominciano già il 29 agosto con l’inizio delle novene. In questi giorni dell'anno è possibile vedere molti fedeli attraversare a piedi il ponte che collega Oristano al Rimedio per assistere alle funzioni. La festa, molto sentita e partecipata, attrae nell’arco di pochi giorni migliaia di devoti che si recano al Rimedio, non solo da Oristano e dal Campidano ma da tutta la Sardegna, per ringraziare la Madonna, per sciogliere voti o più semplicemente per assistere alla messa. L'attività liturgica nella prima settimana di settembre si intensifica: se durante il novenario si svolgono generalmente tra le due e le tre messe giornaliere, il giorno della festa, invece, si intervallano messe ogni ora così da permettere a tutti i fedeli di potervi assistere.
Durante le celebrazioni è possibile assistere al tradizionale canto dei goccius, canti devozionali paraliturgici in lingua sarda che costituiscono una componente fondamentale delle celebrazioni. I goccius, chiamati anche gosos, sono stati tramandati da una generazione all'altra, spesso per via orale, e sono dunque privi di un autore.
Ai lati della Basilica si possono facilmente individuare le cumbessias: dei piccoli alloggi presenti in numerose chiese campestri sarde che hanno lo scopo di ospitare i pellegrini. Oggi meno utilizzate per lo scopo originario, alcune di queste sono state restaurate e messe a disposizione dei parenti degli ospiti degenti della vicina struttura sanitaria Santa Maria Bambina.
Altra pratica, caduta in disuso ma che ha determinato fortemente il carattere devozionale è stata l’ingente quantità di ex-voto conservati all’interno della Basilica, a dimostrazione della grande venerazione dei fedeli. Molti di questi oggetti sono stati offerti alla Madonna dai reduci della Grande Guerra che hanno trovato conforto e protezione nella sua figura.
La festa del Rimedio non è esclusivamente un momento di fede, attorno alla Basilica numerose bancarelle vendono prodotti locali, artigianato, oggetti sacri e giocattoli. Immancabili gli arrostitori di pesce, soprattutto muggini e anguille, che animano la piazza fino a notte inoltrata.