Il monumento ad Eleonora d’Arborea

-  246  - e sistemato nell’area del largo attuale, accresciuto colla demolizione dei cortili ora esi- stentesi uno SQUARE entro il quale dovrebbe stare il monumento. Chi scrive si permette però osservare che in tal luogo un’opera d’arte che mentre concorre ad abbellire il paese, deve richiamare in sommo grado l’attenzione del viaggiatore, resterebbe alquanto scar- tata e tagliata fuori dall’arteria principale del paese. La piazza mercato, essendo senza contrasto il sito più frequentato d’Oristano ed il punto d’incontro di due importantissime strade, si presenta naturalmente come località che po- trà pure opportuna. Diffatto, quando venisse isolata la notevole torre che sorge sovr’essa fossero ultima le fronti degli edifico al tenore dell’adottato piano Bonino, si eliminassero quegli indecenti casotti che ora servono agli usi del mercato, sostituendovi una qualche analoga costruzione in ferro, senza una grande spesa si potrebbe giungere ad ottenere qualche cosa che meriterebbe il nome di pazza. Anzi la gaiezza del sito, e l’esservi già una forma di concetto architettonico sviluppato con linee determinate finirebbe quasi di persuadere chi scrive essere questo uno dei luoghi piu’ opportuni, tanto più che la presenza di quella torre ricondurrebbe lo spettatore ai tempi andati, lo costituisce in uno stato ideale molto propizio a gustare l’idea rappresentata dal monumento. E ’spiacevo- le dover notare anche qui gravi inconvenienti, avvengiacché alla spesa che a far bene non può essere esigua, all’essere quasi sparito lo zoccolo degli edifici secondo il progetto Bonino. Stante la susseguita elevazione del suolo stradale, si aggiunge lo svantaggio di essere questa la residenza abituale del mercato e quindi difficilissimo il mantenere in essa quella pulizia e decoro, che sarebbe richiesta dalla presenza di un’opera d’arte che hassi motivo a credere riuscirà degno dell’eroina cui e consacrata. Il sottoscritto esa- minò in seguito la piazza denominata Cea Cuccu se mai potesse servire all’uopo. Il sito è molto spazioso, ed attualmente si trova nella via più frequentata perché conducente alla stazione ferroviaria. Il riflesso però che un tal luogo è poco sano e che il sorgere di decenti edifici devesi per tal ragione ritenere ivi cosa assai lontana, dissuade a dirittura dal pensare di utilizzare per tal scopo il luogo. Resta quindi la così detta PORTA de MARI, qui si affacciano due diversi progetti, quello di collocare la statua nella piazzetta interna, e l’altro di piazzarla al di fuori. La località in massima sarebbe buona, la prima perché storicamente considerata è quel- la che si connette maggiormente ai gloriosi ricordi della grande regina, secondo perché vicinissima alla parte incontrastabilmente più bella e più ragguardevole della città. Se- condo il parere del sottoscritto, la piazzetta interna sarebbe da escludere si per la sua irregolarità, che per il malagevole trasporto laterale della strada che ora ne occupa il mezzo onde imboccare la porta. Basterebbe quindi la parte esterna e questa adir vero è quella che raccolse il maggior nu- mero dei suffragi così perché con esso resta egualmente intatto il valore storico inerente a tutta questa località, come per la facilità di poter ridurre il terreno convenientemente circostante al monumento. Occupando un’area sufficiente nel punto che da uno studio più dettagliato risulterà più opportuno, si potrà con tutta facilità sistemare un grazioso giardino entro il quale in- nalzare il monumento difeso da cancellata. L’idea in breve realizzabile, qualora il comu- ne voglia prendere una sagace iniziativa, di trasportare presso all’attuale convento dei Cappuccini la stazione ferroviaria, che finora non è che provvisoria, basterà a richiamare verso quella parte il movimento maggiore della popolazione ed a fare sì che ivi sorga- no nuovi ed importanti edifici. Insomma studiando un piano di ornato, parte del quale dovrebbe avere una immediata attuazione, e parte una più lontana, si potrebbe avere qui un sito assai bello che sarebbe onore ad una piccola città come Oristano. Nè si creda strano di collocare una statua fuori per così dire dalla città. Riflettasi che se ora verrebbe ad essere oltre la cinta, in breve potrebbe essere in mezzo all’abitato. Ad ogni modo non sarebbe questo il primo, nè l’unico esempio. Chi scrive si limita a citare fra le altre la

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