Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 175 - I rapporti con la stampa furono tenuti fino al 1868 dal De Castro, che utilizzava la Gazzetta Popolare per amplificare le iniziative del comitato, non ultima e meno im- portante la rendicontazione delle liste degli oblatori, ritenuti a tutti gli effetti, i veri protagonisti dell’impresa tanto da essere tutti nominati col proprio cognome, il pro- prio stato e l’entità dell’offerta. Un primo segnale, non sappiamo se avvertito dal De Castro, su quale fosse l’avven- tatezza e la spericolatezza del Satta Musio la troviamo in una nota de “La Gazzetta Popolare”: Rendiconto del comitato promotore per l’accademia letteraria in onore di Eleonora D’Ar- borea che ebbe luogo nel Civico Teatro la sera del 14 p.p marzo. Introito Prodotto dei biglietti distribuiti da vari cittadini e dalle società di Mutuo Soccorso e degli Operai L. it. 658 Vendita di biglietti d’ingresso alla porta e prezzo delle sedie chiuse L.It. 353 Offerta fatta dal fotografo Lay L.it . 20 Offerta da una Società Filantropica L. it 120 totale L. it. 1131- Spese- Per la festa nell’università nel giorno 4 marzo L. it 224 Per la festa del 14 marzo al corso in Stampace e per l’accademia Letteraria nel teatro L. 576 Totale L. 800 Beneficio netto a favore del Monumento D’Eleonora L. it. 351 Cagliari 4 aprile 1865 Per il comitato Promotore A.Satta Musio- Vussu segr . 278 Da questo documento appare evidente l’indole presenzialista del Satta Musio che millanta un ruolo improprio nell’organizzazione delle accademie letterarie nate per raccogliere fondi per il monumento e il cui vero artefice fu Giuseppe Regaldi. L’ap- passionata iniziativa del professore e brillante improvvisatore novarese viene rico- nosciuta dagli amministratori oristanesi che gli offriranno la cittadinanza onoraria il 13 maggio 1865, nella stessa seduta con la quale viene conferita la stessa al com- mendatore Pietro Martini. Nella circostanza dell’Accademia letteraria del Regaldi, il Satta Musio contrappone, alla frugalità ed alla essenzialità del concetto di De Castro, una mal sopita voglia di mostrare il senso festaiolo e superficiale il mondo dei salotti della Cagliari che conta. L’astuto inserimento quale promotore dell’Accademia Let- teraria tenuta dal Regaldi ne è una prova. L’atteggiamento parossistico del giudice di Orune, poco apprezzato dalla stampa a lui concorrente, scatenerà a Cagliari una vera e propria lotta al calor bianco tra giacobini e paolotti, acuita dal coinvolgimento un po’ ruffiano della massoneria cagliaritana voluto dal Satta Musio. Come Fonda- tore del “ Corriere di Sardegna ” 279 utilizzerà i fogli di questo giornale per blandire, minacciare e sminuire l’operato degli amministratori oristanesi suscitando la loro reazione a più riprese, come si evince dagli scambi epistolari a tinte forti con Salva- tore Parpaglia e Peppico Corrias. L’uso quasi compulsivo del giornale per personali scopi “politici”, contribuisce non poco ad un clima di sospetto e di poca chiarezza che si riverbera purtroppo sugli am- ministratori oristanesi. Il crescendo di disistima nei confronti degli amministratori oristanesi e la sua fortissima autostima ben son spiegati: 278 Cfr. “Gazzetta Popolare” , Anno XVI, n. 83, dell’11 aprile 1865. 279 Cfr. “ I Giornali sardi dell’Ottocento ”, R.A.S, Cagliari 2016, scheda 78,
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