Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 176 - Dimani sera vado in Oristano per spingere i miei concittadini onorari e vostri naturali alias tartarughe, a dar mano a fabbricare la gradinata nocciolo del piedistallo fin d’a- desso onde si consolidi perché come scrive l’architetto Falcini dovendo caricarsi molti marmi nelle placature del piedistallo e posarvisi una statua colossale perché al disegno del vero, la base deve essere solida e ferma, acciò non accada qualche sinistri caso di ab- bassamento del suolo. Dopo tante fattiche non mancherebbe altro!. Se tutti mi somiglias- sero come dici nel curare le patrie glore, certo che la Sardegna a quest’ora sarebbe più rispettata. Ma cosa vuoi? Ben lungi d’imitarne i buoni esempi i nostri se possono ti ama- reggiano la vita e ti caricano di ridicolo, appiccicandoti quando non possono far altro dell’epiteto di Affrodieri [pasticcione] . In me trovarono un carattere di acciaio perché quando mi preffiggo una cosa devo arrivare alla meta non curando gli scherni le beffe e se vuoi anche le lodi. Volli che Eleonora divenisse il primo tipo di donna italiana ossia la nostra Giovanna d’Arco, e per riuscirci bisognava illustrarne la figura non col solo monumento che non avrebbe portato che agli surzones [Consumatori, bevitori] vostri concittadini di Oristano, ma con accademie letterarie musiche poesie romanzi e pitture cose che parlano un linguaggio eloquente alle masse più che le fredde pagine storiche. Se feci, e son contento esservi perché volere o non volere il nome di Eleonora è diventato popolare non solo in Sardegna ma in tutta Italia, e volere o non volere sarà il 1° tipo di donna italiana. Agli altri di fare altrettanto per le altre nostre patrie glorie, la mia parte vedi che sia stata fatta. 280 I sentimenti di supponenza e di avversione alla municipalità di Oristano sono bene sintetizzati in una lettera che il giudice indirizza a Salvator Angelo De Castro: Cagliari settembre 1876-carissimo amico-rispondo alla tua graditissima dell’otto del corrente currenti calamo, e sarò laconico perché mi trovo sulle spalle un lavoro di una sentenza che da se sola può mandare un uomo ad un altro dei millioni di mondi che se- condo lo stesso padre Sechi ed i migliori e più dotti astronomi esistono abitati da uomini migliori e più parchi di quelli che abitano questo nostro diventati tutti farabutti escluse le donne che sono di ottimo cuore, la quale contiene 17 questioni trattenne la Corte otto giorni di discussione, e appartengono nella soluzione al digesto e Codice delle leggi ro- mane perché trattasi di fatti e cose di 60 e più anni prima dell’esistenza della codificazio- ne. Siccome la causa è di Oristano ringrazio Eleonora mia moglie che mi mandò tal dono per uccidere il suo rappresentante marito Brancaleone. Vengo al tandem. Don Peppico mi ha scritto una lettera assai cortese per parte di codesto Municipio partecipandomi la lieta novella della deffinitiva deliberazione riguardante la piazza novella che tutti i singoli membri del municipio si fecero a gara a parteciparmi per mezzo di persone ve- nute da Codesta, per cui ad atti cortesi dovendo rispondere con atti simili massime ora che si sono scossi dall’apatia, ho perciò risposto con lettera in data d’oggi allo scopo di mantenere in essi l’entusiasmo. La soluzione colla compera della casa se da una parte esser migliore e la indovinata perché con ciò il monumento non poteva esser collocato per Oristano in sito migliore in quello appunto che venne deliberato dal popolo in occa- sione che si tenne da me un’adunanza nella sala della Corte d’Assise. È qui proprio da esclamare non tutti i mali vengono per nuocere ed il ritardo giovò alla cosa. Ti mando un foglio da me sottoscritto acciò come fu la domanda collettiva fu unita al Municipio una risposta di ringraziamento a nome collettivo, in simili faccende e quando si ha da fare con simile gente apatica melius abundare quam deficere. Ora che i ferri son caldi bisogna battere; e perciò seguendo il vostro sano consiglio Giovedì p.v. farò stampare nel corriere la lettera del sindaco pr ceduta da un capello che sarà tutto zuchero e miele per 280 Cfr. BUCA, Manoscritti, De Castro ms 301-04, r 08-07, lettera di A.S. Musio del 22 agosto 1876.
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