Il monumento ad Eleonora d’Arborea

-  188  - Le autorità ecclesiastiche gli affidarono la creazione di grandi quadri destinati all’abbel- limento delle maggiori chiese isolane: tra gli altri, il Sacro Cuore di Maria (1831-34) per il duomo di Cagliari, la Coena Domini (1838) e il Martirio di S. Andrea (1840) per la catte- drale di Ozieri, la Comunione degli apostoli (1842) per il duomo di Sassari, l’ Adorazione dei magi e l’ Ultima cena (1847) per la cattedrale di Oristano. In quegli anni il M. cominciò ad affrontare anche tematiche legate al Romanticismo e riuscì a coniugare il linguaggio retorico proprio del pittore di corte con quello realistico, particolarmente evidente nel- la resa espressiva dei ritratti. Nel 1842 fu nominato socio onorario di pittura presso la Reale Accademia Albertina di Torino; nel 1844 ricevette il titolo di virtuoso di merito all’Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma e nel 1845 quello di pittore di camera del re Carlo Alberto. L’anno successivo gli fu assegnata la cattedra delle classi superiori di disegno all’Accademia di belle arti di Torino, incarico che lo portò a trasferirsi in quella città per dieci anni. Gli ultimi riconoscimenti furono sollecitati nel 1844 dalla collocazio- ne, nel Palazzo reale, della grande tela raffigurante Carlo III di Savoia che adora la Sacra Sindone a Chambéry , particolarmente apprezzata per gli effetti atmosferici di luci e colori dal barone Giuseppe Manno, illustre studioso sardo membro della Giunta torinese di Antichità e belle arti. In quel periodo il M. partecipò regolarmente alla mostra annuale della Promotrice di belle arti e nel 1848, in linea con i fermenti risorgimentali del mo- mento, vi espose alcune opere con espliciti messaggi patriottici. Nel 1849 raffigurò due avvenimenti riguardanti Caio Gracco nel periodo in cui esercitava l’incarico di questore in Sardegna, traendo spunto dalle vicende narrate nelle Vite parallele di Plutarco: I Sardi offrono ai legionari di Caio Gracco indumenti e vettovaglie e Caio Gracco si discolpa di fronte al Senato dalle accuse di immoralità e vessazioni compiute in Sardegna (Cagliari, Palazzo civico). La figura idealmente magnanima e retta del protagonista era implici- tamente identificata con quella del committente delle opere, Alberto Ferrero conte di La Marmora, nominato nel 1849 comandante generale dell’Isola. Grazie alle referenze delle sue importanti cariche accademiche e reali, nel 1852 il M. ebbe l’occasione di en- trare in contatto con la corte spagnola e, due anni dopo, di ricevere a Madrid il titolo di cavaliere dell’Ordine di Carlo di Borbone. Tra i tanti ritratti di quel periodo, sospesi tra canoni borghesi e spunti psicologici, si segnala il malinconico Ritratto di Maria Adelaide d’Asburgo Lorena , regina di Sardegna (Napoli, Palazzo Reale). La riforma dell’Accademia Albertina comportò, qualche anno dopo, un ricambio generazionale del corpo docente e, di conseguenza, il pensionamento del M., nel 1856. L’ennesimo riconoscimento uffi- ciale – l’onorificenza della croce di cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, concessa dal re Vittorio Emanuele II nell’anno del suo congedo dall’Accademia – non scongiurava il rischio della sua emarginazione dal contesto delle innovazioni politiche e culturali del momento. Decise allora di tornare a Cagliari, dove poteva ancora contare sulla committenza delle principali istituzioni cittadine e su una nutrita clientela borghe- se. La scelta non fu condivisa dai suoi familiari, probabilmente anche perché uno dei figli, Angelo, si accingeva a intraprendere a Torino la carriera di pittore. A Cagliari il M. con- tinuò a dedicarsi intensamente all’attività artistica e tentò, senza riuscirvi, di creare la prima scuola di disegno e pittura della città. La sua ultima e copiosa produzione - di cui si sono conservati alcuni grandi ritratti ufficiali del re Vittorio Emanuele II, una raccolta di disegni, appartenenti alla Galleria comunale cagliaritana, e numerosi dipinti di collezioni pubbliche e private - denota il suo eclettismo non solo nello stile, ma anche nella scelta dei soggetti, stimolato da spunti letterari e teatrali, riferimenti classici, avvenimenti e

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