Il monumento ad Eleonora d’Arborea

- 187  - 8. Giovanni Marghinotti Cagliari 7 gennaio 1798 - 20 gennaio 1865 Probabilmente primogenito di Vincenzo e di Giu- seppina Serra. Considerato uno dei più rappre- sentativi pittori sardi del XIX secolo, manifestò il suo talento artistico sin da ragazzo, suscitando l’interesse del generale Stefano Manca, poi mar- chese di Villahermosa, influente collaboratore del viceré duca del Genovese, poi re, Carlo Felice e promotore di iniziative per lo sviluppo e la valo- rizzazione dell’arte in Sardegna. Dal 1819, grazie alla concessione di una pensione regia, poté fre- quentare a Roma l’Accademia di Francia, la pub- blica Accademia pontificia sotto la guida di J.B. Wicar, allievo di J.L. David, la scuola del colorito e del nudo del neoclassico G. Landi e, nell’ospedale di S. Spirito, i corsi di anatomia. Apprese così l’ar- te di eseguire copie di dipinti antichi, soprattutto fiamminghi e del Seicento italiano, e nel 1822 gli fu assegnato il primo premio nella classe di pittura. Risale al 1825 il suo matrimonio a Roma con Felicita Puccini, di una famiglia originaria di Ferentino. Diverse sue opere - tra le quali i dipinti raffiguranti S. Girolamo e David e una copia dell’ Ecce Homo da G. Reni - furono inviate a Torino come dono al sovrano e nel 1829 egli stesso si recò in quella città per esporre al Palazzo reale un grande dipinto di tono accademico raffigurante il re Carlo Felice abbigliato in costume seicentesco. Grazie al mecenatismo del marchese di Villahermosa, nello stesso anno gli fu commissionata la monumentale tela Omaggio al re Carlo Felice protettore delle belle arti in Sardegna , voluta dal Consiglio civico di Cagliari per adornare l’aula del Palazzo municipale. Con quest’opera, ultimata dopo un anno di lavoro, il M. dimostrava di aver assimilato le linee portanti della pittu- ra romana di inizio Ottocento e di aver subito il fascino del neoclassicismo, soprattutto nell’impianto aulico e monumentale della composizione, nella rigorosa definizione del disegno e nella resa morbida delle tinte e dei volumi. In seguito al successo di questa e di altre opere, anche di carattere sacro - come l’ariosa pala d’altare del 1829 raffigurante l’ Annunciazione , donata dal re alla chiesa della Ss. Annunziata degli scolopi a Cagliari, dove è tuttora conservata -, il M. fu incluso nella lista ufficiale dei «pittori di istoria e di ri- tratti» operanti a Roma ( M.: luoghi… , p. 96). Nel 1834 il M. decise di stabilirsi a Cagliari e di aprire uno studio nel quartiere natio di Marina, dove poté continuare a lavorare per la committenza regia ed ecclesiastica. Nel 1837 eseguì i ritratti del defunto Re Carlo Felice e di sua moglie Maria Cristina di Borbone per il castello ducale di Agliè a Torino e, verso il 1840, assunse l’incarico di contribuire al vasto programma di celebrazione figurativa della dinastia sabauda promosso dal nuovo sovrano Carlo Alberto. Per il Palazzo reale di Torino realizzò tre tele storiche e quattro ritratti di uomini illustri destinati alla galleria del Daniele. L’eco delle opere di committenza reale accresceva la sua notorietà nella pro- vincia sarda; su concessione di importanti istituzioni pubbliche eseguì diverse opere a carattere encomiastico, tra le quali un’altra imponente tela per il Palazzo municipale di Cagliari, dipinta nel 1843 ( Lo sbarco del re Carlo Alberto a Cagliari il 17 apr. 1841 ). Giovanni Marghinotti, autoritratto, 1830. Roma, Accademia dei virtuosi del Pantheon.

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