Scheda: Evento - Tipo: Religioso

Festa di Santa Croce

Il mercato di Santa Croce - Antonio Corriga, 1990 olio su tela. cm 200 X 483 (collezione Comune di Oristano)

La festa di Santa Croce, che ricorre il 14 settembre, è stata nel passato la più importante festa della città di Oristano.

Conosciuta come “sa festa manna” (la festa grande), è stata inserita nello Statuto Comunale per la sua rilevanza come tradizionale ricorrenza della Comunità. Oggi è molto diversa dal passato, ha conservato fedelmente il carattere religioso mentre quello civile si è rinnovato completamente.

Fino agli anni ‘50, in un’epoca in cui l’economia isolana si basava prevalentemente sull’agricoltura e l’allevamento, in occasione della festa di Santa Croce, si teneva ad Oristano la più importante fiera del bestiame della Sardegna. È bene ricordare che accanto al calendario ufficiale vigeva un calendario basato sui cicli agrari e settembre è tutt’ora un mese importante all'interno del mondo contadino, che in lingua sarda è chiamato Cabudanni in riferimento all’inizio dell'annata agraria. In questo periodo si stipulavano, tra l’altro, i contratti di lavoro ed era l’occasione per l’acquisto del bestiame.

L’aspetto economico e sociale della festa, faceva da contesto alle celebrazioni liturgiche e devozionali in onore della Santa Croce, che nella città di Oristano, tutt’ora, sono legate al crocifisso trecentesco di Nicodemo, scultura lignea dall’aspetto particolarmente drammatico, considerato uno dei simulacri più importanti dell'Isola e conservato nella chiesa di San Francesco.

 

La festa ieri e oggi

La festa di Santa Croce nasce dall’incontro tra il sacro e il profano. Il culto della Croce è stato introdotto dai frati francescani nei primi anni del 1200 e si è successivamente consolidato con la venerazione del Crocifisso di Nicodemo. Dalla documentazione storica sappiamo, però, che già precedentemente a questo periodo si svolgeva nel mese di settembre un’importante fiera del bestiame e una corsa di cavalli. Dalle ricostruzioni storiche è noto che la fiera ha cambiato diverse ubicazioni nel corso dei secoli: dal 1874 il mercato del bestiame si è spostato in Pratz’e bois (la piazza dei buoi) mentre le celebrazioni liturgiche si sono sempre tenute nella chiesa di San Francesco e tutt'ora è così.

La festa non era solo un momento puramente economico o devozionale, ma anche un'occasione di crescita culturale resa possibile dall'incontro con culture esterne. Non bisogna nemmeno pensare che fossero coinvolti solamente contadini e allevatori, poiché vi partecipava l’intero tessuto economico e sociale.
Con la festa di Santa Croce, Oristano si è confermata per un lungo periodo centrale nel circuito economico e culturale della Sardegna. L'evoluzione del settore agricolo, in particolare la meccanizzazione del lavoro e il progressivo abbandono del bestiame da traino e da lavoro, ma anche il mutamento dell'assetto urbano e le normative igieniche più restrittive hanno influito in maniera decisiva al declino della festa.

Oggi, dopo circa un decennio di interruzione, la festa rivive grazie al contributo dell'Associazione culturale Santa Croce e dei frati francescani. La fiera del bestiame non esiste più e pratz’e bois ospita bancarelle di prodotti locali, artigianato e pesce arrosto. Parallelamente vengono organizzati eventi collaterali di carattere folckloristico e culturale.

 



 

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