Iscrizione marmorea del VII secolo presente nel museo Antiquarium Arborense

La prima testimonianza della lebbra a Oristano

Una nuova lettura della rarissima iscrizione marmorea del VII secolo presente nel museo Antiquarium Arborense, a cura del curatore del Museo Raimondo Zucca.

Al Museo archeologico  Antiquarium Arborense è presente una lastra marmorea rarissima del VII secolo con l’iscrizione funeraria  di un bimbo, che doveva dormire un sonno indisturbato nel cimitero bizantino di San Giorgio, presso San Salvatore di Sinis.
I violatori della sepoltura, infatti, avrebbero patito dopo morti la sorte di Giuda nell’inferno e da vivi la lebbra di Giezi, la più antica menzione della lebbra in Sardegna, terra in cui la lebbra è stata una malattia endemica dall’antichità al secolo XX.

"------ [- - - vixit plus minu]s ann(os) III, dep(ositus) [-] / [F]evr(uariis), ind(ictione) III. Si [quis] / (h)anc sepultu[ram] / ebertere bolu[erit] / (h)abeat parte(m) c(um) / Iuda et lebra[m] /  G(i)ezi (croce.)"

Traduzione italiana secondo una nuova lettura (2020) di R. Zucca:

[nome del fanciullo] visse  più o meno 3 anni, fu deposto (nella tomba) le calenede (1) (le none (5) o  le idi (13) ) di Febbraio,  nell’indizione terza (indicazione del terzo anno di uno spazio di 15 anni (indizione) incerto del VII secolo.. Se qualcuno volesse violare questa sepoltura  abbia parte con Giuda (nell’inferno) e la lebbra di Giezi.

Questa la storia terribile di Giezi che fu colpito da una lebbra inestinguibile, per la sete di denaro...
Naaman di cui si parla nel II libro dei Re, fu un capo dell’esercito arameo  di Ben Hadad II al tempo di Joram. Quest’uomo prode era affetto dalla lebbra e venne guarito per opera del profeta Eliseo: immergendosi nel Giordano per sette volte il suo corpo ridivenne immacolato. Naamàn, ottenuta la guarigione, per gratitudine si rivolse ad Eliseo pregandolo di accettare un dono. La replica del profeta è ferma: “Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò!”. Naamàn insistette perché egli lo accettasse, ma senza successo. A questo punto nella storia viene coinvolto un personaggio minore che assiste alla schermaglia, il servo del profeta. Giezi, escogitando un piano ardito, e correndo dietro alla carovana del generale che rientrava in Siria, chiede fraudolentemente a Namàn, a nome di Eliseo, un talento d’argento e due mute di abiti per i  figli dei profeti.

Naamàn, con estrema generosità, consegna due vesti e non uno ma due talenti d'argento:  sono necessari, perciò, due servi di Naamàn per reggere quei 70 kg d'argento, dirottati da Giezi a casa sua. Infine Giezi andò a presentarsi ad Eliseo. Ma il profeta gli domandò: «Giezi, da dove vieni?». E questi rispose: «Il tuo servo non è andato da nessuna parte».  Ed Eliseo ribatté: «Non ero forse presente in spirito quando quell’uomo si voltò dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso, schiavi e schiave? ma la lebbra di Naamàn si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre». Uscì da lui lebbroso, bianco come la neve.

 

Secondo Libro dei Re - Capitolo 5

1 Naamàn, comandante dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramei. Ma quest'uomo prode era lebbroso. 2Ora bande aramee avevano condotto via prigioniera dalla terra d'Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di Naamàn. 3Lei disse alla padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è a Samaria, certo lo libererebbe dalla sua lebbra». 4Naamàn andò a riferire al suo signore: «La ragazza che proviene dalla terra d'Israele ha detto così e così». 5Il re di Aram gli disse: «Va' pure, io stesso invierò una lettera al re d'Israele». Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci mute di abiti. 6Portò la lettera al re d'Israele, nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». 7Letta la lettera, il re d'Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me».
8Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d'Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele». 9Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. 10Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va', bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». 11Naamàn si sdegnò e se

ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: «Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra». 12Forse l'Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d'Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato. 13Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: «Bàgnati e sarai purificato»». 14Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato.
15Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». 16Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L'altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. 17Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore. 18Però il Signore perdoni il tuo servo per questa azione: quando il mio signore entra nel tempio di Rimmon per prostrarsi, si appoggia al mio braccio e anche io mi prostro nel tempio di Rimmon, mentre egli si prostra nel tempio di Rimmon. Il Signore perdoni il tuo servo per questa azione». 19Egli disse: «Va' in pace». Partì da lui e fece un bel tratto di strada.
20Giezi, servo di Eliseo, uomo di Dio, disse fra sé: «Ecco, il mio signore ha rinunciato a prendere dalla mano di questo arameo, Naamàn, ciò che egli aveva portato; per la vita del Signore, gli correrò dietro e prenderò qualche cosa da lui». 21Giezi inseguì Naamàn. Naamàn, vedendolo correre verso di sé, saltò giù dal carro per andargli incontro e gli domandò: «Tutto bene?». 22Quello rispose: «Tutto bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: «Ecco, proprio ora, sono giunti da me due giovani dalle montagne di Èfraim, da parte dei figli dei profeti. Da' loro un talento d'argento e due mute di abiti»». 23Naamàn disse: «È meglio che tu prenda due talenti», e insistette con lui. Chiuse due talenti d'argento in due sacchi insieme con due mute di abiti e li diede a due suoi servi, che li portarono davanti a Giezi. 24Giunto alla collina, questi prese dalla loro mano il tutto e lo depose in casa, quindi rimandò quegli uomini, che se ne andarono. 25Poi egli andò a presentarsi al suo signore. Eliseo gli domandò: «Giezi, da dove vieni?». Rispose: «Il tuo servo non è andato da nessuna parte». 26Egli disse: «Non ero forse presente in spirito quando quell'uomo si voltò dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso, schiavi e schiave? 27Ma la lebbra di Naamàn si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre». Uscì da lui lebbroso, bianco come la neve.