Immagine tratta da "Oristano : viaggio fotografico dal milleottocento... ad oggi" / testo di Giuseppe Pau Oristano : S'Alvure, stampa 1983

La Storia di Oristano - parte 4

STORIA DI ORISTANO (parte quarta)
La città vista dagli occhi di un viaggiatore del primo Ottocento

 

Superstizioni I sacerdoti illuminati, che hanno cura delle anime, studiano con grande zelo a estirpare certe pazze opinioni che si prendono nella prima età; ma il successo non è molto felice, perché la loro opera si annienta da coloro, ai quali giova che il popolo ritenga quelle opinioni. Gli amuleti essendo ancora in gran stima, sono assai ricercati quelli che sanno meglio far illusione ai semplici, e ben pagate le cartelle e i sacchetti, che contengono la pretesa virtù contro gli jettatori, le streghe, i fattucchieri, i pericoli di vario genere, e fino contro le palle e i pugnali.

Continuano molte antiche superstiziose consuetudini, i capannelli nella veglia di S. Giovanni Battista, tra le cui fiamme passan di salto i ragazzi, non nell’intendimento degli antichi di purificarsi, ma per giuoco.

Sono non poche le fanciulle del popolo che versano il piombo liquefatto in una scodella di acqua Sper saper di qual mestiere sarà il suo futuro sposo, volendo indovinarlo dalla forma che presentino le stille di metallo.

Le madri stanno ben attente a difendere i propri piccoli da certi occhi malefici, nel cui sguardo è un fascino pernicioso.

Vitto Gli Oristanesi, come in generale i  sardi delle regioni granifere, mangiano molto pane, e lo vogliono buono secondo il loro stato e la circostanza. […] Su moddizzosu è un pane buffetto che si fa con farina scelta, e piace a molti più dell’altro che è molto compatto e ad alcuni difficile da inghiottire e digerire.

I pesci sono non piccola parte del comune nutrimento, e venduti a prezzo libero nonostante i riclami continui contro il troppo arbitrio. Il pesce di mar vivo, che gli Oristanesi amano con ragione assai sopra quello che prendesi negli stagni, devesi pagare sovente fino a centesimi 80  la libbra, e quello di squamma (come dicesi il pesce  men gentile o fino che si estragge dalle peschiere) a 20 o a 25 centesimi, talvolta anche a 40.

Botteghe di pizzicagnoli circa 40, nelle quali vendonsi formaggi, butirro, salami, liquori, generi coloniali, pesce affumicato, salame, bottarghe.

Mendicanti Né borghi vi ha molta poveraglia, e in questi e nella città vedonsi erranti non meno di 150 accattoni, dé quali solo la metà sono Oristanesi.

Malattie più comuni Infiammazioni violente e febbri perniciose, massime ai forestieri, nei mesi di agosto, settembre, ottobre; e per le prime frutte indigestioni, dissenterie, febbri continue e intermittenti. […] Lo stato sanitario degli Oristanesi è, come significai, generalmente ottimo; la mortalità più frequente nella prima età; quindi quanto più si va innanzi tanto più la vitalità si rafforza.

 

Sono due ostetrici, ignoranti dè principi dell’arte; ma fortunatamente la facil natura supplisce a questo difetto.

Vaccinazione Resta ancora un po’ renitente nella plebe; ma fra poco il pregiudizio, per cui i genitori sottraevano  i loro piccoli a questa salutare  operazione, cesserà del tutto.

 

Fogge nel vestire Le persone delle classi alte e media vestono come nella capitale, , gli altri alla sardesca, piccole brache sopra i calzoni di lino, giubboncino, pelliccia o gabbano talare, e in particolare gli artigiani cingono a mezza vita uno scheggiale […]Le donne amano il rosso nelle loro gonnelle di sajo increspate, hanno un piccol corsaletto in broccato, distaccato dalla cintura di molte dita, restando scoperta la camicia, usano il grembiale, ed hanno per velo un gran fazzoletto, e soventi uno sciallo di seta, che scende tutto spiegato sul dorso sino ai piedi. Il volto resta circondato da un fazzoletto minore che tenesi fermato sotto il mento.

Passeggiate Indicherò quella del Ponte e l’altra di S. Lazzaro. Si è più volte tentato di fiancheggiarla di olmi e di pioppi e d’altre piante; ma la mal educata ragazzaglia le offese, le sterpò, e rese inutili le cure e vane le spese. Restarono di tante centinaja di olmi e di pioppi non più che alcuni individui, i quali con la loro stupenda vegetazione ombreggiano grandi spazi sotto l’ardor del sole, e fanno deplorare la distruzione  degli altri.