LO SCAVO ARCHEOLOGICO DI SA OSA 4 Autore del disegno Serreli

LO SCAVO ARCHEOLOGICO DI SA OSA 4

Abbiamo visto finora come l’intera indagine sia stata suddivisa per zone ben precise (quadrati) ed affidate alle indagini agli archeologi che poi ne hanno curato anche la relazione.
Ora si prenderà in esame il quadrato W20 indagato dall’archeologo Pietro Francesco Serreli del Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-artistiche, Università di Cagliari, che presenta i risultati preliminari dell’indagine stratigrafica condotta nel quadrato su indicato. In tale quadrato sono state documentate diverse fasi insediative ascrivibili ad età eneolitica, al Bronzo Medio, al Bronzo Recente e al Bronzo Finale-Primo Ferro.
(Si suggerisce di avere sempre ben chiara la suddivisione cronologia presentata nel primo contributo sullo scavo di Sa Osa)

In relazione alla fase più antica sono stati rinvenuti diversi frammenti ceramici di facies Sub-Ozieri (fasi iniziali del III millennio a.C.) derivati presumibilmente da un deposito abitativo successivamente rimestato. Tra i materiali fittili ivi rinvenuti si segnalano piedi di vaso tripode e piccole anse a tunnel.

Al Bronzo Medio (XVII - metà XIV sec. a.C.) possono attribuirsi alcune strutture infossate e tre focolari.

Riprendendo la planimetria generale già proposta si troverà la struttura C costituita da una fossa ellittica scavata nello strato arenaceo per una profondità di circa cm 40, ed interpretabile come fondo di una piccola capanna. Il suo riempimento era composto da un terreno scuro ricco di residui carboniosi, resti ossei animali e numerosi frammenti ceramici tipici di questa fase.

Sempre ad un fondo di capanna è riferibile presumibilmente anche la struttura E1. Essa risulta colmata da uno strato sabbioso nerastro che ha restituito anche in questo caso frustoli di carbone, ossa di animali, strumenti litici frammentari e un punteruolo in osso, oltre ad un discreto quantitativo di resti ceramici, per lo più tegami e teglie.

A Sud di tali strutture sono stati individuati tre focolari aventi caratteristiche similari.

In uno dei focolari, parzialmente conservato, il piano di concotto che ne costituisce la base copre uno strato di frammenti fittili e presenta forma pressoché circolare e base costituita da un doppio battuto di frammenti ceramici ricoperto da un sottile strato di argilla concotta, in parte disgregato. Un terzo focolare è costituito dal solo battuto di argilla concotta. Negli strati individuati in prossimità di tali strutture e riconducibili alla stessa fase del Bronzo Medio, ma in parte ancora da indagare, il terreno si presenta marrone scuro e restituisce frammenti ceramici sparsi, ossa di animali interpretabili come resti di pasto e abbondanti grumi di argilla concotta recanti in superficie impronte di vegetali intrecciati. Col prosieguo delle indagini si cercherà di verificare l’eventuale presenza sul terreno di elementi strutturali, quali ad esempio buche di palo, in connessione con i limiti e la copertura delle strutture abitative.

Presumibilmente riferibile a fasi conclusive del Bronzo Recente o anche iniziali del Bronzo Finale è il pozzo N, sicuramente quello che ha dato i materiali più interessanti ed unici. La struttura, priva di ghiera e scavata nel bancone di arenaria, è affiorata alla quota di m 2 s.l.m.; di forma cilindrica, presenta un diametro all’imboccatura di m 1 ed è stata parzialmente scavata per una profondità massima di m 4,10; gli archeologi si sono dovuti fermare a tale quota per motivi di sicurezza, sia dello scavatore che della struttura stessa. Sulla parete Sud-ovest sono presenti cinque incavi di uguali dimensioni (cm 20 x 20 x 8) posizionati, partendo dall’imboccatura, rispettivamente a quota m -0,70, -1,25, -1,70, -2,25 e -2,55. Sul lato Nord-est, invece, compare un solo incavo (cm 20 x 20 x 5) posto alla quota di m -1,45 dall’imboccatura.

Il riempimento del pozzo nel tratto più superficiale e per uno spessore di circa m 1, si presentava sabbioso e di colore marroncino; al di sotto di tale quota lo stesso strato aveva assunto una colorazione brunastra fino alla profondità di circa m 1,40, livello di risalita dell’acqua della falda freatica. Da questa quota il riempimento appariva sempre più fine e limoso, umido a causa della presenza dell’acqua. Nei livelli più profondi, a partire da circa m -3 di profondità, il terreno aveva consistenza fangosa con una presenza limitata di sabbia. Dopo la conclusione dello scavo, che come detto non ha raggiunto il fondo del pozzo, il livello della falda acquifera si è stabilizzato a una profondità di m -1,20 dall’imboccatura (m 0,80 s.l.m.).

