Il monumento ad Eleonora d’Arborea

-  138  - 5. Dalle sviste alle forzature Lorenzo Del Piano in Giacobini e Massoni in Sardegna 241 , nel capitolo terzo, “Masso- ni e cattolici nel primo periodo unitario”, dedica alcune pagine 242 con relative note 243 alle vicende riguardanti il monumento ad Eleonora d’Arborea. La ricostruzione che l’autore fa delle vicissitudini che portarono all'erezione del monumento si basa esclusivamente su quanto è riportato dai giornali dell’epoca. Infatti su 28 note, tanti sono i rimandi relativi a questa vicenda, 4 riferiscono notizie riportate da L’Avvenire di Sardegna , 4 pubblicate da La Gazzetta Popolare ben tredici 13 attinte dal Corriere di Sardegna, 1 su L’era nuova , 1 su L’Osservatore . L’autore, pur in assenza di altre fonti documentarie esprime la seguente considerazione: il problema fu risolto rapidamente dal Cambi che ribattezzò col nome di Eleonora una statua da dedicarsi all’Italia … e a sostegno di tale affermazione riporta, con la nota 121, le fonti che lo hanno portato a questo convincimento 244 ”. Di seguito riportiamo il testo dei tre articoli citati: il primo articolo: Cagliari 20 ottobre Sig. Direttore, Reduce non ha guari da Firenze, dove mi recai per miei privati affari, mi trovo in grado di parteciparti, che potei colà profittare dell’occasione per visitare lo studio dell’insigne artista cav. Ellissi Gambi, cui veniva commessa la esecuzione della statua in marmo da erigersi alla Garlicossa Eleonora d’Arborea sul bellissimo disegno prescelto e fornitogli dal Comitato presidente dall’egregio nostro concittadino cav. Satta Musio. L’opera corrisponde al gran soggetto, o presenta (pur quanto pare mi assicuraro- no molte persone competenti) tutto l’insieme di un grandioso ed imponente monumento. Raffigura in modo il più vivo ed animato le tante simpatiche e leggiadre, quanto virili e maestose forme dell’Eroina, non che nei bassi rilievi lo suo più rinomato e splendide gesta. I lavori di scalpello sono assai fini, o ritraggono molto della greca scuola. Nel loro complesso fanno già sperare che potranno essere compiti non più tardi del marzo del prossimo anno, come già si era di comune intelligenza, onde la solenne erezione del monumento non abbia ad indugiarvi oltre il successivo maggio. Se non che molto sia vorrebbe a dubitare da chi sa ben calcolare il tempo, e valutare le circostanze che precedono la creazione, che questa possa aver luogo dentro il fissato periodo, ove non si pensi fin d’ora da senno, e si prov- veda ai necessari preparativi, fra i quali primeggia naturalmente quello del luogo dove la statua avrebbe a collocarsi, o la regolarizzazione del suolo destinato per l’occorrente piazza. Prima che spunti quel giorno tanto aspettato della inaugurazione di quel patrio monumento, che a buon diritto intendesi dal Comitato opportunamente convertire in una di quelle feste popolari, che sono le più sentite, spontanee e degne di storia. Essendo così alla vigilia di questo straordinario patriottico avvenimento, che compendia il miglior pe- riodo della nostra vita nazionale del passato, che era l’alba di libertà dell’era presente, e al quale dovrà perciò senza dubbio prender parte una assai numerosa cittadinanza, non solo di tutte le parti dell’Isola, ma dell’intera Italia, qui cade in’acconcio il modo di vedere che meco dividono alcuni distinti e disappassionati concittadini, avversi affatto al gretto municipalismo ed a quelle piccole questioni di campanile che tanto ci divisero e resero per 241 L. Del Piano, Giacobini e Massoni in Sardegna , Sassari, Chiarella, 1982. 242 Ibidem. 243 Ibidem. 244 Ivi , [nota 121, Cfr. Corriere di Sardegna a. X, nn. 247, 250 e 252 del 20, 23 e 25 ottobre 1873 ].

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