Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 191 - alla monarchia e alla casa Savoia. Il re Vittorio Emanuele II offrì a Regaldi, che affrontava gravi problemi economici, una pensione di mille lire; nel 1860 il poeta fu assegnato come professore di storia e geografia al Liceo di Parma, dove rimase fino al 1863, quando accettò la cattedra di storia antica all’Università di Caglia- ri, dove tenne lezioni sull’Egitto e la sua storia. Nel 1866, dopo la pubblicazione a Torino del libro La Dora, memorie di Giuseppe Regaldi , si trasferì all’Università di Bologna, alla cattedra di storia antica e moderna. Dalle sue lezioni accademi- che derivano i volumi L’Egitto antico e moderno (Firenze 1882) e Roma (Torino 1868). Negli ultimi anni della sua vita si entusiasmò per le meraviglie della scienza e compose poesie come L’occhio (Bologna, 1871) Il traforo del- le Alpi Cozie (Bologna 1871) e L’acqua , polimetro letto nella regia Università di Torino nei giorni 5, 8, 12 settembre 1878. Morì a Bologna il 14 febbraio 1883. Il patriottismo di Regal- di e le sue liberali aspirazioni artistiche lo portarono a scri- vere poesie che lo resero fa- moso per lo «spontaneo sfogo del cuore», incentrate sul suo amore per l’Italia e la Gre- cia, «le due sorelle di gloria e sventura» (Carducci, 1905, p. 15). Carducci evidenziò que- ste due costanti anche affetti- ve, affermando «e l’Italia e la Grecia egli prosegue d’un solo amore» (Carducci, 1898, p. 126), e lo stesso Regaldi, nel discorso tenuto il 6 dicembre 1860 nell’Università di Parma che, come egli stesso dice, «ri- specchia l’immagine della sua vita letteraria», indicò con precisione la posizione che la Grecia e l’Italia avevano sem- pre avuto nella sua produzio- ne poetica: «con particolare affetto e studio religioso scru- tavo in ogni parte le memorie d’Italia e di Grecia, magnanime sorelle, dalla bassa fortuna in cui giacevano, destinate oggi a risorgere ed a riprendere il meritato seg- gio fra le grandi nazioni incivilite» ( Canti e prose , 1861, II, p. 9). P.C. Gilardi, ritratto di Giuseppe Regaldi, incisione.
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