A tutte le quote di scavo sono stati recuperati numerosi reperti ceramici, alcuni quasi integri, riconducibili ad un’ampia gamma di forme: teglie, tegami, coppe di cottura, scodelle, ciotole, olle, ollette miniaturistiche, coppe su alto piede, fornelli, crogioli, pesi da telaio, fuseruole, “pesi da rete”. Eccezionale, associata ai livelli del riempimento impregnati d’acqua, la presenza di materiali organici rappresentati da semi d’uva, di fico e di nocciola, conservatisi grazie all’umidità del terreno. Negli stessi livelli sono stati rinvenuti frammenti lignei di grandi, medie e piccole dimensioni, alcuni dei quali con tracce di lavorazione; di grande interesse è risultata l’associazione di questi materiali con resti di fauna marina (lische di pesce) e terrestre, in corso di studio [1].

Per le caratteristiche strutturali e per il suo contenuto, il pozzo N può essere interpretato sia come un pozzo utilizzato per l’approvvigionamento idrico sia come struttura per la conservazione di derrate alimentari.

Ad una distanza di circa m 5 dal pozzo N, in direzione Sud-est, è stato individuato e parzialmente scavato il pozzo D a cura degli archeologi Soro e Serreli. Esso presenta un’imboccatura circolare foderata da pietre basaltiche di piccola e media pezzatura, alcune delle quali riconducibili a frammenti di macine nuragiche; è presente anche parte di un’ascia scheggioide in trachiandesite di facies [2] Sub-Ozieri. Il pozzo nei primi cm 40 taglia un bancone di arenaria e più in profondità, fino a m -1,70 dall’imboccatura (quota massima raggiunta dallo scavo), uno strato alluvionale ghiaioso e sabbioso. In corrispondenza di questo strato geologico la canna del pozzo risulta più ampia dell’imboccatura; nel riempimento sono state rinvenute pietre, sia di basalto che di arenaria, presumibilmente in origine pertinenti alla camicia che foderava le pareti del pozzo. Fra queste sono riconoscibili frammenti di macine e pestelli di età nuragica. Dalla struttura provengono scarsi materiali ceramici, alcuni riferibili ad età eneolitica quali due piedi di vaso tripode e un frammento di olla, altri, in ceramica grigia, attribuibili al Bronzo Finale - Primo Ferro.

Lo scavatore ci informa che finora nel quadrato di scavo W20 non sono state identificate altre strutture in fase con i pozzi N e D.

 

Non ci stancheremo mai di ripetere che quanto finora riportato è stato mondato dei termini e dei riferimenti prettamente utilizzati nella letteratura archeologica onde poter rendere più scorrevole e soprattutto piacevole la lettura delle relazioni redatte dagli scavatori; volendo però rendere questo contributo con un taglio “scientifico” si è deciso di riportare fedelmente alcuni reperti del catalogo dei materiali rinvenuti nel contesto di scavo del quadrato W20, a dimostrazione della completezza delle informazioni che vengono date e che possono essere utili anche ad altri studiosi e ricercatori per trarne confronti in contesti anche lontani ma pertinenti dal punto di visto non solo cronologico.

Come osserverete ogni reperto risponde a degli standard, soprattutto per quanto attiene la colorazione delle superfici esterne della ceramica al fine di uniformare, attraverso l’uso di una tabella colori in uso a livello internazionale. Assieme alla descrizione del reperto lo scavatore arricchisce il suo contributo inserendo una bibliografia relativa a materiali simili già trovati in precedenti scavi.

Ancora di grande interesse appare notare la numerosa tipologia di forme ceramiche relative ad un vasellame utilizzato sia per cucinare che per mangiare, a riprova della raffinata cucina nuragica, dove ogni alimento veniva cucinato e servito nella corretta tipologia. Alcuni di questi frammenti appaiono riccamente decorati; quindi non solo una essenzialità della forma ma anche una ricerca estetica.

Teglia
Frammento di teglia a fondo distinto profilato. Orlo appiattito, pareti rettilinee lievemente inclinate verso l’esterno.
Impasto grigio (gray 2.5Y 5/1), depurato, con numerosi inclusi trasparenti bianchi e rossicci di grandi dimensioni.
Superficie interna marrone chiaro (very pale brown 10YR 7/3); superficie esterna grigia scura (very dark gray 7.5YR 3/1).
Parzialmente ricomposta da due frammenti combacianti. Si conserva parte dell’orlo, della parete e del fondo.H. max. res. 5,1; diam. max. 54,0; sp. parete 1,4; sp. fondo 0,8; sp. orlo 0,8.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 41.Tg.37, varietà B. Posada, Monte Idda (Cf. Fadda M. A., Il nuraghe Monte Idda di Posada e la ceramica a pettine in Sardegna, in Waldren W. H., Chapman R., Lewthwaite J., Kennard R.-C. (eds.), The Deya Conference of Prehistory: Early Settlement in the Western Mediterranean Islands and the Peripheral Areas, «BAR» International series 229, Oxford 1984, tav. 3:25; p. 16, tav. 16:12).

