Scheda: Soggetto - Tipo: Ente

Liceo Classico S. A.De Castro

Liceo Classico S. A.De Castro

Presente ad Oristano dal 1860, vede nel 1965 l’abbellimento della nuova sede con i pannelli ceramici di Nerino Negri e Paolo Meneghesso dedicati alle Arti: Pittura, Poesia, Teatro, Scultura, Mu- sica, Canto, Architettura


Lat: 39.902218 Long: 8.588276

Fondazione: 1860

Le opere ceramiche del Liceo Classico De Castro

Nel 1965 il Comune di Oristano bandisce un Concorso Nazionale per la realizzazione delle opere di abbellimento del Liceo-Ginnasio. Tra i quattro progetti presentati viene scelto quello di due artisti padovani: Nerino Negri, allievo di Arturo Martini e di Alberto Viani, e Paolo Meneghesso, allievo di Bruno Saetti. Tra il 1966 e il 1968 Negri e Meneghesso realizzano due lunghi fregi (metri 13,50x0,50 e 12,50x0,50) per ornare le pensiline prospicienti l'ingresso principale e l'ingresso laterale, e sette pannelli (metri 1,50x1,80 ciascuno) per decorare le pareti interne dell'androne. Nelle opere in terracotta e ceramica del Liceo De Castro i due artisti padovani, oltre ad offrirci seducenti ricorsi alle terracotte etrusche, agli stucchi pompeiani e ai rilievi dell'arte medioevale, mostrano di saper recuperare anche quel filone espressivo che è l'arte infantile, il disegno spontaneo, componente tra le più interessanti negli sviluppi dell'arte moderna. Con uno stile autonomo, senza cesura tra citazione colta e vena popolare, Negri e Meneghesso creano forme semplici nelle quali, tuttavia, c'è sempre traccia delle matrici iconografiche collaudate e reiterate nella cultura figurativa italiana, dalle origini al Novecento. Nell'essenzialità delle immagini e nella loro carica evocativa di forme e colori si può scorgere un ideale di bellezza che va al di là della contingenza temporale e che, senza essere “prigioniera di uno stile”, riesce a creare “l'insondabile architettura per raggiungere l'Universale” (A. Martini, La scultura lingua morta,1945).

Esterno

Il fregio del prospetto Nord mostra paesaggi soleggiati e scorci di borghi campidanesi, nei quali si inseriscono scene divita sarda: il gioco, le corse dei cavalli, la festa e il ballo, i riti religiosi. Nel fregio del prospetto Est, ai campi coltivati, agli specchi d'acqua e alle facciate delle case tradizionali, si alternano alcune scenette che alludono alle principali attività economiche del territorio: la pesca, l'agricoltura e l'allevamento.

Interno

Nella parete sinistra dell'androne, si allineano i pannelli raffiguranti la Pittura, la Poesia e il Teatro mentre, nella parete destra, quelli che raffigurano la Scultura, la Musica, il Canto e l'Architettura.

La Pittura
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Questo pannello reca la firma “NEGRI MENEGHESSO” in basso al centro e mostra, a sinistra, una figura femminile in piedi e, a destra, un tavolo con natura morta e una tela sul cavalletto. La fanciulla tiene una tavolozza colorata nella mano sinistra mentre con l'altra sostiene l'ampio velo che le incornicia il volto. L'andamento sinuoso del corpo e l'inclinazione dell'asse del capo, rivelano una posa tutt'altro che statica e il colore bianco sembra conferirle un'aura sacrale. La natura morta sul tavolo e l'immagine dipinta sulla tela non sono nettamente distinte ma si intrecciano e si confondono con soluzioni che conservano qualche traccia delle sperimentazioni cubiste.

La Poesia:
Il soggetto rappresenta una figura femminile seduta, che legge un libro tenuto aperto sulle ginocchia. Una veste biancala ricopre interamente lasciandole scoperti i piedi, la mano sinistra ed il volto, mentre un ampio velo dello stesso colore le incornicia le spalle. A sinistra la presenza di un albero d'alloro è chiara allusione alla poesia. La figura è stilizzata, ma la posa efficace le conferisce un atteggiamento assorto e rilassato. Le colature verdi sul lato inferiore sinistro attestano una prassi operativa libera rispetto al risultato compositivo finale.

Il Teatro
In questo pannello sono raffigurate due maschere tradizionali della Commedia dell'arte, Arlecchino e Colombina. Il primo ha una maschera nera sul viso e veste il tipico indumento con rattoppi triangolari e romboidali di vari colori; la seconda ha il viso scoperto, indossa una camicia bianca e un'ampia gonna dai toni bianchi e azzurri. Colombina tiene le braccia conserte, mentre Arlecchino le ha incrociate dietro la schiena come a nascondere una marachella. Riquadri smaltati blu e verdi e una tenda rossa e bianca alludono certamente ad un teatrino con sipario, concluso in basso a destrada due maschere appena abbozzate.

La Scultura:
Il soggetto principale di questo pannello raffigura uno scultore al lavoro con mazzuolo e scalpello, seduto su uno sgabello e vestito con una lunga tunica che lascia scoperti i piedi scalzi. Davanti a lui sono disposti tre mezzi busti, due in posizione verticale e uno disteso, e un capitello ionico rovesciato. La rappresentazione dei volti è schematica, con la sottolineatura del motivo sopracciglia-naso. Gli smalti, dai colori vivaci e fortemente contrastati, sembrano richiamare l'arte espressionista

La Musica:
Questo pannello rappresenta un giovane nudo accovacciato, intento a suonare il flauto, con accanto un cane bianco. Le figure sono delineate in modo schematico attraverso le linee di contorno e sono rese con forme essenziali che alludono a talune soluzioni espressioniste del Novecento. Il cielo azzurro, due gabbiani in volo, un fico d'India e uno specchio d'acqua assegnano al paesaggio l'aspetto tipico mediterraneo. Nella parte destra del pannello, firmato e datato "NEGRI'67", prevale la terracotta monocroma, nella parte sinistra la ceramica, che si accende di forti contrasti cromatici.

Il Canto:
Questo pannello, recante la firma "NEGRI N.", mostra tre figure affiancate nell’atto di cantare con in mano uno spartito musicale. Alle loro spalle una tenda rossa e alcune forme geometriche circolari su una trama di linee rette perpendicolari. Questi elementi, sovrastati da un fregio dorato su cui spiccano alcuni rami d'alloro, sembrano evocare un teatrino all'aperto. Le figure umane, stilizzate e con lineamenti privi di particolari suggeriscono, tuttavia, atteggiamenti estatici e incantati.

L'Architettura:
Questo è l'unico pannello che reca la firma dei due autori “NEGRI, MENEGHESSO” in stampatello nero su sfondo bianco. A sinistra una figura femminile seduta, vestita di bianco, con il corpo di ¾ e il volto di prospetto. In alto, al centro, il disco del sole sfiora con uno dei suoi raggi il braccio della donna. Sul lato destro uno sfondo caratterizzato dalla sovrapposizione di quadrati e rettangoli di diverse dimensioni e colori. In cima il modellino di un tempietto votivo e un compasso aperto, entrambi in terracotta, e una piccola cornice squadrata, in smalto azzurro, rimandano inequivocabilmente al mestiere dell'architetto.

 

Testi di Giuseppe Orro