Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 151 - Poiché l’unico interlocutore per le due opere del Benini è il Satta Musio, non è az- zardato ipotizzare che sia stato lo stesso committente a fornire tutti i riferimenti che hanno poi permesso al pittore bondenese, di utilizzare “le formule di un verismo da maniera applicato alla ricostruzione storica” 253 . Benini, ritenendo autentico lo stem- ma araldico degli Arborea, che in realtà il giudice bittese aveva mutuato dalla sede vacante arborense, stemma più antico tra quelli esistenti in città, lo utilizzerà anche nel terzo quadro con tema Eleonora 254 . Operazione che ha messo in atto con uguali modalità a Firenze, inducendo erroneamente il Falcini e il Sandrini a riprodurlo qua- le stemma della città. Una invenzione oppure un artificio per inserire un elemento che poi sarebbe tornato utile ad un progetto il cui epilogo doveva essere ad esclusivo vantaggio del Satta Musio, ormai completamente identificatosi nel “Brancaleone ma- rito di Eleonora”: il sole, o meglio il sole che ride. Il primo bozzetto del basamento del Falcini risale al 1872 e subisce una serie di sostanziali modifiche nella parte inferiore. 253 Cfr. M.G. Scano Naitza, in Pittura e scultura dell’Ottocento, Nuoro, Ilisso, 1997 p. 212. 254 Proclamazione della Carta de Logu , l’autore propone l’opera al comune di Oristano nel 1903. Nella pagina accanto, Monumento a Eleonora d’Arborea , particolare del bassorilievo in bronzo. Foto Stefano Orrù · Archivio Fondazione Oristano Sopra, Oristano, ASCO S.S., cart. 1611, fasc. 6384, c. 42. M. Falcini, bozzetti base monumentale del monumento ad Eleonora. Data incerta 1875?
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