Antonio Taramelli 6

Antonio Taramelli 6

Con questo nuovo contributo stiamo aprendo il volume secondo di Antonio Taramelli Scavi e Scoperte; leggeremo e apprezzeremo sempre più l’opera del Direttore degli Scavi di Antichità della Sardegna nonché Direttore del Museo Archeologico di Cagliari per quanto attiene le pubblicazioni che vanno dal 1911 al 1917, coprendo gran parte del triste periodo che comprende la Prima Guerra Mondiale; malgrado il clima non favorevole vista la temperie bellica, la sua opera di ricerca, scavo e pubblicazione non si ferma.

 

Ora nell’ordine si propone l’intera sequenza, ricordando sempre che le sue fatiche non potranno essere pubblicate integralmente ma riportate in pillole, speriamo accattivanti ma sempre con l’invito a consultare l’intera opera in quattro volumi presso la nostra biblioteca comunale.

Avrete notato che spesso i toponimi adoperati dal Taramelli differiscono da come sono conosciuti attualmente; questo potrebbe essere dovuto al modo di trascrivere o tradurre in italiano il toponimo conosciuto in lingua sarda o da come lui stesso li ha appresi dai locali che spesso lo accompagnavano nei luoghi oggetto di ritrovamenti o segnalazioni.

ANNO 1911
Terranova Pausania: Avanzi dell’antica Olbia, rimessi a luce in occasioni dei lavori di bonifica.
Cagliari: Tombe di età cristiana scoperte in regione Bonaria.
Lunamatrona: Rinvenimento di tombe romane in località “Corrazzu de Friaxiu”.
Decimoputzu: Moneta d’oro di Foca.
Tonara: Ricerche di antichità preistoriche e romane a Tonara.
Serri: Ricerche nell’acropoli di Santa Vittoria e nel recinto sacro.

ANNO 1912
Note di preistoria sarda.
Grotta sepolcrale di Marti presso Tonara.
Ripostiglio di monete puniche in bronzo di Tadasune.
Necropoli punica del predio Ibba di S. Avendrace, Cagliari.

ANNO 1913
Sardara: Tomba arcaica con statuette in bronzo d’arte protosarda scoperta a Sardara.
Cagliari: Nuova iscrizione cartaginese rinvenuta nel giardino Birocchi, in località SS Annunziata.
Iglesias: Iscrizione greca di età imperiale romana rinvenuta in regione Grugua.
Dolianova: Statuetta in bronzo di arte sarda rappresentante una figura di guerriero crioforo.
Nuragus: Statuetta in bronzo di età preromana rappresentante una sacerdotessa, rinvenuta in regione “Coni” o “Santu Millanu”.
Paulilatino: Navicella votiva in regione di Santa Cristina.
Ala’ dei sardi: Statuette di guerrieri ed altri bronzi di età preromana scoperti in regione Pedrighinosu.

ANNO 1914
Scoperte paletnologiche in sardegna.
Collezione di antichita’ sarde dell’ing. Leone Gouin.
Notiziario archeologico per l’anno 1914.
Guida del museo nazionale di Cagliari.
S. Antioco: Avanzi di età imperiale romana della antica Sulcis scoperti in regione “Is Solus”.
S. Vittoria di Serri: Il tempio nuragico e i monumenti primitivi di S. Vittoria di Serri.

ANNO 1915
Note sulla civilta’ protosarda.
Decimoputzu: Scoperta di un ripostiglio di bronzi di età preromana a M. Sa Idda.
Villaurbana: Ripostiglio di monete in bronzo imperiali romane scoperto in regione Bidelle.
Nuragus: Pozzo votivo di età preromana scoperto in regione “Coni” o “S. Millanu”.
Abbasanta: Esplorazione nelle necropoli di e nei luoghi sacri di età nuragica.
Santu Lussurgiu: Necropoli e domus de janas di Funtana Orruos.
Nuraghi e tombe megalitiche di Norbello.
Domus Novas Canales: Cittadella di Nurarchei.
Laerru: Esplorazione dei monumenti megalitici e scavi delle domus de janas di M. Ultano.
Ozieri: Grotta sepolcrale e votiva di S. Michele ai Cappuccini.
Villanova Truschedu: Il nuraghe Santa Barbara donato alla Stato.Laerru: Indagini nei tumuli con tombe di gigante in regione Bopitos, nelle tombe di Luogosanto ed in vari monumenti del territorio.

ANNO 1916
Problemi archeologici della Sardegna primitiva
Notiziario archeologico
Iglesias: Frammento di un nuovo miliario della via romana da Carales a Sulcis rinvenuto in regione Corongiu.
Abbasanta: Ricerche nel nuraghe Losa.
Paulilatino: Tombe di giganti di Niussi o Fontana Capidanni.

ANNO 1917
Gonnesa: Indagini nella cittadella nuragica di Serucci.
Ripostiglio di monete spagnole d’argento rinvenute presso la Madonna del Rimedio (Oristano)
Urzulei: Forma in pietra per fondere accette a doppio tagliente proveniente dalla grotta di Urzulei (Cagliari).

 

Iniziamo col 1911 andando in una delle aree preistoriche più interessanti ed affascinanti della nostra Isola; quella di Santa Vittoria di Serri il suo pozzo inserito in quello che venne già da allora definito Recinto Sacro; l’area della Giara di Serri si trova su un altipiano basaltico, al confine tra i territori del Sarcidano e della Trexenta[1], nella parte centro-meridionale della Sardegna e comprende testimonianze che partono dal periodo nuragico con il suo santuario definito “federale” alla chiesetta bizantina dedicata alla medesima santa.

