Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 134 - 4. Paolotti e frammassoni Il presunto odore di massoneria che avvolge il monumento, da molti astutamente ca- valcato, non ha diretti riscontri documentari, se non quelli riferiti alla appartenenza del Satta Musio, del Parpaglia e del Vivanet al mondo latomistico. Di per sé tale appar- tenenza non inficia l’azione dei tre; è tutto da provare invece il coinvolgimento diretto della massoneria nella ideazione politica e culturale dell’ambizioso progetto degli am- ministratori oristanesi. La prima delibera che istituisce il monumento ad Eleonora è datata 1858, una se- conda del 1860 è la famosa proposta Enna Floris e nel 1862 a novembre viene eletto il Comitato per il monumento ad Eleonora. Atti, tutti precedenti all’arrivo ad Orista- no del Consigliere d’Appello Francesco Pietro De Lachenal, maestro venerabile della loggia cagliaritana “Vittoria”, che secondo Lorenzo Del Piano e Gianfranco Murtas vi giunse per innalzare le colonne della loggia oristanese Mariano IV. Le tredici lettere del carteggio De Castro - Satta Musio ci danno informazioni di- rette ed indirette utili a comprendere meglio la questione. Nella primavera del 1867 in due missive il Satta Musio cerca di rasserenare un De Castro assai diffidente, messo sull’avviso da Antioco Polla, primo a proporre l’erezione del monumento, e insegnante nel liceo di Cagliari, circa la sua appartenenza alla loggia Vittoria. Le accuse rivolte al Satta Musio da Antioco Polla di aver trasformato il Comitato cagliaritano in una sor- ta di dependance delle logge massoniche cagliaritane, aggravate dai giornali cattolici che indicavano proprio il Satta Musio tra i più autorevoli rappresentanti del Grande Oriente d’Italia, portano ad un raffreddamento dei rapporti col Comitato di Oristano e la stessa amministrazione, tanto che il Satta Musio sente il dovere di giustificarsi con Salvator Angelo De Castro indirizzandogli due lettere. La prima: … Vedo che anche voi vi spaventate al nome di frammassoneria come si spaventanomolti altri che senza capirne la sua essenza la giudicano una setta nociva. Finchè lo dicono i paolotti non deve far meraviglia perché nellaMassoneria trovano la loro antagonista, ma dispiace sentirlo da persone erudite come te. In tempi di libertà come sono gli attuali queste società segrete non sapete intenderle. Ciò sta da un lato, e va bene. Ma dovete ritenere che la Massoneria se combina in segreto i fatti quali tendono al bene della Società li compie alla luce del sole. Non mancano nel Mondo quelli che odiano il bene, e si oppongono all’eseguimento di esso se lo sanno prima. Del resto persuadetevi che la Massoneria non si occupa di religione e lascia la libertà che ciascheduno segua quella che vuole emoltomeno di cose politiche. Ma da ciò che ne ho potuto rilevare da una opera testè pubblicata a Milano di un tale Decastro, essa si occupa di tutto ciò che porta il bene del progresso dell’umanità 233 . Tutto quanto esiste di grande al Mondo sia nelle belle arti che nelle scoperte tutto si deve ai liberi muratori. Anche le più belle cattedrali e basiliche nella Germania e nella Scozia ed anche in Italia sono opere dovute a questa setta la quale è stata e sarà la più diffusa nel mondo e va diventando Mondiale com’è l’umanità e gli uominii più dotti e probi del tempo passato e presente vi sono appartenuti e vi appartengono. In questo senso vorrei nell’interesse della nostra Sardegna che in ciaschedun paese potesse sorgere una di tali società e le medesime farebbero molto bene più di quello che fecero i nostri Conventi che tramontarono. 233 Il Satta Musio si riferisce senz’altro a “Il mondo secreto” di Giovanni De Castro, storico e scrittore padovano. L’opera, 9 volumi in 3 tomi, si occupa di storia delle società segrete e delle scuole e tradizioni esoteriche ed iniziatiche, dall’antichità al presente. Lo studio fu pubblicato da Daelli a Milano nel 1864.
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