Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Portale Vito Sotto

Portale Vito Sotto

Il portale di Vito Sotto è una struttura unica in Sardegna, l’esempio principe tra i portali rurali dell’Oristanese.
(SS. 292 -Donigala Fenughedu)

 

 

 


Lat: 39.927100 Long: 8.572695

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

Il portale dell’oliveto "Vitu Sotto" per le sue peculiarità architettoniche è il più importante tra tutti quelli esistenti in Sardegna.
Col suo sviluppo in altezza di oltre 8 metri, si qualifica come una struttura inconsueta, considerando che nasce per un uso privato. Il facoltoso cittadino oristanese Don Antonio Vito Soto, sul quale possediamo scarse notizie, commissiona il portale monumentale come ingresso del suo podere, dotandolo inoltre di un possente muro di cinta in laterizi. Del nobile personaggio conosciamo al momento un atto del 1780, nel quale si impegna a fare dono dei suoi larghi possedimenti alla moglie Donna Annetta.
Il portale di Vitu Sotto viene certamente disegnato da uno degli architetti con patente regia attivi in quel momento nell’Oristanese. Si predilige il nome di Giuseppe Viana, che lavora in quel periodo alla fabbrica del convento e della chiesa della Madonna del Carmine. Altri importanti cantieri sono attivi in città, come quello della chiesa di Sant’Efisio a lungo attribuita allo stesso Viana.
Vico Mossa attribuisce l’opera al Guarini o allo Juvarra, ma in tempi recenti si è preferito riassegnarlo all’ambito del Viana, soprattutto sulla base di evidenze formali che lo avvicinano alle soluzioni adottate nella chiesa del Carmine. Nonostante questo, sono chiare le deformazioni dovute a una sensibilità tutta isolana per la decorazione, tipica di maestranze locali affezionate a vecchi schemi. Gli storici dell’arte rilevano un interesse coloristico per il dettaglio: infatti non passa inosservata l’attenzione verso un effetto chiaroscurale, enfatizzato dalle complesse linee barocche.

 

Le peculiarità archittettoniche

La struttura è interamente in blocchi di arenaria e inserti di trachite rosa di ottima qualità, tagliati ex-novo per la costruzione. La robustezza dell’insieme è garantita da paraste angolari e dall’inspessimento della muratura in prossimità del fornice. Quelle che frontalmente appaiono come lesene ad alternanza di conci calcarei e trachitici, sono in realtà altre due paraste ancor più aggettanti di quelle angolari, celate dalla curvatura dei blocchi che quasi ne nascondono la vista. Lesene in lastre di trachite con lieve reincasso scandiscono lo spazio restante. In questo portale, come nel caso del coevo portale Loffredo, la terminazione mistilinea interessa grosso modo metà dell’altezza complessiva della costruzione, nonostante l’impressione generale sia quella di un accentuato sviluppo verticale, suggerito dall’alta apertura ad arco ribassato.
Le esigenze determinate dalla posizione del portale, aperto su una stretta via di campagna, impongono al progettista una scelta del tutto originale: l’asse del fornice, così come quello delle forti paraste e del dado mistilineo sulla sommità, si incurvano lievemente sul lato sinistro, creando una sorta di svasatura obliqua dell’ingresso, in modo da agevolare il passaggio dei carri. Questo curioso espediente possiede anche una funzione estetica, poiché da qualunque posizione lo si osservi, il portale non risulta fuori asse né sproporzionato, anzi si enfatizza l’impressione del forte sviluppo verticale cui si è accennato.
Quattro figure antropomorfe in pietra trachitica svettano sulla sommità, mentre due mascheroni, sempre in pietra vulcanica, coronano il flessuoso andamento delle volute sui fianchi. La decorazione del fastigio, anch’esso chiuso da volute, è invece assicurata da cornicette oggi vuote e dallo stemma del proprietario, sormontato da una croce. Ad impreziosire ulteriormente questo portale unico nel suo genere, resiste ancora oggi la cancellata in ferro battuto con la sua rosta, mirabile opera di artigiani fabbri oristanesi. Termini di confronto, oltre che nella chiesa del Carmine, si ritrovano in numerosi balconcini dei palazzi signorili nel centro storico di Oristano e nelle balconate in ferro delle cantorie della Cattedrale. Anche in questo caso il portale non possiede alcuna funzione protettiva, ma celebra in maniera assoluta la fortuna del facoltoso proprietario oristanese.