“Chi, partito dalla stazione di Mandas sulla ferrovia secondaria per Sorgono, muove verso settentrione, attraverso una regione dalle varie ondulazioni e con leggieri risalti, molto uniforme ed in gran parte coltivata a grani, con ristretti lembi di vigneti e di coltivi, vede sorgere di fronte una dorsale di colli che dalla verdeggiante zona di olivi e di vigne di Escolca e di Gergei si alza, dapprima con molle declivio, poi bruscamente si aderge con rocce a picco, brulle e rossastre, di lave trachitiche, dai contorni netti e recisi, ancora più vivi e salienti per il confronto con le biancheggianti pendici dei sottostanti calcari miocenici.- E’ quella la costiera della Giara di Serri, che sorge a cavaliere tra due conche di Gergei e di Isili”.

Con queste parole Antonio Taramelli nel 1914 descriveva quella Giara di Serri che cinque anni prima gli aveva rivelato il più straordinario villaggio-santuario della Sardegna nuragica.

Ma seguiamo il Direttore…

“SERRI – Ricerche nell’acropoli di Santa Vittoria e nel recinto sacro”.

Nei mesi di novembre e dicembre del 1909, in seguito ai risultati della scoperta avvenuta intorno ai ruderi dell’acropoli protosarda di Serri, a poca distanza dalla chiesa campestre di Santa Maria Vittoria, fu condotta una seconda campagna di scavi, durante la quale fui assistito dal sig. dott. Raffaele Petazzoni, del Museo preistorico di Roma, e dal sig. Filippo Nissardi, ala quale si deve, oltre alla segnalazione  del secondo recinto templare, anche il lavoro di rilevamento di questo, come degli altri edifici monumentali dell’acropoli. […] Il nuraghe che sta all’estremità meridionale dello sbarramento fu sacrificato quasi completamente dalla costruzione della chiesa medievale di s. Maria della Vittoria. Nella campagna precedente era stata messa in evidenza la traccia della torre centrale A; a queste erano addossate due torri, congiunte tra loro da una cortina di muro, che fasciava il nucleo centrale, lasciando un vano o corridoio che permetteva di accedere alle torri aggiunte. […] Alla distanza di circa 450 m. dal gruppo di ruderi costituito dal nuraghe, dal pozzo sacro e dalle capanne, esistono alcuni cumuli di rovine che dovevano costituire un agglomerato di abitazioni di cui ora non è facile, senza ingenti lavori di sgombero, distinguere né il numero, né i limiti.

Il recinto, dal diametro interno di m.11,00 è formato da una robusta muraglia di circa m. 1,50 di spessore, costrutta con grossi blocchi di basalto, non lavorati, ma disposti con una certa regolarità a corsi, mantenuti orizzontali per mezzo di opportuni incastri di pietre più minute. […] Nella parete interna al recinto, a due metri a destra della porta, è praticata una nicchia o ripostiglio dalla bocca rettangolare, alta e larga m. 1,00 e profonda m. 0,70, e munita di uno spiraglio che da all’esterno del muro. […] E parimenti coi recinti dell’isola di Malta si hanno i più stretti raffronti col nostro recinto di s. Vittoria, il quale se ha i suoi consimili anzitutto nell’ambiente sardo, ha però nei monumenti primitivi dell’isola di Malta un notevolissimo riscontro. Il nostro recinto può essere accostato anzitutto a quello già scavato completamente, esistente di fronte al nuraghe Losa di Abbasanta. […] I principali oggetti rinvenuti intorno all’altare sono i seguenti: a) Una piccola figura di toro alta mm. 54 in bronzo, di schietto lavoro sardo; tozzo e robusto, dalle ampie corna rivolte in alto e la fronte appiattita. b) Alquanto più piccola è la figurina di vacca, pure tozza e dalle ampie corna lunate, più erette che nella figurina di toro, alt. mm. 58; con una certa cura sono rese al giogaia e le rughe del collo; la testa è però trattata più sommariamente ed anche la fusione è difettosa... c) Notevole è la figurina di cinghiale… d) Una figurina di capriuolo, molto consunta dall’ossido, ma trattata con una certa sicurezza e con realismo… e) Rozza testa di quadrupede di dimensioni abbastanza grandi, mm. 40…f) Parte di sostegno di navicella votiva, con anello di sospensione logoro, è sormontato dalla figurina di uccello, forse colomba di cui abbiamo numerosi esempi. […] I dati raccolti in questo scavo, come nel precedente, sull’altipiano di Serri, ampliano alquanto le notizie che noi possediamo sulla civiltà e specialmente sui riti e sui culti della popolazione sarda primitiva, alla quale i dati stessi si debbono riferire.

Anche se in maniera succinta spero si sia resa l’idea della grandiosità dello scavo di Taramelli; dopo di lui moderni archeologi hanno compiuto ulteriori scavi con tecniche e strategie moderne ma trovando ancora ulteriori materiali ma soprattutto risposte che il vecchio Soprintendente non aveva potuto dare.

 



[1] Al santuario di S. Vittoria si giunge percorrendo la strada statale 128, bivio di Monastir attraverso Senorbì, Suelli, Mandas fino al moderno abitato di Serri. All’ingresso del paese si svolta sulla sinistra per un raccordo asfaltato che, volgendo verso ovest, conduce dopo 4 km a Santa Vittoria.