Il Condaghe di Santa Chiara di Oristano

Su brugu de sos coniolargios

Questo mese pubblichiamo un intervento del curatore di Museo Oristano, relativo alle fonti del XV e XVI secolo relative ai figoli e al borgo che da essi prende il nome. In particolare si prendono in esame le notizie e le informazioni tratte dal Condaghe di Santa Chiara di Oristano.

 

Il Condaghe di Santa Chiara di Oristano, registro patrimoniale nel quale venivano annotati i contratti di affitto relativi a case e terreni di proprietà del Convento delle monache di Santa Chiara di Oristano, costituisce una preziosa fonte di informazioni della società e della cultura oristanese ed arborense dei secoli XV e XVI.

Questo registro, studiato e pubblicato per i tipi della casa editrice S’Alvure di Oristano da prof. Paolo Manichedda nel 1987, riporta la più antica attestazione del nome di un figolo e del borgo dei figoli.

Antiogu Siddi./
Sa reverenda abadissa et monsas de Santa Clara anti / dadu huna domo alogeri a Antiogo Siddi conio/largio pro ses liras onni anno et at a pagary / in su mesi de austu. Dita domo fui de dona / Elena Pinna quondam, est situada in su brugu / de sos coniolargios ladus a sas domos de sus / Isquirros in fosso medianti et peis a s’ortu /
Scripsit. Nicolao Pinna notariu de sa citadi//

La trascrizione del prof. Paolo Maninchedda della carta 2v. del Condaghe di Santa Chiara dimostra come sin dal Quattrocento è documentato su brugu de sos coniolargios, il sobborgo posto a ridosso della città murata, dove si trovavano le abitazioni, le botteghe e i forni dei figoli oristanesi, attestato sino al XX secolo nell’area in prossimità dell’attuale chiesa di San Sebastiano. La collocazione del borgo dei figoli oristanesi in contiguità con l’aggregato urbano de su Pottu, il cuore storico della città murata, costituisce un’eccezione in quanto presso altre città, precise disposizioni impedivano la presenza delle botteghe di artigiani della ceramica e dei mattonai per evitare la costante e fastidiosa presenza in città dei fumi dei forni.

Oltre al figolo Antiogu Siddi, tra le registrazioni del 1591 e del 1592 è citato “mastre Sebestia Noni coniolario” e, ancora nel 1592, il “mastre Miquel lLija”. Il titolo di “mastre” richiama il livello delle competenze e il ruolo dell’artigiano. Evidentemente non si tratta di un apprendista ma di un maestro che, a seguito di un vero e proprio esame, aveva conseguito il titolo per aprire una bottega in proprio e che svolgeva un ruolo da protagonista all’interno della “maestrança”, successivamente gremio dei figoli.