Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 174 - per la costituzione di logge ad Oristano, terreno minato per la massoneria, perché presidiato con intelligenza e fermezza dal liberalismo giobertiano del De Castro. Mai il Parpaglia metterà a rischio la sua rielezione per dar retta al Satta Musio. Nel 1873, anno dell’astrusa idea del S. M. di far sorgere in Cagliari il monumento ad Eleonora, si schiererà apertamente contro rendendo pubblico l’isolamento di questi nella opi- nione pubblica cagliaritana e negli ambienti massonici: Sapendo di non avere ascendente sul Corrias, chiede insistentemente al De Castro di fare da tramite, ma il canonico oristanese se ne guarderà bene da accondiscendere, perché intervenga per perorare la sua smania di efficientismo un po’ cialtronesco. Altrettanto laconica sarà la risposta del Corrias. Che il sindaco di Oristano ce l’abbia col il Satta Musio è già evidente nella frase d’indirizzo, guardandosi bene da riferirsi a lui quale presidente del Comitato di Cagliari, ma esclusivamente al titolo professionale. All’Ill.mo Cav. Antonio Satta Musio Consigliere D’appello- Cagliari Non è la prima volta che i giornali di Cagliari, sempre chè si tratta del monumento ad Eleonora d’Arborea, esautorano questo Municipio e per lo più usano anche verso il medesimo un linguaggio che non è certamente da lodare. Questo fatto ho visto ora ripetersi troppo sconciamen- te nel n°199 del Corriere di Sardegna, dove vuolsi far credere che i trasporti gratuiti, e per mare e per terra, delle casse contenenti il piedistallo per detto monumento siano avvenuti per uffici del Comitato di Cagliari e che questo Municipio abbia ricevuto la pappa bella e fatta. Ciò non sussiste e la S.V. Ill.ma potrebbe esserne testimonio; pe- rocchè non ignorerà che gli uffici al Cav. Rubattino pel trasporto gratuito da Livorno a Cagliari furono per opera esclusiva di questo Comitato e che quelli al cav. Polese pel trasporto da Cagliari ad Oristano sono pur stati del Comune che ha scritto direttamen- te alla direzione dell’esercizio delle Ferrovie Sarde, sebbene ne abbia pur scritto alla S.V. che non posso dubitare siasene occupata con molto zelo. Questo Municipio non può essere che gratissimo al Comitato di Cagliari especialmente al sig. Presidente del me- desimo, per la sua potente cooperazione al buon esito di questa pratica; ma non sarà mai venuto in mente, neppure allo stesso Comitato, d’attribuirne tutto il merito e tor di sella il mandante per adagiarsi il mandatario. Sono persone tali quelle che costitu- iscono il sidetto Comitato da non potersi dubitare menomamente del loro buon senso. Sarebbe dunque il caso che la S.V. trovasse modo di far correggere l’erroneo giudizio portato da detto Giornale a questo riguardo prima che altri lo faccia chi sa in quale maniera. Non credo poi conveniente d’occuparmi di qualche allusione poco benevola che si fa collo stesso articolo del Giornale avvenga chè ciò sarebbe raccogliersi il fango che io ho sempre calpestato. Spero tutto dalla sua prudenza e saggezza. Il Sindaco. 277 Non abbiamo memoria delle lettere del De Castro al S. M., di sicuro però il canoni- co oristanese aveva bene a mente, era suo compito come presidente, la situazione economica del comitato. I precisi rendiconti del tesoriere Peppico Corrias, che ad ottobre del 1873 vedono che l’importo complessivo ricevuto a vario titolo, oblazioni, accademie letterarie, lotterie, ammonta a 23.100 lire: 12.000 ricavato fino al 1869, 7.100 ricevuti ad aprile del 1870, il ricavato della famosa lotteria, il resto derivante dai rendimenti dei buoni della Banca Agricola ove erano stati trasferiti da buoni del Tesoro. Ben diversa da quella indicata dal S. M. 277 ASCO S.S., cart. 1611, fasc. 6384, c. 149, lettera del 25 luglio 1877.
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