Il nuraghe Bau Mendula
Proprio in queste passate settimane sono riprese le indagini archeologiche, con relativa campagna di scavo, presso il Nuraghe Bau Mendula di Oristano/Villaurbana a cura di un team di archeologi facenti capo alla Università di Sassari.
Qualcuno si chiederà come mai si siano riportate le due località per riconoscere la pertinenza territoriale del grande monumento, infatti la particolarità sta nella “comproprietà”.
Il grande nuraghe, di tipologia complessa a tholos, è situato al limite occidentale del territorio di Villaurbana, proprio al confine con quello di Oristano; la torre B del lobo sud occidentale è infatti inserita nel territorio del capoluogo oristanese, mentre la maggior parte del monumento megalitico e l’annesso villaggio, sono pertinenti invece a quello di Villaurbana.
In Bau Mendula si colloca dunque alle estreme propaggini collinari del grande massiccio del Monte Arci ad una altimetria di 170 metri s.l.m.
La prima vera prospezione è quella del 1990 a cura dell’archeologo Vincenzo Santoni[1] per conto della Soprintendenza Archeologica per le provincie di Cagliari ed Oristano, comprendeva la rimozione dei materiali di crollo che investivano le strutture dell’edificio verso l’alveo del sottostante Riu Gai.
Lo stato dell’area, prima dell’intervento, non consentiva di individuare con chiarezza l’articolazione delle torri perimetrali in rapporto alla torre principale A.
Questa emerge con maggior ampiezza rispetto ai restanti volumi, risultando oltremodo decentrata rispetto a quello che pareva un ampio cortile.
L’insieme complessivo del nucleo polilobato si estende sull’asse Est-Ovest per 23 metri, mentre sull’asse Nord-Sud per 23 metri. La torre centrale, come già indicato, si trova a 170 metri di altitudine ed emerge dall’attuale piano per oltre sei metri. L’indagine preliminare volgeva anche a stabilire la presenza di un’altra ulteriore torre periferica sul fianco occidentale.
Si osservò inoltre come l’articolazione delle masse volumetriche seguisse i condizionamenti del terreno su cui esse sono state costruite; diversamente dalla torre B, emergente pressoché per intero nel suo volume originario, le restanti torri centrale A e quelle marginali definite C, D, E, F, G, sono parzialmente definite.
Sempre durante queste prospezioni non fu possibile indicare la configurazione degli spazi interni e il relativo raccordo fra le varie parti volumetriche presenti, intorno a quello che venne definito cortile H, dove fa ragionevolmente supporre si aprano buona parte delle suddette torri marginali, compreso l’ingresso della torre centrale A.
Le prospezioni permisero di evidenziare la presenza nella torre F di un foro praticato dall’alto ad opera di scavatori clandestini tra le macerie dei blocchi crollati; proprio da questa apertura è stato all’epoca possibile comprendere l’articolazione delle murature interne e i relativi collegamenti.
La tipica scala elicoidale è particolarmente evidente nel volume della torre A fino ad una seconda camera ostruita da materiale di crollo.
La muratura interna del nuraghe è realizzata in blocchi poliedrici in trachite di pezzatura media, tendenti a disporsi in filari regolari, intervallati da massi di maggiori dimensioni ma di forma irregolare, privi delle cosiddette “zeppe di rincalzo” ovvero di pietrame più minuto atto al livellamento della muratura al fine di rendere più stabile l’intera costruzione, mentre per quanto attiene la muratura esterna i blocchi sono di rispettabili dimensioni, quasi ciclopici e posti in opera seguendo la loro naturale forma, così da costituire una omogenea intelaiatura e comporre un buon reticolo.
A parte una accettina litica perfettamente levigata ed una fusaiola, i materiali ceramici rinvenuti sono tutti attribuibili a forme di vasi pertinenti al Bronzo Medio.
Da precisare che l’intero complesso del Bau Mendula, con l’annesso villaggio, fu frequentato ininterrottamente dall’età tardo repubblicana (da 509 al 31 a.C.) all’età medievale.
Interessante appare l’elencazione dei nuraghi pertinenti all’area di Villaurbana, di seguito presentati in una cartina di distribuzione:
1) Nuraghe San Giovanni nel territorio tra Villaurbana e Siamanna; quadrilobato posto a 80 m. s.l.m.
2) Nuraghe Bingia Beccias; monotorre posto a 113 m. s.l.m.
3) Nuraghe Nuraxeddu: monotorre posto a 132 m. s.l.m.
4) Nuraghe Pedru Procu; di forma incerta con possibilità possa trattarsi di un pseudonuraghe posto a m. 164 s.l.m.
5) Nuraghe Florissa; polilobato di incerta definizione planimetrica posto a m. 171 s.l.m.
6) Nuraghe Melas; bilobato posto a m. 234 s.l.m.
7) Pseudonuraghe Sa Mitza; ridotto ad un cumulo di rovine, posto a m. 278 s.l.m.
8) Possibile fonte sacra di Sa Mitza.
9) Nuraghe Porcilis; polilobato posto a m. 222 s.l.m.
10) Nuraghe Craddaxius; polilobato posto a m. 251 s.l.m.
11) Tombe di giganti di Craddaxius.
12) Nuraghe Pedrosu; di forma indeterminata posto a m. 182 s.l.m.
[1] V. Santoni: Il nuraghe Bau Mendula in Sardinia Antiqua. Cagliari 1992.