La Storia di Oristano - parte 5

La Storia di Oristano - parte 5

Il carnevale degli oristanesi è simile a quello che si pratica negli altri paesi. Sono pochi, a’quali piaccia di travestirsi e mascherar la faccia; i più amano di danzare nelle piazze pubbliche con le fanciulle e le loro innamorate al suono del tamburo e del piffero, e ad alcuni di correre sopra bei destrieri, or singoli, or a due a due , or a più in presenza di tutto il popolo che fa ala nella contrada e applaude ai più destri.

 

La Sartilla o giostra. Così chiamavasi il giuoco dell’anello, che si costuma a Oristano nella domenica e martedì di carnevale, al quale concorrono quelli che sono invitati formando una compagnia con un capo ed un sotto-capo, che dicono compositore e sotto-compositore.

Il capo di siffatto torneo veste il cojetto, calzoni corti di pelle, stivali, ed ha un fazzoletto sotto il cappello e una maschera di legno verniciata, verde nella domenica, e color oscuro il martedì.

Il luogo dello spettacolo è presso la cattedrale, ed ivi in mezzo al popolo muovono a gran galoppo da una parte il capo, dall’altra il sotto-capo della compagnia, e scontrandosi sotto la corda che ha pendente una stella o l’anello, nel quale si deve imbroccare, incrociano le spade.

Dopo questo  primo atto i torneanti uno dopo l’altro spronano alla corsa i destrieri e tentano di infilzar l’anello, quindi lasciata la spada prendono la lancia e ripetono la prova.

Siffatto spettacolo istituito per dar un onesto trattenimento al popolo e toglierlo da altri luoghi e piaceri sostienesi per due legati, i cui redditi sono destinati alle spese necessarie per il convito che offresi ai torneanti.

Finito il gioco il capo toglie in mano un fantoccio di pervinca; corre per due volte l’arringo giocolandosi con quella informe effige, che non si sa di che sia simbolo; e quindi si volge con tutta la sua comitiva alla contrada delle corse, dove si sbizzarriscono correndo così come abbiamo accennato.

(Le immagini a corredo dell'articolo sono state scattate nel XXI secolo)