Tegame
Frammento di tegame a profilo distinto profilato, con pareti accentuatamente inclinate verso l’esterno, orlo assottigliato; presenta un foro sulla parete poco al di sotto dell’orlo.
Impasto rosa-nero (pink-black 7.5Y 7/3–2.5Y 5/1), depurato con una discreta quantità di inclusi bianchi, opachi, di grandi, medie e piccole dimensioni.
Superficie interna nera (black 2.5Y 2.5/1); superficie esterna rosa (pink 7.5YR 7/3).
Si conserva parte dell’orlo, della parete e del fondo.
H. max. res. 7,2; diam. max. 58,0; sp. parete 1,2; sp. orlo 0,6; sp. fondo 0,9.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 85.Te.22, varietà A. Uri, nuraghe Chessedu (Cf. Lilliu G., La civiltà nuragica, Sassari 1982, p. 112, fig. 122); Torralba, nuraghe S. Antine; Lanusei, loc. Seleni, tomba I; Macomer, nuraghe Santa Barbara, piano terra mastio e torre B; Massama, Montigu Mannu; Arzachena, nuraghe Albucciu, saggio Est.

Coppa di cottura
Frammento di coppa di cottura a pareti rettilinee molto inclinate verso l’esterno e orlo assottigliato.
Impasto nero (black 7.5YR 2.5/1), abbastanza depurato, con numerosi inclusi opachi bianchi, rosa e marron di medie e piccole dimensioni.
Superficie interna marron (brown 7.5YR 5/4), con segni di steccatura; superficie esterna marron-rossastra (reddish brown 5YR 5/4).
Parzialmente ricomposta da sette frammenti combacianti; si conserva parte dell’orlo, della parete e del fondo.
H. max. res. 6,0; diam. max. 38,0; sp. parete 1,1; sp. orlo 0,4.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 134.Cop.4. Gesturi, nuraghe Brunku Madugui (Badas U., Il nuraghe Brunku Madugui di Gesturi. Un riesame del monumento e del corredo ceramico, «Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano», 9, 1992, tav. V:GBM 17a); Meana Sardo, nuraghe Nolza.

Tegame decorato
Frammento di tegame. Fondo decorato con un motivo circolare composto da piccoli tratti regolari (da 2 a 5 mm), leggermente impressi con una stecca.
Impasto marron-grigio (brown-gray 7.5YR 5/3-2.5Y 5/1), depurato con una discreta quantità di inclusi bianchi e rossicci di grandi e medie dimensioni.
Superficie interna nera-marron rossastra (black–reddish brown 2.5Y 2.5/1-5YR 5/4); superficie esterna marron (brown 7.5YR 5/3).
Si conserva parte del fondo con decorazione.
Dim. res. 11 x 9; sp. fondo 1,2.

Tazza carenata
Frammento di tazza carenata. Orlo assottigliato; pareti al di sopra della vasca a profilo leggermente concavo, inclinate verso l’esterno, poco sviluppate; vasca troncoconica piuttosto profonda, fondo piatto.
Impasto nero (black 1 for gley 2.5/N), depurato, con una discreta quantità di inclusi trasparenti ed opachi bianchi e marron chiari di grandi e medie dimensioni.
Superficie del fondo interno ed esterna rosa (pink 7.5YR 7/3) con i segni della steccatura; superficie interna dell’orlo grigia scura (very dark gray 2.5Y 3/1).
Si conserva parte dell’orlo, della parete e del fondo.
H. max. res. 10,6; diam. max. 22,2; sp. parete 1,0; sp. orlo 0,4; sp. fondo 0,7.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 569.Taz.61. Cabras, Tharros, Su Murru Mannu (Cf. Santoni V., Il villaggio nuragico di Su Muru Mannu, «Rivista di Studi Fenici», XIII, p. 151, fig. 7:126; p. 336, tav. 205:1); Birori, Palatu; Arzachena, Punta Candela, str. II; Mara, Noeddos; Arzachena, Monte ‘Ncappidatu, str III.

