Il monumento ad Eleonora d’Arborea

-  136  - animo vostro e della Loggia verso il comitato, ossivero la nobiltà dei sensi spiranti per ogni verso di carità di questo luogo natio, cui la Massoneria ha sempre inteso doversi beneficia- re non solo sovvenendo ai bisogni materiali, ma eziandio l’opera educativa dell’intelletto e del cuore, e col rivendicare e restituire ad onoranza le grandi avite memorie; onde il lustro, l’esempio e l’incitamento ai posteri» 236 . La impacciata risposta di quest’ultimo tutta tendente a decantarne le lodi e la bon- tà delle iniziative 237 non vince le perplessità e i timori del Canonico oristanese al corrente di quanto riportato dalla rivista “Civiltà Cattolica” che colloca il Satta Mu- sio nel Gran Consiglio del Grande Oriente. I continui e palesi rimandi alla loggia massonica “Vittoria” non sfuggono agli amministratori oristanesi, che per cortesia istituzionale ringraziano il Satta Musio e il Comitato di Cagliari per i fondi raccol- ti con la lotteria, guardandosi bene però da assegnargli, per quella circostanza, il riconoscimento della cittadinanza onoraria, come avevano fatto con il Regaldi. Dovranno passare sette anni, la conclusione delle trattative col il Cambi e l’arrivo ad Oristano della statua di Eleonora perché, in maniera molto formale e alla spic- ciolata questo avvenga. Da quanto riportatoci dal Satta Musio, non si riscontra nessun accenno a logge oristanesi o a uomini ad essa appartenenti nonostante il desiderio che nell’interesse della nostra Sardegna... in ciascheduno paese potesse sorgere una di tali società e le medesime farebbero molto bene più di quelle che fecero i nostri conventi che tramontarono. 238 In aggiunta a ciò i rapporti con il Comitato di Oristano e con l’amministrazione, pur incentrati ad una formale cortesia, furono sempre improntati alla reciproca diffi- denza, segno di una conflittualità latente. Il Satta Musio, non avendo la capacità e la autorevolezza di imporre le sue personali vedute sul monumento si rivolgerà più volte al De Castro perché intervenga sul Corrias, vero deus ex machina , e nonostante i sui continui interventi trova negli oristanesi, di cui ha un concetto estremamente negativo, un vero e proprio muro nel quale andrà a sbattere più volte. Non è stato mai risolto l’equivoco sulla figura di Antonio Giuseppe Satta Musio, da alcuni ritenuto una mente raffinata e da altri poco più che un vero e proprio passacarte. Ancora completamente avvolta nel mistero è la loggia oristanese Ma- riano d’Arborea, che secondo Gianfranco Murtas fu istituita il 9 giugno A.D 1868. Oltre alla data di istituzione non si ha documentazione che ne descrive l’attività e gli aderenti. Nel Comitato di Oristano, ad eccezione del Parpaglia, non vi erano as- sociati alla massoneria 239 . Dei nomi dei fantomatici fratelli della loggia oristanese, Gianfranco Murtas riporta le iniziali di due soli, presenti nell’elenco dei morosi alla Rivista della Massoneria Italiana: C.D.P ed E.P.S. Lo stesso Murtas poi ipotizza che: 236 Cfr. “ Corriere di Sardegna” , a. V, n. 186 del 5 agosto 1868. 237 Cfr. BUCA, Manoscritti, De Castro ms 301.04 r 08-06, lettera del 4 maggio 1867. 238 Ibidem. 239 Cfr. G. Murtas, Le stagioni dei Liberi Muratori nella Valle del Tirso , Editrice S’Alvure, Oristano 2009.

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