Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 213 - Nel 1866 venne assunto alla Banca Nazionale, dove subito mostrò notevoli capaci- tà e gli furono assegnati incarichi sempre più importanti. Data l’esperienza accu- mulata, e la buona fama di cui godeva, numerose banche richiesero la sua collabo- razione. In questo periodo, mentre la famiglia raggiungeva condizioni economiche più agiate e stabili, strinse vari legami con importanti personaggi della Sassari d’allora, come Luigi Canepa, promettente musicista e suo lontano parente. Da que- sto rapporto nacque anche una collaborazione letteraria: Costa scrisse per lui vari libretti tra cui l’Arnoldo , del 1868, e il David Rizio , melodramma che debuttò al Te- atro Carcano di Milano nel 1872 con discreto successo. Intraprese numerosi viaggi nella penisola durante i quali ebbe modo di conoscere vari esponenti della cultura dell’epoca. Tra il 1866 e il 1891, lavorò presso la Banca Nazionale, la Commerciale Sarda, la Banca Agricola e la Cassa di Risparmio di Sassari, nel cui tracollo rima- se coinvolto. Fu anche tesoriere alla Cassa del Municipio di Sassari. Nel 1891-92, dopo l’amara esperienza del fallimento, svolse gli impieghi di delegato prefettizio a Buddusò e di delegato provinciale alla amministrazione dell’ospedale di Ozieri. Nel 1894 venne assunto come archivista al comune di Sassari, posto che conservò fino alla sua morte. La produzione letteraria di Enrico Costa è vastissima. Dopo i primi successi in campo teatrale e poetico (nel 1869 aveva pubblicato la raccolta di versi intitolata Per la morte di una bambina ), nel 1874 esordì nella narrativa con il romanzo Paolina ; seguirono Il muto di Gallura (1884), La Bella di Cabras (1887), Rosa Gambella (1897), Giovanni Tolu (1897: nello stesso anno pubblicato in tradu- zione tedesca). Nel 1875, fondò il periodico “ La Stella di Sardegna ” che pubblicò fino al 1886, pur con varie interruzioni. Il giornale fu un importante punto di ri- ferimento per l’intellettualità sarda e riscosse numerosi consensi anche in ambito nazionale. Durante l’interruzione della “Stella”, nell’aprile del 1881, diede vita al “ Gazzettino Sardo ”, giornale quotidiano che ebbe tre mesi di vita. Fu anche autore di lavori saggistici: Album dei costumi sardi (1897-1901); Archivio pittorico della città di Sassari (1976); e di guide di viaggio la più importante delle quali è “ Da Sas- sari a Caglia ri” (1882). Ma l’opera per la quale è principalmente noto è “ Sassari ”, amplissima ricostruzione della storia della sua città il cui primo volume uscì nel 1885, mentre il secondo apparve nel 1909. Per averne un’edizione integrale, tut- tavia, si dovette attendere fino al 1937, quando l’editore Gallizzi ripubblicò i primi due volumi, aggiungendo i restanti due ancora inediti.
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