Il monumento ad Eleonora d’Arborea

- 201  - illustri che andavano popolando le piazze di tante città italiane (cfr.  L’Arte in Italia , II [1873], p. 176;  Nuova Illustraz .  univers ., 21 dic. 1873; A. Asquini, in  Firenze artistica , 20 apr. 1873; A. Bertacchi, in  La Nazione , 3-4 ag. 1873; C. Boito, in  Nuova Antologia , novembre 1873, pp. 914-926; P. D’Ambra, in  La Nazione , 24 apr. 1873; V. Mikelli, in  La Gazzetta di Venezia , 8-10 nov. 1873; G. E. Saltini,  Sul monumento …, Firenze 1873; Spalletti, 1974, pp. 576-584).Soluzioni analoghe (commistione fra allegorie e rappresentazioni di personaggi reali) il D. adottò anche nel  Monumento funebre per la famiglia Monga , nel cimitero di Verona (1868-1871), con l’ Angelo della morte  che consola l’unica superstite della famiglia, e ancora per l’importante  Monumento fu- nebre a Silvestro Camerini , per la cappella della villa Camerini a Piazzola sul Brenta; mentre più accentuatamente spirituale è l’ Angelo della preghiera  per la stele funebre a Caterina Corridi nel cimitero delle Porte Sante a Firenze (1867), con forme di un gusto quasi neo primitivo. Nell’ultimo decennio della sua attività il D., spinto anche da una forte accentuazione del sentimento religioso evidente soprattutto dopo la morte della figlia Luisina (1872) e della moglie (1875), rallentò la sua produzione, spesso rivolgendosi verso forme sempre più lontane da riferimenti alla bellezza sen- suale, in accordo con le contemporanee tendenze critiche spiritualiste di impronta inglese e francese. Da questo atteggiamento distaccato, riflessivo, nacquero i  Pensie- ri sull’arte e ricordi autobiografici  (Firenze 1879) che ebbero larghissimo successo (e divennero perfino testo scolastico fino ai primi decenni dei nostro secolo) e che dimostrano anche quanto, in quest’ultimo periodo della sua vita, il D. fosse legato agli ambienti della cultura e della politica fiorentina d’ispirazione cattolica, anche sotto l’influenza di N. Tommaseo e dell’amico C. Guasti. Commissario per la sezione italiana all’Esposizione universale di Vienna, scrisse anche una  Relazione sulle Belle Arti quali erano rappresentate … (Firenze 1873) e sulla situazione artistica interna- zionale. Fra le opere più importanti dell’ultimo periodo andrà ricordato il  Monumen- to a Girolamo Savonarola , eretto nel convento di S. Marco a Firenze (1873), con il busto del frate che riprende i lineamenti del ritratto eseguito da fra’ Bartolomeo; l’opera venne sostenuta da un comitato promotore di intellettuali cattolici che la contrapposero al programma, giudicato troppo “laico”, a sostegno del monumento a Savonarola di E. Pazzi, allora in elaborazione. Ma il capolavoro tardo dell’artista è certamente il  Monumento funebre alla baronessa Fiorella Favard de l’Anglade , nella cappella della villa Favard a Rovezzano (1877), in cui l’invenzione dell’angelo che solleva dal sarcofago la defunta è resa in uno stile neorinascimentale asciutto e den- so di commossa spiritualità. Altre opere tarde da ricordare sono il  Monumento al c nte Antonio Pallavicini , maresciallo di Maria Teresa d’Austria, per il cimitero della certosa a Bologna (1876); il  Monumento a Pio IX  sul fianco sinistro dei duomo di Piacenza (1878-80); il  Monumento a Vittorio Emanuele II  a Trapani (1878-82); la statua di  S .  Zanobi  per una nicchia nell’intradosso del portale centrale del duomo di Firenze, commissionata nel 1876e tradotta in marmo dalla figlia Amalia sulla base del modello in gesso già completato alla morte del D.; il bassorilievo con l’ Annuncia- zione  per la chiesa di S. Sebastiano a Livorno (1879-80); il bassorilievo con il profilo di  Cristo  per l’istituto dei sordomuti a Siena (1879), oggi nelle Collezioni civiche se- nesi; la statua di  Raimondo Lullo  per una cappella della Finca Mirarnar dell’arciduca Luigi Salvatore di Asburgo-Lorena a Palma di Maiorca; la statua di  S .  Francesco  per la piazza di S. Ruffino ad Assisi (1880-1881), poi collocata all’intemo della chiesa.

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