Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 183 - 7. Pasquale Tola Sassari, 30 novembre 1800 - Genova 25 agosto 1874 Quintogenito di sei figli, di Gavino Tola Sussarello, avvocato, e di Maria Teresa Tealdi. La famiglia paterna poteva vantare un’antica nobiltà le cui origini risalivano al XIV secolo. Nel 1815 conseguì la licenza in filosofia e arti e, l’anno successivo, ottenne il baccellierato in teologia; nel 1819 si laureò in teologia e nel 1821 in utroque iure . Nel 1823 partecipò senza successo al concorso per l’insegnamento delle istituzioni canoniche. Nel 1824 sposò la giovane nobildonna algherese Felicita Serra Boyl, da cui ebbe undici figli. Nel 1825 con la nomina a sostituto dell’avvocato dei poveri nel tribunale della Reale Governazione di Sassari iniziava la carriera di Tola nella burocrazia e nelle magistra- ture del Regno; nel 1826 ricoprì l’ufficio di segretario dell’Amministrazione delle torri del Capo di Logudoro; nel 1827 fu nominato viceintendente generale di Sassari; venne poi promosso al grado di sostituto dell’avvocato fiscale e, infine, nel 1836 a quello di assessore (giudice) della Governazione sassarese. Risale al 1827 il suo primo studio storico, il breve saggio Carattere nazionale dei sar- di (in Mediterranea , VI (1932), 2, pp. 31-37) originariamente destinato al Giornale di Cagliari , nel quale con spirito romantico analizzava ciò che «meritò alla Sardegna un luogo distinto nelle moderne nazioni d’Europa», criticando quegli autori che «senza punto conoscerla» si erano abbandonati «ciecamente a relazioni vaghe e indeter- minate» (p. 37). Il tono polemico non piacque al direttore del periodico, Stanislao Caboni (lo scritto fu pubblicato solo postumo da Sebastiano Deledda). Nel 1833 il trentenne fratello Efisio, tenente dell’esercito, fu condannato per alto tradimento da un tribunale militare per aver aderito alla Giovine Italia e fucilato a Chambéry nella forma prevista dal codice penale militare. L’esecuzione di Efisio rap- presentò un durissimo colpo per la famiglia Tola e, in particolare, per Pasquale che dovette cautelarsi, lui monarchico e conservatore, dai sospetti governativi. Sin dalla fine degli anni Venti Tola aveva iniziato a raccogliere il materiale per un dizionario biografico dei sardi illustri. Il Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna fu pubblicato a Torino nel 1837 dalla tipografia Chirio eMina (ora ristampa a cura di M. Brigaglia, I-III, Nuoro 2001) in tre volumi in una splendida edizione corredata da 60 ritratti disegnati dal sardo Salvatore Sini e incisi dal torinese Domenico Festa. L’intera opera costò 16.008,57 lire. L’alto numero di sottoscrittori sta a dimostrare l’impegno e la cura dell’autore e degli editori nella vendita e nella diffusione del Dizionario . Nel 1837 gli associati erano 849, di cui 96 in terraferma e 753 in Sardegna. Nel 1838 il numero sarebbe salito a 1063. Il Dizionario contiene le biografie – sono tanti piccoli saggi storici in miniatura – di 858 sardi «illustri». Le sue carte conservano la straordinaria messe di appunti e di notizie e le numerose redazioni con correzioni e integrazioni delle voci biografiche che sono sempre redatte su documenti di prima mano, precise, dettagliate sui particolari della vita, sulle opere e sugli scritti. Nel Discorso preliminare – uno dei suoi contributi storiografici più significativi e maturi – Tola così spiegava le sue fi- nalità: «Pure nacquero ancora in terra sarda uomini ed eroi, grand’ingegni vi alli- gnarono, e se non tutta la gran pianta, alcuna fronda almeno dell’umano sapere vi crebbe onorata e rigogliosa – scriveva – [...]. Però un istesso acerbo fato che opprime
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