Il monumento ad Eleonora d’Arborea

-  130  - Nel resoconto viene inoltre specificato il ruolo del Dupré: Per quest’ultimo [il Cambi] noi abbiamo una garanzia in una lettera del professor Dupré, la più grande delle illustrazioni artistiche moderne, il quale ci affida che l’opera del Cam- bi sarà degna di chi raccomanda e di chi è raccomandato. 227 Maria Grazia Scano Naitza nel suo pregevolissimo saggio Scultura e Pittura nell’Otto- cento aggiunge questa considerazione: Improntata a un classicismo purista che il Cambi riprende dal Dupré, suo maestro, e probabilmente guida dell’elaborazione dell’opera, per la quale lo aveva raccomandato . Il rapporto che lega il Cambi al Dupré è, a nostro avviso, ben descritto dallo stesso più giovane scultore 228 : Il professore Ulisse Cambi, che mi aveva veduto modellare nello Studio Magi ed aveva il suo Studio proprio accosto, cominciò a parlarmi del concorso triennale di scultura, che cadeva appunto in quell’anno, e mi disse sembrargli che io avrei potuto provarmici e che egli sperava ci sarei riuscito, e ad ogni modo sarebbe stato uno studio non perduto per me. Io restai lusingato da questa proposta, la quale indicava una tal quale fiducia che egli aveva di me, e risposi che ci avrei pensato e ne avrei parlato al Magi, il quale avrebbe dovuto prestarmi un po’ di stanza libera e la sua direzione. Gliene parlai, ma non lo trovai punto disposto a favorire questo progetto. Per prima cosa mi disse che egli non poteva darmi il posto, poi, che non credeva che io fossi coi miei studii a tal punto da potermi cimentare, a quel concorso, e infine, che egli non avrebbe preso la direzione di questo lavoro. Riferita al Cambi questa risposta, mi disse che egli fermamente credeva che io sarei riuscito, e che se il Magi non aveva né il posto da darmi, né la volontà di diri- germi, egli mi avrebbe dato l’uno e l’altra, E così fu fatto. Il soggetto del bassorilievo era: Il Giudizio di Paride; cinque figure, Paride, Venere, Minerva, Giunone e Mercurio. Feci un bozzetto, ma al Cambi non piacque, e pigliando un pezzo di carta schizzò con la penna una nuova composizione e mi disse:” Così andrà bene. Sicchè io feci un nuovo bozzetto sull’idea datami dal Cambi. Qui alcuno dirà: non va bene così, voi non dovevate prendere l’idea del maestro, dovevate averne una voi. 229 Nel raccontare questo episodio, agli albori della sua carriera, lo scritto è del 1840, il Dupré riconosce nel professor Cambi un mentore ed un maestro. Decenni dopo, al culmine della sua fama, per pura riconoscenza, si farà garante della qualità artistica e della professionalità del vecchio professore, a corto di incarichi e probabilmente di denaro. Fu quindi il Cambi a intravvedere nel giovane senese quelle doti artistiche che ne faranno uno dei massimi artefici della scultura italiana dell’Ottocento. Dal Dupré, Ulisse Cambi attingerà, alla sua vena ormai inaridita dagli anni e dal mutato gusto, alcuni elementi che si possono intravedere nel monumento ad Eleonora. 227 Ivi p. 13. 228 Cfr. Giovanni Dupré, Pensieri sull’arte e ricordi autobiografici, Capitolo quinto, pp. 53-56, Firenze, Successori Lemonnier, 1895. 229 Il rapporto che lega il Cambi al Dupré è stato argomento di alcune conversazioni telefoniche e scambio di email con la compianta Caterina Virdis Limentani, alla fine dell’estate 2017, che con la sua prover- biale gentilezza, mi fece avere un suo interessantissimo lavoro, introvabile perché non pubblicato da Dialnet.Ci saremmo dovuti incontrare ma ad ottobre mi scrisse di non poterlo fare per ragioni di salute. Nell’augurarle una pronta guarigione le riferii della scoperta di Ilaria Urgu sulle giardiniere. Ne rimase molto colpita. Ci demmo appuntamento al suo ritorno nell’Isola. Il repentino aggravarsi delle sue con- dizioni di salute ce lo vietò.

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