Il monumento ad Eleonora d’Arborea

- 209  - 14. Pietro Cadolini Cremona 30 - 12 - 1823 - Sassari 19 - 12 – 1895 Ingegnere. Figlio di Carlo e Giulia Smancini, nobile famiglia lombarda. Reduce dalle campagne del 1848 e 1849 con la Legione Straniera di Giacomo Medici parteci- pò al combattimento dell’Abetone; sottotenente nella Colonna Manara. Fratello di Giovanni, senatore e ministro del Regno. Arrestato nel 1851 e incarcerato nelle prigioni di San Marco a Venezia come cospiratore nella causa mazziniana; libera- to, fu arruolato in una compagnia di disciplina. Nel 1852 fece parte del Comitato mazziniano di Cremona, tenne i contatti con il Comitato di Milano e nel gennaio 1853 si recò in Svizzera per incontrare Mazzini e pianificare l’insurrezione della Lombardia. Giunge a Oristano nel ottobre del 1855, vincitore di una selezione per titoli, per un posto di ingegnere civico a seguito della non vicenda che vide coinvol- to Carlo Pisacane 289 . Con lui arriveranno ad Oristano il fratello Giovanni, appena laureatosi in ingegneria a Genova, la cugina Enrichetta e i disegnatori Mabez e Binot, suoi collaboratori. Qualche settimana dopo lasciò Oristano per tornarci su- bito dopo aver sposato Carlotta Zappelli. Esercita la professione anche come libero professionista: il conte Beltrami da Bagnoregio, gli commissiona la progettazione della strada della Marmilla, funzionale allo sfruttamento del taglio dei boschi del Grighine di cui aveva il maggiore appalto. A Giugno del 1859, si congeda tempo- raneamente dall’incarico di ingegnere civico per partecipare alla II Guerra d’Indi- pendenza, lasciando al fratello Giovanni le incombenze del disbrigo delle pratiche di pertinenza dell’Amministrazione comunale. Al suo arrivo ad Oristano Cadolini si trova di fronte ad una realtà completamente nuova, un paese con usanze e costumi diversissimi dalla sua bassa padana, dovrà fare i conti con la mentalità autoritaria di alcuni funzionari comunali. Ben presto l’architetto ingegnere si trasforma da im- piegato comunale a “missionario” della modernità, coerente con le idee di svilup- po della città, pienamente condivise da Peppico Corrias e Francesco Enna-Floris, mutuate dal dibattito sull’architettura e l’urbanistica molto presenti nel mondo universitario Genovese e torinese e dall’esperienza politica nel variegato univer- so degli intellettuali mazziniani. A Pietro Cadolini, primo ingegnere professionista della città di Oristano, verranno chiesti pareri, idee, progetti, su argomenti tutti concorrenti allo sviluppo armonico non solo della città, ma anche del territorio che questa rappresentava e di cui era in maniera indiscussa “la capitale”. I Concetti cari a Cadolini sono espressi negli studi per Bosa 290 : nel piano d’ornato 1864-1867 che comprende il corso Vittorio Emanuele II, il rifacimento del ponte sul Temo,la piazza Mercato, dove era previsto il punto d’arrivo dell’acquedotto. Tutte idee che prevedevano come leitmotiv , lo sviluppo della città verso il mare e la conservazio- ne della pianta medioevale. A Paulilatino nel 1868 progetta e dirige i lavori per la 289 Nel copialettere dell’amministrazione comunale di Oristano nel 1855, sono presenti due biglietti: il primo con il quale l’Amministrazione, nomina C. Pisacane ad ingegnere civico con richiesta di inviare a stretto giro di posta le relative patenti e gli attestati di idoneità al servizio; il secondo a firma di C. Pisacane che comunica di desistere dall’incarico ricevuto, non potendo esibire i titoli richiesti. 290 Pregevole lavoro la tesi di laurea di Dilma Depau, Ingegnere Pietro Cadolini: Cremona 30.12.1823 Sassari 19.12.1895. Politecnico di Milano, Architettura, Laurea in Architettura, Indirizzo Storico, A.A. 1994-1995.

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