Il monumento ad Eleonora d’Arborea

- 169  - Oristano si occuperà col De Castro della nascita delle scuole femminili, che vedranno la luce nel 1856 “ Dopo molti sforzi e lunghe trattative mi è finalmente riuscito di fondare in Oristano una scuola femminile coi fondi del cessato istituto delle Venerini, ed un corso di filosofia elementare. “Così il De Castro nelle sue memorie domestiche . Nel 1860 intentò, vincendo, una causa civile contro Antonio Sotgiu, l’allora direttore del Seminario Arborense per aver riconosciuti gli stipendi arretrati per l’insegnamentodiSacraScrittura.AbolitoilcollegioscolopiodiOristano,abbandonerà a malincuore la città nel 1861 dopo aver invano sperato di essere nominato direttore del ginnasio. Fu per due anni nel regio ginnasio di Nuoro, poi per un solo anno nel liceo di Girgenti, dove insegnò la sua materia preferita, la filosofia. Fu anche a Sassari dal 1864 al 1867 e in ultimo nel liceo “Dettori” di Cagliari, dove ottenne nel 1885, il suo collocamento a riposo. Fu amico del Nino e specialmente del De Castro, al quale rivolse numerose lettere: se ne conservano quindici, ora depositate nell’Archivio di Stato di Cagliari. Collaboratore 269 ed amico 270 del Canonico Spano a cui fece dono di una copia della Madonna del Guido Reni presente nell’altare maggiore della cattedrale della città siciliana e per questo motivo ebbe un cenno nella “ Storia dei pittori sardi ” di G.Spano 271 . Partecipa da protagonista al nuovo fervore identitario sardo, occupandosi di ricerca sul campo, riteniamo sia l’autore del manoscritto Giochi equestri in Sardegna . Con lo Spano interromperà la collaborazione e la trentennale amicizia a causa della sua partecipazione al Congresso d’Archeologia di Bologna nel 1871 scrivendo un pampleth che firmerà con lo pseudonimo di Bibliofilo , accusando lo Spano di accettare le idee darviniste dell’evoluzione umana, polemizzerà a lungo con Barrago e Brusco Onnis, pubblicando alcuni lavori di critica filosofica 272 , prescelto il sacerdozio, fu fedele ai doveri inerenti a tale carattere e restò refr ttario a ogni invito per una “revisione” delle sue convinzioni religiose e politiche. Nelle sue con- versazioni private auspicò sinceramente la fine del dissidio fra Chiesa e Stato, prospet- tando i benefici dell’immancabile composizione della questione romana e pregustando la visione delle coscienze pacificate, della giustizia resa ai cattolici, delle leggi non più emanate, come nell’ultimo trentennio dell’ottocento, senza di loro e contro di loro. Fa- cendo voti per un Italia forte e cristiana, inculcò sempre di lavorare anche per la Sarde- gna, la terra dalla chiusa civiltà millenaria, l’Isola cui doveva sorridere, accanto al suo patrimonio morale, il miglioramento culturale ed economico. 273 269 Sue Le riflessioni sulla croce ansata degli oggetti di Tharros in Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l’isola di Sardegna , 1856. 270 Più volte citato dallo Spano nel carteggio con S.A. De Castro. Nelle sue frequentazioni ad Oristano il canonico non tralasciava mai di far visita al professor Polla. 271 Il dono di una copia della Vergine del Guido Reni, eseguito dal Raffaele Politi esposta nella cattedrale di Girgenti gli varrà una citazione dello Spano nel suo volume Storia dei pittori Sardi e catalogo descrittivo della privata pinacoteca del can. Giovanni Spano (1870) pagg. 42 - 44. 272 Saggiocriticodelledottrineteologico-filosofichediG.B.Tuveri ,Cagliari,TipografiaArcivescovile,1852-53; •  Riflessioni sulla croce ansata negli oggetti di Tharros , s.l., s.n., 1856; •  L’uomo immagine di Dio non è fatto a immagine della scimia , Cagliari, Tipografia Nazionale, 1869; •  Età ed origine del genere umano , Cagliari, Tipografia Nazionale, 1887; •  Studio critico sulla storia primitiva della Sardegna , Cagliari, Tipografia Nazionale, 1877. 273 Cfr. R. Bonu, Scrittori sardi dal 1746 al 1950: con notizie storiche e letterarie dell’epoca , Oristano, Scuola Tipografica Arborea, pp. 373-374.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjA4MDQ=