Aristanis nel 1300 attraverso la Realtà Virtuale. © Gabriele Pettinau

Aristanis nel 1300 attraverso la Realtà Virtuale

Aristanis nel 1300, un percorso virtuale e interattivo alla scoperta di alcuni luoghi della città intra e extra muros, a cura di Gabriele Pettinau e Nadir Danieli.

Sabato 12 maggio alle 19:30 presso il teatro San Martino (via Ciutadella de Menorca), in margine alla prima giornata oristanese di Monumenti Aperti, verrà presentato l’inedito progetto “Aristanis 1300: Ricostruzione in 3D di Oristano giudicale”. L’idea di «restituire un volto» alla Oristano del Medioevo non è nuova: negli ultimi dieci anni di ricerca storica è stata al centro dell’attività di un gruppo di appassionati e studiosi locali che con chi scrive ha contribuito a recuperare e ripercorrere intere pagine del passato della città. Il desiderio di ridare forma agli insigni monumenti giudicali, è da sempre condiviso anche col giovane e brillante architetto Gabriele Pettinau. Al suo ingegno e alle provate capacità, oltre che alla profonda conoscenza delle storiche architetture isolane, si aggiunge oggi la dimostrazione di una piena padronanza della grafica 3D, che nella presentazione di questo progetto trova un primo importante traguardo. L’obiettivo è però più profondo. Nella lunga attività volontaria di divulgazione e promozione del patrimonio culturale, grazie anche alla sensibilità del Comune di Oristano, della Fondazione Sa Sartiglia Onlus, oltre che alla costante agevolazione delle indagini da parte della Curia Arcivescovile Arborense, ci si è resi conto che la distanza tra ricerca scientifica e divulgazione andava in qualche misura assottigliata. Considerando la realtà dell’offerta turistica locale, solo recentemente smossa dal torpore grazie alla creazione del «biglietto unico» per i musei di Oristano, risultava infatti necessario dare un segnale d’innovazione, oggi possibile grazie alle più moderne tecnologie. Niente più di una vera e propria passeggiata per le strade della Aristanis del Trecento, infatti, potrebbe concretizzare l’esperienza del visitatore, del turista, dello studioso che voglia formarsi un’idea sulla realtà materiale, urbanistica e architettonica, del più glorioso e fiorente periodo di sviluppo artistico e intellettuale di Oristano. Le finalità del progetto hanno determinato la necessità di rendere il più possibile riconoscibili le architetture e gli spazi aperti della città, garantendo però l’attendibilità del prodotto scientifico, in quanto tale suscettibile di modifiche, integrazioni e arricchimenti. Questi ultimi sono i valori e i presupposti delle ricerche condotte in questi anni, sottoposte al costante vaglio di realtà come l’ISTAR, guidato dall’instancabile professor Giampaolo Mele, i cui contributi hanno lasciato un segno tangibile nella cultura locale. Le potenzialità offerte dalla cosiddetta «realtà aumentata», fruibili attraverso apparecchi di uso quotidiano come gli smartphone, aprono le porte alla condivisione della conoscenza e quindi dimostrano le possibilità della ricaduta sociale di questo progetto. Intensificare la collaborazione e il dialogo tra istituzioni, cittadini, ricercatori, quell’ormai celebre «rete», tanto discussa e solo raramente messa in pratica: ecco alcuni dei propositi, non collaterali ma fondanti, del lavoro – in itinere – presentato agli oristanesi. Impossibile poi non pensare a una simile risorsa in ambito didattico. In un mondo in cui è sempre più complesso coinvolgere le nuove generazioni, lo stesso mondo in cui è difficile imbattersi in una solida coscienza storica e identitaria anche tra gli adulti, solo la comprensione e l’impiego degli strumenti di comunicazione attuali può attivare, in tutti i sensi, nuove «connessioni». Un invito che ci è parso di dover raccogliere anche nell’ambito del Festival della Comunicazione in corso in questi giorni a Oristano, che ricorda l’importanza di preservare la Verità in ogni ambito; in questo caso, una verità storica che giace tra le righe dei documenti d’archivio e le rare testimonianze materiali e che merita pertanto di essere conosciuta. Sabato 12 e domenica 13 maggio sarà inoltre possibile visitare la mostra fotografica relativa al progetto, allestita presso lo stesso teatro San Martino.