Ciotola a corpo arrotondato
Frammento di ciotola a corpo arrotondato. Orlo assottigliato e distinto, pareti convesse inclinate verso l’esterno, vasca profonda, presa orizzontale.
Impasto grigio-rossastro (reddish gray 5YR 5/2), depurato, con numerosi inclusi opachi bianchi e marron scuri di medie e piccole dimensioni.
Superficie interna grigio chiaro (light gray 7.5YR 7/1); superficie esterna rosa (pink 7.5YR 8/3).
Si conserva parte dell’orlo e della parete con presa.
H. max. res. 9,0; diam. max. 25,4; sp. parete 0,7; sp. orlo 0,5.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 503.Cio.152. Oristano, Madonna del Rimedio (Cf. Santoni V., Sebis S., Il complesso cit., tav. III:11); Creta, Kommòs.

Scodellone troncoconico
Frammento di scodellone troncoconico a profilo appena convesso, con pareti fortemente inclinate verso l’esterno. Orlo superiormente appiattito e prominente all’esterno, presa a listello orizzontale.
Impasto grigio (gray 2.5Y 6/1), abbastanza depurato, con numerosi inclusi opachi di grandi e medie dimensioni bianchi, rosa, grigi e rossicci.
Superficie interna rosa (pink 7.5YR 7/4); superficie esterna rosa (pink 5YR 7/3).
Si conserva parte dell’orlo, della parete con presa e del fondo.
H. max. res. 12,0; diam. max. 36,8; sp. parete 1,0; sp. orlo 1,3; sp. fondo 1,0.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 143.Sco.6, varietà H. Nuraxinieddu, Montegonella (Cf. Sebis S., Villaggio di età del Bronzo a Montegonella (Nuraxinieddu – Or), «Studi Sardi», XXVI, 1981-85, tav. I:19); Oristano, Cuccuru ‘e s’Arena; Uri, nuraghe Peppe Gallu.

Olletta miniaturistica
Olletta miniaturistica a collo cilindrico, a corpo ovoide con anse verticali impostate alla massima espansione; fori diametralmente opposti sul collo.
Impasto marrone (brown 7.5YR 5/4), con scarsi inclusi bianchi trasparenti di piccole dimensioni.
Superficie marron lucidata (brown 7.5YR 5/4).
H. max. res. 4,3; diam. max. 4,2; diam. orlo 3,4; sp. parete 0,4; sp. orlo 0,3.
Ricomposta da due frr. combacianti, lacunosa nell’orlo.
Villasor, nuraghe Su Sonadori (Cf. Usai A., Marras V., Il complesso nuragico di Su Sonadori (Villasor, Cagliari), in D. Cocchi Genick (a cura di), L’età del bronzo recente in Italia, Atti del Congresso Nazionale 26-29 ottobre 2000, Viterbo 2004, p. 547, fig. 1).

Olla con orlo ingrossato e anse nastriformi ad imposte allargate (Fig. 5:7)
Frammento di olla con orlo ingrossato poco sviluppato, nettamente distinto, corpo panciuto, ansa verticale nastriforme ad imposte allargate a profilo pronunciato alla massima espansione.
Impasto grigio molto scuro (very dark gray 7.5 YR 3/1), depurato, con numerosi inclusi bianchi beige, rossastri e neri di grandi e medie dimensioni.
Superficie interna marron chiaro (light brown (7.5YR 6/3); superficie esterna marron chiaro (pale brown 10YR 6/3) con segni di steccatura; superficie dell’ansa grigio scuro (dark gray 7.5YR 4/1).
Parzialmente ricomposta da due frr. combacianti; si conserva parte dell’orlo e della parete con l’ansa.
H. max. res. 9,5; diam. max. 29,0; diam. orlo 19,0; sp. parete 0,5; sp. orlo 1,4.
Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., tipo 845.Ol.80. Posada, nuraghe Monte Idda (Cf. Fadda M. A., Il Nuraghe cit., tav. 8:4); Ploaghe, nuraghe Don Michele.

Coppa su piede
Frammento di coppa su piede, con piede distinto, vasca a profilo angolare.
Impasto grigio scuro (dark gray 1 for gley 4/N), depurato, con una discreta quantità di inclusi trasparenti bianchi di piccole dimensioni.
Superficie rosso chiaro (light red 2.5YR 6/8).
Parzialmente ricomposta da quattro frr. combacianti; si conserva il fusto e parte della vasca superiore.
H. max. res. 11,1; diam. max. 9,4; sp. parete vasca 0,4; sp. orlo 0,2; sp. fusto 2,8.
Campus, Leonelli tipo 600.Cop.1.
Cf. Campus F., Leonelli V., La ceramica cit., p. 365, tav. 210:1.

I disegni a corredo sono dell’autore Serreli.



[1] Lo studio è stato affidato al Prof. Marco Zedda dell’Università degli Studi di Sassari.

[2] Ricordiamo che per facies si intende uno specifico orizzonte culturale.