ICONOGRAFIA NEL BESTIARIO MEDIEVALE

ICONOGRAFIA NEL BESTIARIO MEDIEVALE

La brevità di questo scritto, nato da più richieste di approfondimento sul contributo già proposto sul restauro delle mensole della chiesa di Santa Maria Maddalena di Silì, ha in primo luogo l’obiettivo di riunire le ricerche sulle iconografie riconoscibili nelle mensole trecentesche della citata chiesa e di quella di Santa Chiara in Oristano, limitatamente ai testi che si sono potuti consultare.

 

 

A proposito delle immagini proposte purtroppo vista l’attuale situazione pandemica che limita sia le uscite che gli ingressi nelle chiese, ci si è rivolti alle immagini scansionate presenti nel bellissimo testo editato a Oristano che troverete in bibliografia e che consiglio, visto l’interesse, di consultare attraverso il prestito presso la nostra biblioteca comunale. Di questo ce ne scusiamo con i nostri lettori se esse non saranno chiare e nitide.

SCIMMIA [1]; Per i cristiani del primo Medioevo, la scimmia rappresentava il demonio, non tanto come simbolo del peccato quanto dell’eresia e del paganesimo.
Nell’arte gotica, una scimmia con una mela in bocca venne a simboleggiare il Peccato Originale e fu introdotta nella iconografia della Madonna col Bambino e in altri temi. La stessa immagine fu usata dagli artisti del Rinascimento, ma con diverso significato, cioè come attributo del Gusto.
L’uomo riconosceva nella scimmia un’immagine distorta e meschina di se stesso, perciò questo animale fu usato come simbolo del vizio in generale e incarnazione della Lussuria.
La scimmia è connessa al temperamento sanguigno.

FEDE; Contrapposta alla Fede è l’Idolatria, rappresentata da una figura maschile che adora una scimmia, simbolo medievale del paganesimo.

BUE (?)[2]; Il principale animale da tiro nelle società primitive.
Il Bue rappresenta simboleggia la forza ed è attributo della Pazienza personificata; ma anche dell’Accidia, uno dei sette vizi capitali.
Un tempo era animale sacrificale e l’antica patristica[3] lo indica come simbolo del sacrificio di Cristo in alternativa all’agnello.
E’ attributo di S. Tomaso d’Aquino (1225 ca. – 1274) teologo medievale noto come Dottore Angelico e i suoi scritti sono il fondamento di buona parte della dottrina cattolica; di S. Lucia (che fu legata a un tiro di buoi), di S. Silvestro e di S. Luca (bue alato).
Il Bue, il Leone, l’Aquila e l’Angelo (i “quattro esseri viventi” dell’Apocalisse) raffigurati insieme simboleggiano i quattro evangelisti, gli stessi rappresentati dalle grandi statue presenti nella nostra aula consiliare a loro dedicata.
Nella Chiesa di S. Chiara è presente una mensola (seconda da sinistra nell’attuale collocazione) ma viene catalogata come Toro. In un corridoio interno al convento è presente un’altra mensola ancora in situ.

AQUILA; Nel Medioevo alludeva all’ascensione di Cristo.
E’ il simbolo di S. Giovanni Evangelista e come tale può reggere nel becco la penna e il calamaio; inoltre, costituisce uno dei quattro Esseri animati o viventi dell’Apocalisse.
Un’aquila lancia un grido allarmante preannunciando terribili disgrazie quando suoneranno le ultime trombe (Apocalisse).
“ Il quarto vivente è come l’aquila in pieno volo”. [4]
Nell’iconografia allegorica, l’aquila è un attributo della Superbia, insieme col Pavone e il Leone.
L’aquila, capace di elevarsi al di sopra delle nuvole e di fissare il sole, è stata universalmente considerata un simbolo ad un tempo celeste e solare. [5]
Re degli uccelli, l’aquila corona la simbologia generale di questi ultimi che è quella degli angeli, cioè delle creature aventi uno status spirituale superiore. [6]
Infine, l’aquila è sempre nera: con questo colore, nella simbologia alto-medievale e successiva, si indicava il principio di autorità. [7]

LEONE; Compare frequentemente nell’arte religiosa e profana con vari significati simbolici.
Nel Medioevo rappresentava la Resurrezione perché, secondo i bestiari, quando i piccoli nascono, giacciono come morti per tre giorni e la vita non entra in loro sinché il padre non alita sul loro muso.
Il Leone alato, uno degli Esseri animati o viventi dell’Apocalisse, è simbolo e attributo di San Marco, come ben rappresentato dalla bandiera della città di Venezia.
Hanno per attributo il leone i Santi: Girolamo, Adriano, Eufemia e Tecla.

