Archeo Tirso Bike II

Archeo Tirso Bike II

Nella precedente escursione (Archeo Tirso Bike) abbiamo risalito il corso del fiume Tirso e visitato alcuni dei punti di interesse nei territori comunali di Simaxis, Zerfaliu, Solarussa e Siamaggiore.

Oggi useremo quel "viaggio" come base d'appoggio per due digressioni, grazie alle quali è possibile estendere l’escursione o, in alternativa, crearne una nuova.

 

1) ZERFALIU - VILLANOVA TRUSCHEDU (SANTA BARBARA - SAN GEMILIANO)
Partendo dalla chiesa medievale di San Giovanni Battista è possibile uscire dall'abitato verso nord-est, grazie a una strada intercomunale asfaltata verso Villanova Truschedu, pedalando paralleli al fiume Tirso.

Dopo circa 6 km, alla nostra sinistra troveremo un cartello turistico che ci indicherà una sterrata; nel percorrerla si costeggia la recinzione di un'azienda fino a raggiungere il nuraghe Santa Barbara.

Il monumento è ben noto, essendo stato scavato dal Taramelli già nel 1915. Altre campagne di scavo si sono avute negli anni 90' del secolo scorso e nel 2006. Secondo quanto riportato nel sito internet del comune, l'area del nuraghe è parzialmente di proprietà privata, tuttavia è possibile visitare il monumento e le sue immediate adiacenze.

Dopo aver percorso a ritroso la sterrata e essere tornati sull'asfalto, svoltando a sinistra si prosegue sempre paralleli al Tirso (alla propria destra); si incontreranno due incroci nei quali si dovrà sempre tenere la sinistra fino a raggiungere un cancello, anche questo alla propria sinistra: siamo giunti al santuario campestre di San Gemiliano.

Dalle poche notizie reperite su internet, l'edificio, che sorge all'interno di un'area verde, risalirebbe al XVII secolo.

Nel sagrato è visibile la statua in pietra del santo. Da segnalare anche la presenza di un olivastro secolare di notevoli dimensioni.

Dirimpetto alla facciata ci sono alcune "cumbessias" (piccoli alloggi che venivano occupati dai fedeli durante le celebrazioni) ristrutturate, mentre poco più in là si scopre l'esistenza di quello che doveva essere un piccolo villaggio. Le abitazioni sono in rovina e la vegetazione si sta riprendendo i suoi spazi.

Vale la pena di farci un giro tra questi ruderi e provare a immaginarli abitati, pieni di vita e di persone che qui hanno trascorso i momenti della festa.

E prima di abbandonare il sito aggiriamo la fila delle "cumbessias" restaurate per una doverosa visita ad altri, nobili ruderi: quelli del grande nuraghe che è diventato, con tutta probabilità e come documentato in altre realtà, la fonte primaria delle pietre per la costruzione del novenario e forse anche per la chiesa.

Altre immagini degli esterni, delle "cumbessias" e del nuraghe sono visibili a questo link.

2) SOLARUSSA (PIDIGHI) - BAULADU (ZINNURI - SANTA BARBARA DE TURRE)
Dopo aver visitato il sito archeologico di Pidighi è possibile proseguire lungo la comoda strada sterrata che corre lungo il muretto di confine dell'area archeologica fino a raggiungere l'accesso alla strada comunale Bauladu - Zinnuri (circa 2 km).

Svoltando a destra si affronta una salita in asfalto di circa 800 metri al termine della quale si arriva alla fonte di Zinnuri.

Immersa nel verde del parco comunale, questa fonte offre uno spettacolo di rara bellezza e rappresenta il luogo ideale per una sosta o un pic-nic.

La fonte viene definita nuragica, forse per la presenza di un nuraghe (chiamato Zinnuri) a poca distanza dall'area del parco. Difficile, tuttavia, dare una datazione certa alla fonte. È tuttavia molto probabile che gli antichi abitanti della zona conoscessero e utilizzassero l'acqua della sorgente.

Dall'area del parco di Zinnuri si torna indietro sulla strada comunale appena percorsa, stavolta in discesa, per circa 2 km fino a trovare, sulla destra, una sterrata che sale verso le colline, al termine della quale si giunge al sito di Santa Barbara de Turre.

Ma poco prima di giungere all'area degli scavi, quando si percorre la strada sterrata, volgendo lo sguardo alla propria destra è possibile notare la finestrella d'ingresso di una domus de janas, testimonianza di un'antica frequentazione del sito.

Il sito viene scavato con ottimi risultati già da qualche anno grazie anche al sostegno dell'Amministrazione comunale. Di questo sito, composto (per ora) da un nuraghe, un villaggio e una necropoli, si è parlato nello scorso autunno per il ritrovamento di una sepoltura inviolata di difficile datazione.

Per restare informati sugli scavi, per leggere i vari interventi e vedere le immagini, nonché leggere le impressioni di chi ha lavorato e lavora allo scavo è possibile seguire la pagina facebook dedicata.

Su internet, digitando “Santa Barbara de Turre” in qualsiasi motore di ricerca (es. Google) si può accedere a diverse pagine con ulteriori informazioni sul sito e sugli scavi.

DATI TECNICI
Come scritto sopra queste due digressioni possono essere eseguite implementando l'itinerario citato in premessa, oppure costituire un itinerario ex-novo.

La digressione 1) misura circa 16 km (andata e ritorno), compresa la sterrata che consente di raggiungere il nuraghe Santa Barbara con un dislivello positivo di circa 60 metri. Il fondo stradale è costituito da asfalto, pertanto non ci sono difficoltà tecniche da segnalare.

La digressione 2) misura circa 10 km (andata e ritorno) su fondo misto (sterrato/asfalto) in gran parte pianeggiante.

Qualora, invece, si volesse realizzare un'escursione ex novo (San Gemiliano, Santa Barbara di Villanova Truschedu, San Giovanni Battista, Pidighi, Zinnuri, Santa Barbara de Turre) occorre aggiungere al chilometraggio il tratto Zerfaliu - Pidighi che misura (solo andata) circa 7 km.

Infine si menziona la vicina chiesetta campestre di Santa Vittoria, ubicata sulla cima di un colle, poco a nord del sito di Santa Barbara de Turre.

È possibile seguire l’itinerario anche in auto, ma per raggiungere alcuni siti è necessario camminare a piedi per qualche centinaio di metri.

Le foto a corredo fanno parte dell’archivio personale dell’autore.