Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 180 - Nel 1850 dette inizio agli scavi nell’antica Tharros ma, una volta diffusa- si la notizia del ritrovamento di oggetti in oro, si verificarono atti di vanda- lismo con conseguente asportazione di reperti, e i lavori vennero bloccati. La fama di studioso di archeologia si diffuse anche fuori dalla Sardegna tanto che, nel 1851, Spano divenne socio componente dell’Istituto prussiano di corrispondenza archeologica di Roma e membro onorario della Società di archeologia britannica di Londra, cui seguirono numerose affiliazioni presso altri istituti culturali. Nel 1854 fu chiamato a presiedere il convitto nazionale di Cagliari e il collegio di S. Teresa, carica che lasciò tre anni dopo per divenire rettore dell’Università di Cagliari. Pur avendo iniziato a interessarsi di archeologia sin da giovane, Spano scrisse tuttavia per la prima volta sull’argomento solo in etàmatura quando, nel 1848, trattò di un diplomamilitare in bronzo di età romana. Nel 1854 pubblicò una Memoria sopra i nuraghi della Sarde- gna (Cagliari) che ebbe poi due successive edizioni (Cagliari 1862; e, in particolare, una terza edizione accresciuta e corredata di una nuova carta nuragografica, Caglia- ri 1867). Nel 1855 fondò il Bullettino archeologico sardo di cui uscirono dieci volumi fino al 1864. Con il Bullettino non solo affrontò problemi specifici di archeologia sarda, ma dette soprattutto notizia delle varie scoperte che si facevano nell’Isola. A questo seguirono le Scoperte archeologiche fattesi in Sardegna (1871-1876). Al 1871 risale anche Paleoetnologia sarda, ossia L’età preistorica segnata n i monumenti che si trova- no in Sardegna (Cagliari), relazione che Spano, rappresentante ufficiale della Sarde- gna, presentò al V Congresso internazionale di antropologia e archeologia preistorica (che doveva tenersi a Bologna nel 1870, ma che, a causa dello scoppio della guerra franco-prussiana, si svolse dal 1° all’8 ottobre dell’anno successivo). Per sua iniziativa in questo congresso fu fatta anche un’esposizione di oggetti archeologici sardi e per la prima volta l’archeologia dell’Isola s’inserì nella problematica e nell’impostazione scientifica di questa disciplina, consentendo allo stesso Spano di confrontarsi con i più prestigiosi rappresentanti della cultura europea.Nel 1872 gli furono conferite la croce al merito civile e una pensione annua. Nel 1875 divenne commissario governativo per le antichità e i musei dell’Isola, ottenendo il giusto riconoscimento per la sua grande attenzione verso la salvaguardia del patrimonio archeologico della Sardegna. Con i suoi scavi, ma anche con un’attenta opera di recupero di reperti rinvenuti fortuitamen- te soprattutto con i lavori agricoli, poté mettere insieme una ricchissima collezione di reperti archeologici (ben 10.000 pezzi) che nel 1859 donò al Museo allogato nell’Uni- versità di Cagliari. Valendosi della carica di rettore dell’Ateneo cagliaritano separò dal museo naturalistico il museo archeologico, diventandone direttore pochi anni prima della morte. Numerosi reperti furono lasciati anche al Museo di Sassari, mentre poco meno di una ventina di oggetti in ceramica e bronzo furono donati al Museo nazionale preistorico ed etnografico Luigi Pigorini di Roma.La biografia intellettuale di Spano si segnala non soltanto per l’importanza assegnata alla ricerca diretta sul campo, ma anche per l’infaticabile attenzione con cui la mise al centro della sua attività di studio- so. Stupisce, soprattutto se rapportata al tempo in cui visse, la straordinaria capacità di tessere relazioni con il mondo scientifico dell’Europa dell’epoca, anche attraverso viaggi spesso perigliosi, e con intensi contatti epistolari. Oltre che attento studioso di archeologia, Spano fu antesignano della storia dell’arte in Sardegna. A lui il merito di aver registrato per la prima volta in modo ampio la si- tuazione del patrimonio artistico locale, soprattutto quello del capoluogo dell’Isola.
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