Altre ulteriori interpretazioni potrebbe essere:
Zanne; interpretando così le mensole che sembra ne riportino quattro, non trovando niente con questa indicazione si è rilevato invece il termine di Zappa con questa breve descrizione
“Nell’iconografia è un attrezzo alternativo alla vanga nelle mani di Adamo e di Cristo Giardiniere”
Nella Chiesa di S. Chiara [8] una mensola simile (la prima a sinistra nell’attuale collocazione) viene catalogata come Angelo telamonico (struttura architettonica di sostegno a forma di figura maschile, detta anche atlante).
Nel testo adottato per questa ricerca non si fa menzione del Cerbiatto, come invece riporta un mensola presente nella Chiesa di S. Chiara (terz’ultima a destra nell’attuale collocazione).
Si darà ora un breve cenno sulla simbologia di altri animali presenti nell’arte medievale.
Animali, soprattutto scimmie, che imitano il comportamento umano.

ASINO; Nelle simbologie è connesso all’Accidia.

CANE; Indiscusso simbolo della fedeltà nell’arte dal medioevo in poi.

CAPRA; Essa è attributo di lussuria personificata.

CERVO; Un cervo o una cerva. Famoso per la sua agilità e l’acutezza dei suoi sensi, che ne rendono difficile la cattura, il cervo è attributo dell’udito, uno dei cinque sensi e della prudenza.

CINQUE SENSI; Animali connessi ai cinque sensi nell’iconografia rinascimentale del ‘500 sono: l’aquila per la vista; il cervo per l’udito; la scimmia per il gusto; il cane per l’olfatto. Non viene incluso il quinto senso come il tatto, probabilmente non attribuibile al mondo animale.

ORSO; Secondo i bestiari, i piccoli dell’orso nascevano privi di forma e venivano plasmati dalla madre che li leccava.

Per la Chiesa medievale ciò era un simbolo della conversione dei pagani al Cristianesimo.

 

Come facilmente comprensibile, non tutto quanto ci sia provenuto dall’arte medievale e rinascimentale ha un significato chiaro e univoco a noi di questa epoca. La Chiesa ha fatto spesso ricorso all’arte, sia pittorica che statuaria per tradurre più facilmente quanto presente nei libri sacri quali i Vangeli, non alla portata di un popolo ancora pressoché analfabeta; alcune queste simbologie sono ancora da noi facilmente riconoscibili nelle immagini di Santi e Martiri proprio grazie agli antichi codici per l’immediato riconoscimento e se ne citano solo alcuni: i santi che recano con loro una foglia di palma sono identificabili come martiri e di fianco ad essi c’è il cosiddetto simbolo del martirio come per esempio il piattino che contiene gli occhi cavati per Santa Lucia o San Sebastiano sempre rappresentato legato ad una colonna e trafitto dalle frecce o ancora Santo Stefano con le pietre con cui fu lapidato o ancora Sant’Andrea crocifisso su una croce con i bracci posti in diagonale.

Ancora altri santi “non martiri” dove per esempio il giglio bianco simbolo di purezza è sempre presente nella figura di Sant’Antonio di Padova o ancora Sant’Antonio Abate che reca vicino ai suoi piedi un maialino.

Ci auguriamo che questo breve contributo possa aver, se non chiarito del tutto le vaste e spesso incerte interpretazioni, prodotto il desiderio di condurre ulteriori ricerche.



[1] J. Hall, “Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte”, Milano, 1974.

[2] Il punto interrogativo è relativo alla incertezza che la mensola rappresenti un bue; come vedremo più avanti troveremo citato il toro.

[3] Il pensiero cristiano dei primi secoli, specialmente in quanto frutto della meditazione e della predicazione dei Padri della Chiesa.

[4] Apocalisse di S. Giovanni IV, 7-8 in La Santa Bibbia.

[5] G. Rizzo Venci, Note sulla simbologia e l’emblematica dell’aquila, Da: Medioevo Saggi e Rassegne n. 8, Pisa, 1983, p. 161.

[6] G. Rizzo Venci, op citata.

[7] J. Chevalier – A. Gaeerbrant, Dizionario dei simboli, Parigi, 1973, p.23.

[8] Suor Celina Pau, Un monastero nella storia della città, Oristano, 1994.