Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Palazzo Giudicale

Palazzo Giudicale

Il Palazzo Giudicale, sorto tra la fine del XIII e il primo XIV secolo, ha attraversato le vicende storiche della città, divenendo sede del Marchese e poi Carcere. Ad oggi attende ancora un recupero.

Piazza Manno


Lat: 39.901592 Long: 8.592247

Costruzione: XIII Sec. (1200-1299) - XIV Sec. (1300-1399)

Categorie

  • piazza | carcere | marchesato | giudice | giudicato | palazzo | edificazione

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  • reggia

Un antico palazzo

Quello che rimane dell’antico palazzo giudicale si trova negli attuali ex-uffici del Carcere di Oristano, trasferito recentemente nella nuova struttura circondariale di Massama. I numerosi documenti di età medievale e moderna pervenuti, consentono la ricostruzione storica di questo importante edificio. Le prime menzioni di un palazzo del giudice arborense risalgono al 1263, sotto il regno di Mariano II de’ Bas-Serra. L’edificio collocato lungo la strada che dalla piazza de sa Majori, conduce alla Cattedrale di Santa Maria (le attuali piazza Manno e via Episcopio/via Duomo), è inserito in un complesso di edifici di pertinenza della famiglia giudicale, detti hospicia. Questo antico palazzo compare ancora nel 1299,  risulta dotato di un atrio riscaldato e di una scalinata che conduce a un piano superiore.
Sotto il regno di Ugone II, il giudice utilizza alternativamente i locali dell’antico e del nuovo palazzo, ancora in costruzione al momento del suo decesso avvenuto nel 1335. In effetti fino al XIV secolo è possibile che la stessa Scrivania del regno non avesse un’unica sede: gli atti vengono stilati e firmati nella Cattedrale o in altre chiese, in case private o nelle varie residenze della famiglia regnante. Considerando l’estrema vicinanza del palazzo al complesso difensivo di San Filippo,  si è ipotizzato che questo costituisse un unico complesso col baluardo difensivo. Un progetto unitario, voluto da Mariano II, dove la reggia viene protetta e inserita nel cosiddetto castrum, una vera e propria cittadella fortificata che occupa una consistente porzione della Oristano del XIII secolo.

 

L’epoca di Mariano IV

Il palazzo giudicale viene certamente utilizzato sotto Mariano IV, intorno alla metà del Trecento. A questo periodo risalgono gli atti dei Procesos contra los Arborea, i provvedimenti giudiziari avviati dalla Corona d’Aragona contro i Giudici d’Arborea. Le dettagliate informazioni presenti in queste carte permettono di ricostruire idealmente l’organizzazione degli spazi all’interno del palazzo, in particolar modo al piano terra: l’ingresso aperto sulla piazza conduceva a un atrio, una sorta di cortile chiuso. Dal cortile si accedeva immediatamente alla magna aula, utilizzata per le assemblee pubbliche e come sala d’attesa per chi volesse chiedere udienza al giudice. L’aula comunica con un’ anticamera che porta sul fondo del palazzo, dove si trova la camera o parlatorium, luogo in cui il sovrano accoglie gli ospiti in un ambiente dotato di arredamento essenziale. Parlatorium e magna aula comunicano con la Cancelleria, dove vengono conservati i documenti regi,  con una piccola camera adibita a scriptorium. E’ presente poi la cappella palatina intitolata al Salvatore, officiata dai padri Francescani sempre vicinissimi al regnante arborense e alla sua famiglia. Della cappella non si conosce molto, nel Seicento vi trova posto un retablo di sant’Antonio Abate e parte dei suoi arredi vengono trasferiti nella chiesa di Santa Chiara nel 1518.
Sull’altra ala del palazzo troviamo i locali occupati dalla canava (la dispensa) e dalla cochina (cucina). Un Maggiordomo si occupa di sovrintendere alla vita di palazzo, avendo a disposizione tanto personale alle sue dipendenze. Sul retro della reggia troviamo un ampio cortile, stalle e i depositi di legna e cereali. A ridosso della fortezza, sul lato Est, un grande orto con mulino, un pozzo e una cisterna. La reggia protetta dalla fortezza, è progettata per resistere agli assedi, quindi l’intero complesso riunisce una funzione residenziale e difensiva.
Queste puntuali informazioni permettono di avvicinare l’organizzazione del palazzo giudicale a quella dei  regni iberici. Mariano IV, educato a Barcellona, ha avuto il tempo di acquisire tutte le conoscenze necessarie per avvicinare il cerimoniale di corte a quello catalano. Nella reggia dei nostri sovrani, come in quella di tutti gli altri principi europei, si organizzano infatti banchetti e altre cerimonie accompagnati da spettacoli di musici e giullari. Ad ulteriore testimonianza sappiamo che la reggia dispone di stoviglie e suppellettili varie in argento.
Molto meno numerosi sono i dettagli sulla struttura del palazzo. Viaggiatori ottocenteschi parlano di alcuni “avanzi di finestre ogivali” di probabile costruzione d’età gotica. Quanto alle coperture, sull’esempio delle chiese oristanesi e dei palazzi barcellonesi, è possibile che fossero prevalentemente lignee e dipinte.

 

L’epoca Moderna

In seguito alla caduta del giudicato nel 1410, il palazzo diventa la residenza del Marchese di Oristano e nel 1478 passa alla patronato regio, ospitando anche alcune sedute del Parlamento. Le condizioni della reggia risultavano davvero precarie se nel 1501, un provvedimento della Corona impone di impiegare alcune rendite pubbliche per la sua riparazione. Per tutto il Cinquecento proseguono notizie di questo tenore, confermate anche dallo storico Giovanni Francesco Fara nel 1580. Alcune perizie vengono condotte all’inizio del Seicento, una delle quali rivela l’esistenza di un deposito di armamenti d’età medievale (purtroppo scomparso). Nel 1697 si provvede a riparare radicalmente il palazzo. Fonti successive pongono in effetti alcuni dubbi sull’entità di questi lavori, che potrebbero aver visto una quasi totale demolizione delle vecchie strutture.
La reggia, privata di tutti i collegamenti con le costruzioni attigue, compreso il baluardo difensivo completamente demolito, inizia ad ospitare una caserma nell’Ottocento. Alcuni disegni e fotografie di repertorio mostrano l’aspetto dell’edificio tra la fine del XIX e il principio del XX secolo: una struttura robusta a due piani, priva di intonaco e di qualunque decorazione delle aperture.

 

La demolizione ottocentesca

Nei primissimi anni del Novecento, con la risistemazione definitiva della piazza Manno e la costruzione del nuovo corpo di celle dei detenuti nell’area una volta occupata dalla fortezza, l’antica reggia giudicale muta ancora il suo aspetto, divenendo sede degli uffici e principale ingresso del Carcere. Liberato ora da queste incombenze, attende un recupero da parte delle autorità.