Il monumento ad Eleonora d’Arborea

- 135  - Non bisogna andare mai indietro ai pregiudizi ma questi bisogna combatterli. Io senza esser Massone come tu mi crederai ho preso la difesa di questa associazione perché me ne formai una giusta idea da quanto ne ho appreso dai libri e vedo che ovunque fa del bene al contrario dei paolotti e gesuiti che sono la peste dove s’infiltrano . 234 Per meglio convincere il canonico oristanese ribadisce le sue posizioni due settimane dopo con una seconda lettera autoreferenziale, infarcita di complimentose affermazio- ni sul proprio operato: Cagliari 4 maggio 1867 - Carissimo amico - La società di cui abbiamo discorso non è una setta come alcuni credono, ma una società generale mentre aspira ad assorbire tutta l’u- mana associazione. Tiene è vero simboli e parole sacre come ha ogni famiglia privata. Per riconoscersi, ma agisce sotto la faccia del sole. La pubblica opinione non può in molti luo- ghi come massime? Nei nostri esserle favorevole perché i paolotti che ne conoscono la forza la fanno comparire come atea e simile. Ma l’opinione pubblica si modifica e cambia come i fatti vengono a farsi conoscere. Del resto lasciamo che ciascheduno pensi come crede e vuole senza curar le dicerie contro cose che non si conoscono e non si sanno. Io mi regolo dai fatti e quando questi son buoni l’origine da cui scaturiscono crede esser buona e tanto basta. Ho letto la lettera di Polla: non ho tempo di scriverci ne voglio farci un’accusa. Vi saranno delle esagerazioni e dicerie in tutto ciò che mi fu detto ma vi furono delle verità che io verificai a Sassari e che egli avrà commesso senza forse credere di far del male al no- stro scopo anzi forse del bene. Basta per ora che voi in termini generali l’abbiate avvertito e ciò perché, come voi dite ed io approvo, nel Regno di Eleonora non vi sia nessun dissidio, e andiamo tutti d’accordo. Verso Eleonora a forza d’insistere siamo riusciti ad imporre la bandiera di Essa ai continentali. In un indirizzo di Garibaldi alla Camera in cui espone i mali della Sardegna quale viene pubblicata nel Corriere d’oggi la chiama la terra di Ele- onora. Anche il Direttore del Diritto nel raccomandare una produzione parigina tradotta in italiano dice nella lettera che le idee di questa produzione che si darà nel teatro diurno spera che saranno bene accolte nella terra di Eleonora. Non basta ma anche il suo ritratto va diventando popolare ed europeo. Una casa del Commercio di Cagliari lo fece litografare a Parigi per attaccarlo a pacchi di filo. Di questi pacchi solo in Sardegna ne vende questo negozio da dieci mila pacchi, in Francia poi da cento e più mila. E come vedrai la fila è chia- mata col nome dell’Eroina. E tutto questo si deve alla nostra (eraceata?) dopo l’accademia. Ho ricevuto i noti tre articoli che faremo pubblicare i medesimi sono eccellenti, e da questo punto di vista forse la questione non è stata trattata da nessun giornale. Quando occorre in argomenti simili mandate e la stampa pubblicherà. Ancor io sono del vostro avviso che converrà procurare un posto che migliori la vostra condizione poiché diventando vescovo l’uomo perde la libertà e diventa una specie d’idolo chinese. Mandate l’acchiuso biglietto a Ravot. Al solito, vostro amico A. Satta Musio. 235 Nonostante queste giustificazioni un po’ forzate il Satta Musio persevera nel chia- mare in causa la loggia massonica di Cagliari, a cui dedica, con una lettera, compli- menti sperticati: Cagliari 2 agosto 1868 - Al Venerabile della Loggia Madre Vittoria in Cagliari - Radunatosi ieri in casa del sottoscritto il Comitato pel monumento ad Eleonora d’Arborea il membro Cav. Carlo Costa presidente della commissione per la lotteria, dava lettura d’una vostra let- tera in data 28 luglio u.s. diretta ad esso Presidente, della quale non saprebbesi se maggior- mente estimare le squisite cortesi espressioni con cui vi compiacete manifestare il benevolo 234 BUCA, Manoscritti, De Castro ms 301-04, r 08-05, lettera di A. Satta Musio del 25 aprile 1867. 235 Cfr. BUCA, Manoscritti, De Castro ms 301-04, r 08-06, lettera di A.Satta Musio del 4 maggio 1867.

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