Il monumento ad Eleonora d’Arborea

-  166  - Il canonico ha l’asso nella manica: sarà l’amico avvocato Giuseppe Corrias a “ leva- re dalla provincia arborense l’onta di quella elezioni margottiane” 264 . L’elezione del Corrias fu avversata violentemente da ambienti filo clericali di Cagliari di ciò se ne lamenta col De Castro con veemenza: “ L’articolaccio scritto, non v’ha dubbio che mi amareggiò, e non per altro, se non in quanto accennava a corruzione di ogni sorta mes- s in croce per favorire la mia lezione e quel che è più rimarchevole si diceva anche di pesci distribuiti, ciò che non poteva riguardare che mio genero,e quindi la mia stessa persona. Infami! e mentitori spudorati!” 265 La portata di questo risultato farà dire ai gesuiti di Civiltà cattolica :”… I Ministri si adoperarono specialmente per escludere il marchese Birago direttore dell’Armonia, e il sacerdote Margotti scrittore dello stesso giornale; e i loro servizi vennero coronati da un felice risultato. Agli elettori d’Orista- no, che avevano eletto il Margotti fu detto di nominare qual si fosse altro deputato, purchè non avesse questo nome, e i pubblici ufficiali si adoperarono pel trionfo d’un sardo, il Cav Corrias, che mi dicono essere buon cattolico, il quale riuscì deputato. ” 266 Il Margotti, a seguito di questa debacle elettorale pubblicherà due articoli ( Elezio- ne, sospensione e morte del deputato di Oristano  e  In morte del deputato Giacomo Margotti ) in cui giudicava ormai compromessa la collaborazione dei cattolici alla formazione del nuovo Stato e apriva la strada all’astensionismo al motto “né elettori né eletti “. Rieletto nella VII Legislatura, dove parteciperà nel 1859 alla discussione su gli ademprivi 267 . Confermato nella VIII legislatura, lascerà definitivamente il Par- lamento il 31 dicembre 1861. L’impegno politico si era da tempo focalizzato nell’amministrazione della sua cit- tà: già sindaco nel biennio 1842-1843, nel triennio 1846-1849 e ininterrottamente dal 1875 al 1883, 268 lo troviamo tra i banchi del Consiglio comunale di Oristano, dove siederà quasi ininterrottamente fino al 1885. Per oltre quarant’anni sarà il più importante protagonista della vita oristanese, con interessi nel campo dell’impren- ditoria; è annoverato tra i proprietari di magazzini per lo stoccaggio delle merci nel porto di Oristano; in campo edilizio, a lui si deve la sopraelevazione dell’omonimo palazzo in Piazza della Città sul progetto del Cima; in ambito culturale, finanzia con mille cinquecento lire l’acquisto di alcune pergamene dei così detti falsi d’Arborea con il dichiarato intento di donarli alla municipalità. Una figura poliedrica per inte- ressi e liberale convinto. Sarà il vero artefice del monumento ad Eleonora d’Arborea. 264 Ivi . 265 BUCA, Manoscritti, De Castro ms 301-4, r 11-01. 266 Cfr. La Civiltà Cattolica , anno XI, vol. XI., Roma, 1858, pp. 167-168. 267 Cfr, S.A. De Castro, Memorie domestiche «... colà mi trovavo sovente con il deputato cav. Corrias ed assi- stei nella camera alla discussione della legge degli ademprivi». 268 Nella delibera di Consiglio comunale del 1 ottobre 1849 è riportata la richiesta del Corrias di non essere nominato consigliere Delegato, motivata dal fatto che nella consiliatura precedente aveva ricoperto la carica di sindaco. Nella pagina accanto, Monumento a Eleonora d’Arborea , Archivio fotografico Andrea Sanna

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