Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 255 - come ben sperimentaste venne inondata ad ogni pioggia al quanto dirotta diventa in trafficabile e quindi al tempo stesso che si compirebbe ad un debito verso gli abitanti dei sobborghi, ripeto fino ad ora dimenticati, si otterrebbe due diverse comunicazioni alla stazione. Aggiungo inoltre a ciò, che la piazza che vi propongo, essendo in un locale, dirò vergine e di aria la più pura di tutto il rimanente della città, a preferenza di qualunque altro punto della medesima è suscettibile di miglioramento massimamente se subordinato ad un ben strutturato piano d’ingrandimento. Onorevoli colleghi; questa è la proposta di massima che io vi presento, coscienziosa, leale e senza principio di partito alcuno: io non ho la presunzione che ad esso fedelmente vi atteniate, il disegno che vi presento se lo accettate per massima, fattelo studiare da per- sona d’arte di me meglio avveduta; io non me ne adonterò e sarò con voi, come sarò con voi, ove proponiate qualunque altro locale, in cui la spesa ne sia minore o quanto meno uguale ed uguale o maggiore la convenienza, se poi persistete nell’idea della demolizione di case, io rispettando le vostre deliberazioni, non sarò mai con voi per impiegare som- ma alcuna per tale riguardo fino a tanto che si trattasse fare un imprestito per qualche opera speculativa, come ad esempio una condotta d’acqua, sistemazione di strade o cose consimili, il di cui utile potesse controbilanciarsi all’aumento delle imposte, forse potreb- be tornare gradevole al contribuente, ma certo no per (davanti casa): sono però più che convinto che alcuni qui fra noi, che sempre abbiamo curato i vantaggi dei nostri ammi- nistrati, proprio ora aver l’ardire di farne solo sul serio la proposta, ne vale il dire come, già si disse, coraggio si vada avanti così richiede la moderna civiltà: belle cose in vero se meno avessero di poetico. Se rovinate il contribuente con l’aumento delle imposte, se lo riducete con ciò alla mancanza dei mezzi pel sostentamento proprio e della diletta sua famiglia che coraggio potrà egli avere come và avanti? qual criterio potrà come è pure di questa moderna civiltà? Dirà ai figli che chiedono qual pane di cui l’abbiamo privato, coraggio, civiltà moderna? Deliberiamo dunque su quest’affare di cui oggi il paese non potrebbe dispensarsene senza massimo decoro, con moderazione, con prudenza da buon amministratore della cosa pubblica ed in allora sarà a tutti facile sperimentare qual sia quella moderna civiltà. 298 298 ASCO S.S., fasc. 768, c. 192v.
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